giovedì 27 luglio 2017

MOSTRO DI FIRENZE - PROTOCOLLO DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE


Pacciani come Bossetti, e pur essendo stato il vecchio toscano un noto criminale, all'epoca fu il perfetto capro espiatorio per interpretare anche il maniaco omicida delle coppiette, nonostante fatti e circostanze lo scagionavano in maniera plateale.
E come lui tