giovedì 24 maggio 2018

DOGMAN, OVVERO "ER CANARO" METAFISICO...



DOGMAN prende solo un piccolo spunto dalla storia vera del canaro della Magliana e, come ben spiega il regista Matteo Garrone, non è un film neorealista, storico o biografico, è qualcosa di più personale e complesso.
L'aspetto affascinante dell'opera è il senso di inquietudine che rimane allo spettatore.
L'atmosfera cupa, grigia di una periferia sempre piovosa, buia, con abitazioni fatiscenti quasi provvisorie e in cerca di stabilità, è resa perfettamente sul grande schermo, mostra un'angoscia che non da scampo, te la porti a casa.
E' un film metafisico, l'ambientazione un non-luogo, quasi una sorta di girone dantesco, una terra di mezzo, crepuscolare e ritagliata su storie e scenari neorealisti che rappresentano solo l'escamotage narrativo per andare oltre al mero fatto di cronaca e scandagliare l'animo umano.
Gli unici intervalli di pace che interrompono una costante tensione, sono quei rari momenti di luce dove il protagonista esce con la figlia, unica persona che ama veramente più di se stesso, e dove si può permettere una pausa per respirare.
Durante un'immersione in mare con la bambina, è pero costretto a tornare a galla perché non si sente bene, le profondità delle acque lo fagocitano e gli tolgono l'aria, un po' come fossero parte del suo inconscio con i tutti i suoi mostri interiori e le sue paure che emergono; la redenzione dovrà necessariamente passare attraverso il fuoco.
DOGMAN ama molto i cani, Marcello si sente un po' come loro, è loro amico, fa parte del branco, li pulisce, li accudisce, li preferisce agli uomini, rischia perfino di essere arrestato quando torna sul luogo di una rapina a cui è "costretto" a partecipare, per recuperare un cagnolino chiuso dentro il freezer dai suoi complici. In quel momento compie un'azione taumaturgica e riesce a riportare in vita il cane surgelato mettendolo dolcemente sotto l'acqua calda ed asciugandolo; da Dogman a Godman il passo è breve, forse...

E' una favola nera come lo sono tutti i film di Garrone che mescolano piano reale e piano metafisico, argomento ben trattato anche nel suo "Reality".
L'ambientazione sembra un villaggio decadente western in chiave urbana, dove ognuno ha ben chiaro il proprio ruolo sociale, dove i giorni scorrono tutti uguali e solo un improvviso e violento scisma potrà spezzare quell'incantesimo che sembra regnare sulle loro teste.
E' un film sulla catarsi, ma il rito di purificazione non riesce ad essere compiuto e realizzato del tutto da parte di Marcello, che subisce le continue angherie ed umiliazioni di Simone, il bullo criminale della zona, un ragazzone grosso e violento che terrorizza tutti.
Nemmeno le fastidiose e rumorose scorribande con la motocicletta, come un bandito in sella al suo cavallo nero, le minacce ed i ricatti che fa continuamente agli abitanti della piccola periferia, sembrano riuscire a smuovere qualcosa, nessuno alza un dito anche se la misura è colma.
Emblematico quando, dopo aver rinchiuso ed ucciso Simone nella gabbia dei cani, cerca di bruciare il suo corpo tra le frasche sulla spiaggia, ma poi ci ripensa, spegne le fiamme e decide di offrirlo ai compari come dono per farsi perdonare di non essersi mai ribellato ed averne subito nel tempo una atroce sudditanza psicologica, ed anche per farsi accettare nuovamente dal gruppo che lo ha abbandonato (Marcello ha "permesso" a Simone di fare un rapina nella cassaforte del negozio del suo vicino, pagando con la galera al suo posto).
Li chiama ma nessun risponde, forse perché non c'è nessuno ad ascoltarlo o volerlo ascoltare, o forse perché si trova già in altra dimensione.
Er Canaro si comporta come il cane che porta l'osso al padrone (Uomo-cane) perché in fondo ci tiene a stare nel branco, da li non esce e non vuole uscire; quella è la sua dimensione ideale, non riesce a scappare dalla prigionia del senso di colpa, dal quartierino del malaffare dove, in piccolo, si replicano le stesse miserie del macro mondo.
Indicativa la scena finale dove il protagonista, nascosto nella spiaggia vicino al rogo del cadavere, vede in lontananza gli abitanti del suo micro-mondo giocare in un campetto di calcio in piena notte...
Dopo aver consumato la vendetta ed essersi caricato in spalla il gigante cattivo, come un novello Davide contro Golia (archetipo della redenzione del piccolo/buono contro il grande/cattivo, un po'come succede, con diverse modalità, nel western on the road metafisico "Duel"), Marcello si dirige verso loro, credendo di vedere una partita che nei fatti non esiste, giocata da ombre e fantasmi, o forse il fantasma è proprio lui.
Un rito celebrato inconsapevolmente da "er canaro" metafisico... Garrone, ispirandosi forse al capolavoro di Antonioni, "Blow-Up", (la famosa scena della partita di tennis con la pallina invisibile) mette in scena questo conflitto come fosse un sogno, passando dal reale al non reale, confondendo i piani, infatti il tempo sembra sospeso ed i giocatori svaniscono nel nulla con le prime ore fredde del giorno...


Come succede per "Dogville" (Godville) di Von Trier, in DOGMAN, il micro-macro mondo è sempre lo stesso, con i suoi confini ben tracciati, i suoi riti quotidiani, con i suoi ruoli chiari, dove nessuno vuole scappare veramente o cambiare la sua realtà, a costo di pagarne le conseguenze.
Marcello ci prova a redimersi e diventare un Godman uccidendo Simone, ma presto capisce di essere solo con se stesso in un antro infernale di un'alba uggiosa, dal quale non può uscire e dove tutto scorre uguale ciclicamente come in un cerchio magico, o forse quella morte è l'alba di una rinascita che lo ha portato in un altro girone, a fare i conti con se stesso e con il suo lato oscuro, tenuto severamente a bada per tanti anni.
Marcello rinasce sulla morte di Simone, ed i ruoli si interscambiano, vittima e carnefice, così diversi, così uguali e complementari.
Dal cosmo di Garrone non ci si esce, ed i personaggi che sono maschere della realtà ben lo sanno, non si può uscire se non per andare in altra prigione, ed allora abbiamo 3 prigioni, quella periferica descritta dal regista, che rappresenta il micro mondo, quella dello Stato, le cosiddette patrie galere, macro-mondo, e la piccola prigione del negozio dove viene consumata la vendetta e dove normalmente vengono parcheggiati i cani in affido, che rappresenta la prigione del mondo interiore e quel luogo/non luogo dove si possono espiare i propri peccati e colpe, ma anche rifugiarsi dalle responsabilità del mondo esterno.
Film molto profondo, che scava l'animo umano, pieno di significati simbolici, in questo identico, pur avendo altro registro narrativo, al suo precedente "Il racconto dei Racconti", tratto dalle storie del grande Basile, ma che ricorda a tratti anche le atmosfere cupe, morbose e senza via di uscita dell'Imbalsamatore. Ovviamente, come tutti i grandi cineasti insegnano, lo spunto della storia preso dalla realtà o, in altri casi, da romanzi, serve solo come base di partenza, è un espediente narrativo per spiegare altro e costruire una storia più complessa che sia di tipo archetipale.

Desidero riportare una piccola e meravigliosa recensione di un amico:
- "Sono rimasto colpito dall'espressività deflagrante di Marcello Fonte in Dogman di Garrone.
Il film si sviluppa con una perfezione di elementi che rimanda alla tradizione del grande cinema italiano, la luce livida che avvolge la metafisicità del villaggio western lunare, la cura del dettaglio cromatico con l'impronta chiaramente garroniana, l'architettura deĺle immagini per cui Garrone richiama, sue testuali parole, Hopper, il rigore della "favola etologica".
Ma la cifra tragica, psicologica, che fa sì che noi tutti si senta il dolore di un uomo, viene dalla forza del volto di Marcellino, dai mutamenti impercettibili che generano scelte illogiche e irreparabili, dalla profondità dolente degli occhi, dal respiro affannoso della sua paura, reiterato e sospeso lungo il film, dal senso claustrofobico che ti imprime sulla carne, dalle rare aperture del sorriso nel rapporto con la figlia Alida.
Tutto il plot si avvolge sul viso del meraviglioso protagonista e lo spettatore esce dalla sala preso e costretto in un terrore simbiotico."
Mauro Maggiora

sabato 19 maggio 2018

FLIPPED CLASSROOM, OVVERO IL MONDO CAPOVOLTO DEL TRANSUMANESIMO



Flipped Classroom is a nu trend...
cit. FILIPPO CAZZONE


Eurosofia propone il corso dal titolo: “Nuove metologie didattiche: La flipped classroom.”:
Oggi ho scoperto un nuovo termine del nostro mondo globalizzato ministeriale, un paradigma altrove già in atto come tappa transumanista, da noi in fase poco più che sperimentale e sviluppato come piattaforma didattica alla ricerca spasmodica di nuovi stimoli per giovani in erba, sto parlando di FLIPPED CLASSROOM.
Già partiamo malissimo, mal sopporto questa sudditanza psicologica tipica di esterofili colonizzati che rinunciano volentieri, nel bene e nel male, alla propria cultura e linguaggio, assumendo questi ennesimi ed insopportabili neologismi anglofoni di stampo mercantile e manageriale.
Flipped Classroom non si può sentire, sembra, e forse non è un caso, "la classe dei flippati"...

La Flipped Classroom, o insegnamento capovolto, consiste nell’invertire il luogo dove si segue la lezione (a casa propria anziché a scuola) con quello in cui si studia e si fanno i compiti (a scuola anziché nella propria abitazione). Naturalmente ne consegue che l’insegnante potrà abbandonare il ruolo di unico trasmettitore delle conoscenze mettendosi in gioco, facendosi organizzatore e facilitatore pronto anch’esso ad imparare cose nuove. “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali (BES) per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Per carità, è un sistema che alcuni docenti, in buonafede ed anche molto ingenuamente, salutano come interessante, utile, considerando IMPRODUTTIVO il tempo consumato in classe, quando invece un video studiato a casa può essere più produttivo ed efficace. 
La rete, la stessa che viene spesso denigrata perché livellava tutto verso il basso, attaccata ogni volta che esprime, nel bene o nel male, voci dissidenti, antagoniste, discordanti, viene curiosamente, impunemente e passivamente accettata quando diventa magicamente strumento ministeriale e sovrastrutturale, ancor meglio se indirizzato verso l'apprendimento.


(nel video possiamo sentire l'entusiasmo del bravo insegnante tutto eccitato a descrivere la politica del Flipper...)

La fase iniziale di questo processo liquido ed inesorabile come uno sciacquone che perde, verrà presentato da scuole ed alcuni professori come modello utile alla discussione, come fossimo in un'agorà greca, in un simposio antico a disquisire di massimi sistemi, però tra maestri ed allievi, tra un Kant studiato su Istagram e discusso tra un "Bello Figo" qualsiasi che swagga un Trappettone in mp3 scaricato in low quality ed un docente che dovrà barcamenarsi tra diversi orientamenti culturali, genitori isterici che lamentano voti bassi, Presidi ostaggio di rigidi protocolli ed opinione pubblica che punta il dito sui cattivi insegnanti che vanno in piazza ubriachi ad urlare nei cortei, insomma, una sorta di delirio aggravato anche dal fatto che vogliono pure introdurre le telecamere per monitorare la vita scolastica, quante caccole sono state spalmate sotto i banchi di scuola, quante ingerite come non ci fosse un domani, o meglio, per controllare e ricattare i professori stessi, come se non avessero già troppi problemi a cui pensare. Squalificare la figura educativa sembra il nuovo sport nazionale, una sorta di caccia alla volpe, ecco poi perché i più "bravi e diligenti" sposano talvolta certe novità per distinguersi dal mucchio. 

E' chiaro che, con la scusa della ricerca, dei buoni sentimenti e delle buone intenzioni (solitamente le buone intenzioni sono l'anticamera delle peggio cose), della globalizzazione, dei "tempi moderni", paradigma un tempo criticato profondamente da Chaplin e Fritz Lang che ci avvertivano un secolo prima di quello che sarebbe successo, si vuole destrutturare qualsiasi mediatore umano che abbia a cuore l'insegnamento, la divulgazione della cultura spiegata in classe tutti insieme e non isolati davanti ad uno schermo, che abbia a cuore la socialità, oggi vista come mera competizione, che abbia a cuore i ruoli sociali e sappia spiegare come siano importanti il rispetto e la dignità delle persone, che abbia a cuore l'autorevolezza, sostituita un domani dall'AUTORITA' invisibile che si materializzerà in uno schermo colorato, tra gattini ed esplosioni di stelline rotanti direttamente in classe.
Aspetti utili anche come forze dell'ostacolo per gli alunni, proprio perché possano essere un giorno superati, possano essere messi in discussione, andando a sviluppare e fortificare il carattere dell'individuo, tappe fondamentali per la formazione di cittadini consapevoli e non di utenti psicolabili catalogati come numeri, rieducati dal nuovo maestro digitale.
Tutto questo dovrebbe bastare ed avanzare, almeno far riflettere quali cambiamenti sono giusti e quali lo sono forse meno, senza considerare la lenta ed inesorabile distruzione della scuola pubblica, ridotta a zoo scolastico che un domani, con queste premesse, assegnerà compiti e lezioni direttamente su youtube, e i docenti pensati solo come replicanti di un' istruzione parificata ad emoticon, messaggini, gattini e scoreggine sfumate. Una scuola vuota dove tutto finge di avvenire fuori, un luogo non luogo, non più deputato al confronto, dove gli alunni potranno mettere i like sui professori più meritevoli e far licenziare quelli meno adatti, un po' come una puntata della serie distopica BLACK MIRROR.
Mi immagino lezioni con voce metallica provenienti direttamente da uno schermo, interrotte da brevi spot rumorosi che destano attenzione, magari utilizzati per pagare i maestri più diligenti ridotti ad operatori tecnici dotati di cuffie, chiavette usb, o per finanziare le scuole più meritevoli, impegnate in una costosa guerra tra istituti meritevoli, per una società sempre più giusta e meritevole.


L'insegnante ridotto a badante di classi di utenti e non di ragazzi, classi sempre più numerose, rumorose, dove ogni pulsione non potrà più essere canalizzata verso una tensione armonica collettiva, dove prevarrà ineluttabilmente il più forte, a ragione di una sempre più marcata assenza di esempi educativi, dove lo stress e il carico di lavoro diventerà sempre più insopportabile e frustrante per il corpo docenti, dove in futuro non conterà più l'aspetto umano, quello di identificazione in una figura di riferimento, ma neanche di contrasto con l'autorità: come potrà imparare a ribellarsi il futuro cittadino se non avrà nessun modello da confliggere, vivendo in assoluta assenza da frustrazioni, lo farà contro uno schermo di plastica?
Il piccolo principe vivrà finalmente in un delirio di onnipotenza, avulso da qualsiasi aspetto educativo, umano, "contenitivo e cognitivo" che possa formare il suo carattere, una terra di mezzo dove macchina e spirito saranno messi sullo stesso livello, già mescolati nel forno alchemico che qualcuno ha sapientemente preparato e riscaldato.
Il passo successivo è lo scenario tecnofascista ben reso in Fahrenheit 45, film del 1966 diretto da François Truffaut.
Un tempo era il pensiero di sinistra a criticare massivamente il transumanesimo e la tecnocrazia, ed invece la destra reazionaria a sposare futurismo, avanguardie tecnologiche, oggi, paradossalmente, tutto si è CAPOVOLTO, proprio come nel famigerato Flipped Classroom, oggi si ribaltano i ruoli in nome di un finto buonismo orizzontale, comodo però a chi esercita l'aspetto decisionale (quello sempre ed ovviamente piramidale).
I neologismi crescenti fanno accettare qualsiasi cosa mettendo sullo stesso piano virtuale e reale, piani che le prossime generazioni non sapranno più distinguere, percependo il virtuale come più veritiero del reale. 
Capovolgere il significato delle parole, attribuirne altro senso, talvolta opposto, come ci spiegava l'oramai inflazionato Orwell.
Fare accettare un conflitto armato fatto da una democrazia in nome di una democrazia, fare accettare un sistema turbo-capitalista come buono ed ineluttabile, in contrapposizione ai cosiddetti populismi emergenti cattivi, sempre utili per legittimare lo status quo.
Allora ti potranno prefigurare direttamente l'estinzione teleguidata della scuola pubblica, alla pagina 666 con farfallina annessa, sostituita da un più comodo Grande Fratello, modello HAL9000, dove le lezioni digitali saranno anche hometheater, tutti a scuola ma tutti contemporaneamente a casa, collegati mentre caghiamo byte comodamente seduti sul water o mentre giochiamo con la nuova Playstation 13, tra un meme ed un film della Marvel scaricato, tanto poi si discuterà il tutto o il nulla appreso con il badante/docente di turno quando si dovranno fare le interrogazioni, mentre lo si riprende con lo smartphone regalato dallo zio che ti saluta su WhatsApp in diretta, collegato anche lui su Twitter e connesso a Sky in una chat con l'avatar giovane di Mentana che fa pause insopportabili tra una frase e l'altra, e tutti allegramente ripresi dalla telecamera centrale della scuola che va a replicare e registrare noi che siamo a casa collegati con il mondo intero, in uno specchio riflesso senza fine che si specchia ad libitum...
Che bella la connessione generale, eh...!!!


Se questo sta funzionando per la politica, sempre più svuotata di senso, di progettualità, di energie e di ideologia, sta funzionando per la scuola, bersaglio preferito di alunni, politici, genitori disumanizzati e futuri robot umanizzati, sta funzionando per il mondo del lavoro sempre più precarizzato e sempre più squalificato, funziona già per la sovranità popolare e quella monetaria, dove l'unico paradigma possibile sembra essere solo quello globalista centrale, significa che è anche un po' colpa nostra, della nostra fragilità, ipocrisia, ignoranza, ignavia, impotenza ed anche, soprattutto, coglionaggine.
Ci sono tantissimi insegnanti bravi, intelligenti e volenterosi, non sostituiamoli con un algido schermo che trasmette quiz cognitivi, riassuntini e schede interrotte da slide pubblicitarie su prostate infiammate e putti dorati senza cazzo.
Una persona onesta intellettualmente con un minimo di logica ed intelligenza, dovrebbe già comprendere dove si va a parare assumendo un modello del genere.
Comprendo anche che, a criticare il cosiddetto modernismo, si possa apparire agli occhi di tanti politicamente corretti "finti progressisti", dei passatisti rancorosi magari un po' reazionari, ed è quella la cosa più fastidiosa con risvolti distopici ed inquietanti che viene servita su di un piatto d'argento.
Il modello che si vuole importare e far accettare è quello che i docenti, poco alla volta, passo dopo passo in punta di piedi e senza far troppo rumore, non conteranno più nulla, ma non più solo come ruolo educativo, quello è già in parte successo dopo decenni di attacchi alla scuola pubblica, ma proprio come figure professionali. A cosa servirà in futuro una scuola, forse a nulla, sarà un lusso per pochi, per il resto ci sarà il meme ministeriale a decidere e scandire le giornate. 
In fondo per alcuni poteri forti la democrazia è stata solo un incidente di percorso nella storia della civiltà, oggi bisogna riportare indietro le lancette dell'orologio del tempo, ma facendo percepire questo cambiamento come novità democratica.


Se queste sono le premesse, è facile immaginarsi le conseguenze, un futuro molto simile al film  Idiocracy. Sarà promossa una finta uguaglianza di comodo indotta e CAPOVOLTA, essa diventerà dogma condiviso da tutti come necessità ineluttabile e non criticabile, pena l'arrivo della psicopolizia e qualche kapo' di turno che metterà all'indice coloro che dissentono.
In Idiocracy, almeno, erano tutti beatamente tonti e mansueti, come drogati di stupidità, nella realtà sarà molto peggio, la stupidità diffusa, già abbondantemente presente, assorbita e giunta a noi tramite l'oracolo multimediatico, sarà sostituita dall'odio verso l'altro, psicobullismo da un lato, ed un autismo sincretico diffuso dall'altro, assolutamente interclassisti, con buona pace dei Serra e degli araldi dello status quo, consumato però dentro mura domestiche, dove ogni ruolo sociale sarà completamente rimosso e destrutturato in nome di un democraticismo d'accatto, strumentale a logiche strutturali di altra natura, logiche oggi più forti perché dalla parte del giusto, e allora come fai a criticare il giusto che avanza senza passare per conservatore?
Oggi, il vero totalitarismo, è proprio questo!!!
La creazione di un modello totalitario che destrutturi tutto quello che riguarda il bene pubblico, la socialità, gli archetipi, i modelli, i ruoli sociali, con ripercussioni consequenziali pesanti sul lavoro, sui diritti e sulle libertà individuali, sulla nostra coscienza, sulla memoria storica considerata obsoleta, sostituita da un cloud su una nuvoletta chimica, quindi contro il pensiero umano, la coscienza, lo spirito.
Sposando un falso modernismo di facciata, viene promosso dai media l'aziendalismo, il PEER ISTRUCTION, che ipocritamente mette sullo stesso piano studente e maestro, come se fosse questo il vero paradigma di uguaglianza, creando, invero, proprio tutti quei presupposti che vanno a formare una struttura mentale psichica del perfetto reazionario, del futuro disadattato incapace di lottare e di sviluppare coscienza critica e di classe, verso un azzeramento della cultura umanista a beneficio sempre più di quella tecnica, o meglio del tecnicismo e meccanicismo, a beneficio dello scientismo sposato e salutato dogmaticamente come scienza, il tutto fatto passare come verità, come necessità di sviluppo globale, come evoluzione e non come involuzione generale.

In questo crudele e dispotico meccanismo sociale e culturale, in questa finta parità ed orizzontalità, dove però chi decide dall'alto è PIU' UGUALE DI ALTRI, si sono creati nei decenni abbracci mortali, alcuni come effetto domino, altri come disegno sovrastrutturale indotto, tra dogma, status quo ed un certo mondo progressista, utilizzato come Cavallo di Troia dal padronato per gettare le basi della futura società transumanista, per destrutturare il cosiddetto vecchio mondo, per plasmare un futuro che, in tempi massmediatici come quelli odierni, non può presentarsi più come dittatoriale e frontale come ai tempi di Metropolis (nuovo che ritorna circolarmente al vecchio), ed allora si maschera e si veicola come democratico, trendy, modernista, solidale ed ecosolidale, green & evergreen, sentimental a km zero e senza glutine, buonista ed ufficialista, colorato ma senza colori, globale ma elitario, uguale ma realmente diviso, insomma, il pensiero unico del peggior dispotismo culturale possibile.
"Finalmente", l'avvento e materializzazione della vera elite reazionaria, quella si modernista, del modello neo-aristocratico vigente ma rivisitato in salsa cibernetica, perché è da quel magico mondo che nasce tutto questo processo storico, anche se oggi hanno cambiato maschera e casata.

Questo è l'aspetto più pericoloso in assoluto, non potremo criticare il paradigma modernista senza passare per passatisti, populisti o ancora peggio, ed è questo il ricatto psicologico che il potere ha ben compreso ed attuato come strategia. 
Un tempo il potere era visibile, lo potevi guardare in faccia, oggi una rivoluzione non è possibile contro un moloch invisibile che afferma e fa accettare quotidianamente di essere LUI quello rivoluzionario, si rischia di passare per anti-rivoluzionari, è un meccanismo perfetto, direi religioso ed ecumenico.
Oggi il potere è molto più raffinato, si rende fascinoso, si fa piacere, controinizia il linguaggio, i costumi, destruttura l'individuo per svuotare le menti e non per riempirle.
Oggi una rivoluzione collettiva diventa possibile solo se, contemporaneamente ad essa, ne avviene una più profonda, coscienziale individuale.

PS: "Drinn Drinn... suona la campanella, la lezione è finita..." Ma nooo è lo spot delle nuove merendine di soia e pongo che il prof vende a scuola fuori dall'aula, proposte sul canale "Maestro Digitale..." 
cit. RIEDUCATIONAL CHANNEL


https://www.orizzontescuola.it/sperimenta-nuova-metodologia-didattica-corso-eurosofia-sulla-flipped-classroom/

lunedì 14 maggio 2018

LETTERA APERTA A KRISHNAMURTI

LETTERA APERTA A KRISHNAMURTI:


Caro amico, rispetto i tuoi buoni intenti, rispetto chi segue i tuoi insegnamenti, ma non condivido nulla del tuo paradigma di pensiero.
Le nostre menti DEVONO essere impegnate, è la loro natura esserlo, come le vene devono far scorrere sangue al loro interno, questa visione mistica del superamento del nostro stato materiale/mentale è sbagliato e profondamente pericoloso, ci sono ben altre priorità da risolvere per l'evoluzione spirituale collettiva.
La NON-MENTE è una chimera, cogito ergo sum diceva Cartesio, l'essenza massima di vera spiritualità è il nostro pensiero, pensiero che è solo nostro e di nessun altro, frutto dell'alchimia di quello che abbiamo appreso e di quello che ci hanno insegnato, nel bene e nel male.
GUAI a credere che bisogna fare tabula rasa, non voglio bruciare i libri e nemmeno i miei pensieri, fossero tutti illusori, mentre invece non lo sono.
Capisco faccia comodo al POTERE, lo stesso che poi ti mantiene (brutto termine, ma quello si REALE e poco illusorio), fare tabula rasa del pensiero soggettivo, della nostra di coscienza, LUI si adopera a fare bene il suo mestiere, siamo noi che latitiamo e poi ci chiedi di osservare, di non ribellarci, di non fare nulla... 
Ok, dammi i tuoi soldi allora, poi ti prometto che rimango impassibile come una canna di bambù.

Il discorso sulla libertà intesa come assenza di scelta, il discorso del pensiero dell'IO visto come limite umano, il discorso contro il dualismo.
Dicevi che proprio questa divisione dualistica impedisce la percezione diretta che è alla base del conflitto e dell'infelicità dell'uomo. Tutto ciò, però, è contraddetto dal fatto che sei sempre attento a qualsiasi alito di vento mentre cammini, alla faccia dell'assenza del'IO e dell'EGO, del lasciarsi andare, sei il primo a tradire i tuoi intenti.
Non c'è persona più egoica di quella che pretende di insegnare ad azzerare la memoria personale ed il pensiero mentale dell'IO, questo nirvana come luogo-non luogo di salvezza dal mondo illusorio, è una chimera per gli schiavi.
Ecco, il mondo illusorio ti ha permesso di essere mantenuto a vita, c'era chi ti nutriva, chi ti sovvenzionava, chi ti costruiva le case, chi ti lavava i panni...
Facile allora contemplare il nirvana immerso comodamente nel luogo-non luogo dicendo agli altri che l'azione e la scelta sono contro la ricerca della libertà, io ti avrei mandato in fonderia 12 ore al giorno, saresti diventato subito marxista, ma forse con il tuo background filosofico, saresti diventato amico del padrone della fonderia che ti avrebbe mantenuto a vita, anche se tu in buona fede lottavi a parole contro dogmi e autorità.
Ma quale autorità non è più deleteria di quella che definisce il mondo stesso come illusione, che definisce l'uomo come schiavo del pensiero mentale soggettivo, che vorrebbe liberarlo e librarlo in volo senza comprendere che un guerriero disarmato è schiavo del guerriero armato e così si accentua la divisione.
E' curioso che la morale e/o l'insegnamento spirituale arrivi diretto più al suddito che al padrone, che in fondo parte da una posizione di vantaggio estremo, ed è quindi facile per LUI contemplare il mondo illusorio rispetto a chi ha solo poco spazio mentale per cercare di sopravvivere e lavorare per guadagnarsi il pane.
E' meno facile per un suddito che subisce un'ingiustizia sociale, o forse è uno zuccherino per creare quella matrice/contenitore e metabolizzatore che lo conforti dalle pene e dalle malattie?
Una bolla fatta di meditazione e precetti/consigli che impedisca di ribellarsi alle ingiustizie e di trovare la propria divinità interiore?
TU non potendo creare e/o non volendo pensare di fare una società orizzontale cosa pretendi di insegnare, rimani su un piano strettamente contemplativo e su un binario morto.
Una società orizzontale, quella si nobile SCELTA spirituale e di liberazione materiale, se non viene edificata e perseguita non può sviluppare un pensiero che lavori internamente come rivoluzione individuale, in assenza di una PARITA' tutti i discorsi vanno farsi fottere e sono relegati solo ad una posizione elitaria...

E allora, non serve a nulla se dal tuo cuscino di merda sul quale scoreggi profumatamente essenze di rose, mi stai dicendo cose che fanno parte della tua tradizione e che i più conoscono, alla faccia dell'azzeramento del proprio bagaglio culturale visto come ostacolo. 
Lo so senza ascoltarti, caro KRISHNAMURTI, che è fondamentale la rivoluzione interiore, senza la quale siamo imprigionati nella matrice, ma non basta, perché il 99% del mondo non ha la possibilità di poter contemplare beatamente o meno, questo stadio evolutivo, il tuo discorso sarebbe giusto se fosse tecnicamente possibile attuarlo, diventa QUELLO ILLUSORIO e ciò può avvenire solo con la creazione di una società basata sull'uguaglianza, ma non per buonismo caritatevole, ma per necessità e convenienza, permettendo che la semina dia i suoi frutti.
Contemporaneamente all'introspezione individuale, alla guerra interiore che è si, fondamentale, è anche FONDAMENTALE una rivoluzione sociale, collettiva che ne permetta la realizzazione.
Dopo ti prometto che staremo tutti insieme a contemplare beatamente le fonti del Gange, sorridendo alla vita in assenza di pensieri impuri, stai tranquillo, ma DOPO, solo ed esclusivamente dopo un cammino fatto di lotte per la gente con la gente.

Forse devono viaggiare parallelamente per essere compiute e realizzate queste due vie, non può esistere spirito senza materialità, come piacerebbe a voi GURU / NON-GURU, il pensiero oggettivo, l'osservazione pura del mondo e stronzate del genere, NOI siamo incarnati in questa realtà proprio perché dobbiamo sperimentare il dualismo e non baipassarlo, dobbiamo sperimentare i sentimenti che sono la base del dualismo, la libertà in questa dimensione deve passare dal "sangue", dalla terra, a meno che il padrone di turno non faccia il suo mestiere ed allora potremo anche noi saltare queste fasi di apprendimento sociale.
Questa visione a-sociale, conservatrice, proto-religiosa, apparentemente adogmatica e pure proto-newage, fatta da uno che non ha mai lavorato in fonderia, mi sta assai sui coglioni.
Quindi caro KRISHNAMURTI, prima di fare discorsi ad adunate di volenterosi aristofreaks e persone che sostituiscono volentieri il proprio di pensiero con quello di un altro (tu), sporcati le mani. 

Non esiste assenza di pensiero, indicare questa strada come salvezza e purificazione dal pensiero soggettivo, dalla volontà di ribellione, indicare la VOLONTA' come assenza di libertà è profondamente reazionario, sbagliato ed egoico.
Il pensiero umano, di tutti noi, è profondamente ed ineluttabilmente legato alla materialità, alle sensazioni, all'ambiente circostante, alle tradizioni che sono bagaglio culturale appreso, è profondamente sbagliato pensare di scavalcare questo stadio con un'assenza di volontà che ci porterebbe direttamente in una falsa e presunta libertà ma che tale non è, il tutto all'interno di un mondo che ha regole diverse. Questo può funzionare per un santone che si isola dal mondo intero, che si nasconde dietro una montagna sacra, che lo RIMUOVE il problema, credendo di superarlo, che non elabora i lutti.
I lutti sono fondamentali perché insegnano ad essere superati.
Ecco, tutta questa fuffa, oltre ad essere illusoria, è un ottimo strumento per mantenere le divisioni sociali, altro che assenza di divisioni, per controllare le popolazioni, per farle credere di liberarsi dalla loro prigione interiore.
Sai cosa ti dico???
Vai a lavorare e non rompere i coglioni, caro amico mio, da oggi ti tolgo la paghetta e il cuscino da sotto il culo...



sabato 12 maggio 2018

L'ABITO FA LA MONACA SCARLATTA (ALFIE & OMEGA)


Unico indizio la luna piena:
Il 23 Aprile scorso, Il Duca e la Duchessa di Cambridge hanno presentato orgogliosi il loro terzo figlio al mondo sulle scale dell’Ospedale St. Mary e in molti hanno notato questo dettaglio del vestito di Kate che si mostrava ai sudditi ansimanti ed in cerca di conferme genitoriali.
Si è presentata con un bel completino molto british, curiosamente molto simile, anzi, praticamente identico a quello indossato da MIA FARROW nel film Rosemary's Baby di Polanski.
Sulla scia della lieta notizia, i commentatori della rete hanno paragonato l’abito della Duchessa Kate a quello di Rosemary.
Rosemary nel film viene drogata da una congrega di streghe, concupita dal diavolo e costretta a dare alla luce l'anticristo.
Secondo Fox News, la somiglianza tra i vestiti è sconcertante: entrambi sono a maniche lunghe color rosso scarlatto con colletto composto da un merletto bianco.
Contemporaneamente a questa lieta notizia reale, moriva Alfie, il bambino inglese affetto da un male incurabile che, dopo lunghe e penose malattie, ci lasciava tra dubbi e certezze sull'accanimento terapeutico riservato ai minori e sulla giurisprudenza che riguarda questo delicato argomento. Personalmente sono contrario all'accanimento terapeutico, sono a favore in certi casi estremi all'eutanasia, ma nutro forti dubbi sul fatto che debba essere la magistratura e la scienza a decidere se continuare o meno certe terapie, o se impedire possano curarsi altrove, rispetto alla struttura che ha deciso di staccare la spina, i minori che soffrano di malattie neurovegetative e non possa avere l'ultima parola la famiglia stessa, ovviamente, con tutte le eccezioni del caso.
Essendo laico e libertario, preferisco errori familiari ad orrori di stato.

“Ogni nuova vita comporta la perdita di un'altra vita. L'equilibrio del mondo dev'essere mantenuto” cit. BASILE "Il Racconto dei racconti"
LUIS nasce quando muore ALFIE, i due casi si incrociano, nasce un principe tra la folla in festa e muore un suddito tra le lacrime di tutti.
Altra suggestione è quella del piccolo Charlie che ha avuto un destino molto simile a quello di Alfie, bambino morto 9 mesi fa, più o meno nel periodo in cui è stato concepito Luis. Entrambi i bambini morti distano esattamente 9 mesi e muoiono per una malattia incurabile, entrambi piccolissimi, stesso caso mediatico, stessa risonanza, stessa propaganda politica, stesse implicazioni suggestive e simboliche. Sicuramente saranno tutte coincidenze, ma è curioso che la morte di due bambini piccoli sudditi che sono stati casi mediatici nazional-popolari identici, corrispondano uno al periodo del concepimento e l'altro a quello della nascita del piccolo principe.
Sembra uno schema presente nelle favole esoteriche di Basile ed anche un rituale magico sacrificale di quelli descritti dal filosofo nero Crowley.


L'ABITO FA LA MONACA SCARLATTA... 
cit.
Nel film ROSEMARY rimane incinta dell'anticristo, violentata da un demone rettiliano interpretato nella realtà dal capo della Chiesa di Satana Anton LAVEY, all'epoca amico del regista.
Il regista Polanski è tenuto sul filo del rasoio da 50 anni. Dopo che lo "indussero" ad andare a letto con una ragazzina di 13 anni, fu ricattato per aver girato questo grande film che però non scrisse lui (Il romanzo è di IRA LEVIN ed è dei primi anni 60) e che gli fu offerto di girare da famosi produttori che frequentavano la Process Church, ambiente magico di facciata e costola (come da prassi) del ramo esoterico dei servizi.
Ambiente che si prefiggeva di unire a se gente dello spettacolo, cantanti rock, artisti, attori.
A metà strada tra il satanista, l'orgiastico, ma anche il cattolico. Molto simile alla setta satanico-mormonica del film Horror SILENT HILL.
Quindi dai suoi produttori magici fu "costretto" da un lato, in cambio di una notorietà mondiale, a veicolare e celebrare quella che viene chiamata in seguito ROSA ROSSA, ISHMAEL, ovvero, il sistema dei sistemi (aggiungo io, non tanto una setta ma una matrice operativa) e dall'altro ricattato ad accettare lo status quo e a non farsi troppe domande.
Utilizzato contemporaneamente come araldo e come capro, infatti la moglie, come da contrappasso, muore incinta, mentre nel film si salva in quanto accetta quella di realtà.
Polanski fu il medium perfetto per descrivere quel mondo e quei personaggi che lo abitano, ed al tempo stesso, il cristo sacrificale (sua moglie) ricattato a vita per non uscire dal binario magico prestabilito.
Negli stessi giorni in cui avveniva lo scambio cosmico tra il nascituro ed il morituro, Polanski era stato invitato in Inghilterra a presenziare il libro sulla morte della moglie, sua la prefazione, mentre Tarantino, sempre in Inghilterra, rilasciava un'intervista dove raccontava gossip sul suo prossimo film che, pare, parlerà della setta Manson e dell'omicidio di 10050 cielo drive.
Ovviamente, tutte casualità, assonanze, suggestioni, però davvero curiose ed interessanti...


La linea di successione al trono britannico:
Il terzo figlio di William e Kate sarà quinto nella linea di successione al trono.
Questi sono i 16 successori della regina Elisabetta:

• Principe Carlo: a quasi 69 anni Charles sarà il più vecchio erede ad accedere al trono britannico. Si discute se diventerà Re Carlo III o assumerà il nome di Re Giorgio VII.

• Principe William: come primogenito del primogenito della regina, William erediterà il trono dopo suo padre. C’è la piccola possibilità che Carlo abdichi in suo favore, facendo diventare così direttamente William il successore della regina Elisabetta.

• Principe George: oggi ha solo 4 anni, ma è già il terzo in linea di successione, essendo il primogenito del primogenito del primogenito della regina.

• Principessa Charlotte: come erede di riserva al trono, Charlotte farà da supporto al fratello maggiore finché non avrà una famiglia tutta sua.

• Principe Louis: è nato il 23 aprile 2018.

• Principe Harry: Fino alla nascita del neonato principe Louis, Harry era il quinto in linea di successione, ma oggi diventato sesto. Dai suoi commenti sulla possibilità di diventare re un giorno si capisce che l’idea non lo attiri così tanto. Il 19 maggio 2018 sposa l’attrice Meghan Markle.

• Principe Andrea: Il figlio secondogenito della regina, il duca di York, ora sesto, diventerà settimo in linea di successione quando nascerà il terzo figlio di William. Ciò significa che potrà ufficialmente sposare chiunque voglia senza dover prima ottenere il permesso dalla regina.

• Principessa Beatrice: è la figlia maggiore del Duca di York e l’ex moglie Sarah Ferguson

• Principessa Eugenia: è la sorella minore di Beatrice. Entrambe le sorelle possono sposare chiunque vogliano senza dover chiedere alla nonna sovrana il permesso

• Principe Edward: Il conte di Wessex è l’ultimo figlio della regina Elisabetta e il principe Filippo, ma a causa di una legge del 1701 (che è stata modificata nel 2013), Edward si trova in un gradino più alto della sorella maggiore Anna, nella linea degli eredi al trono. Non succederà la stessa cosa invece alla principessa Charlotte, che non potrà essere “scavalcata” dal fratello minore, anche se maschio.

• James, visconte Severn: ha dieci anni ed è l’unico figlio maschio del principe Edward e di sua moglie, Sophie. Perché è nato nel 2009 – la legge si applica a quelli nati dopo l’ottobre 2011 – è stato in grado di tagliare in fila davanti a sua sorella maggiore, Louise.

• Lady Louise Mountbatten-Windsor: la tredicenne, che fu damigella d’onore al matrimonio del Principe William e di Kate Middleton, pur essendo più grande del fratello James, si trova dietro di lui nella successione, poiché nata prima dell’approvazione del Crown act, che invece “tutela” la principessa Charlotte.

• Principessa Anna: Anna è la terzogenita della regina Elisabetta

• Peter Phillips: è il figlio della principessa Anna

• Savannah Phillips: è la figlia di 6 anni di Peter Phillips

• Isla Phillips: Isla, ha cinque anni, ed è la sorella minore di Savannah

• Zara Tindall: l’ultima in linea di successione ed è la primogenita della principessa Anna, sposata con l’ex giocatore di rugby britannico Mike Tindall Leggi anche: Il piano segreto che sarà attivato alla morte della regina Elisabetta.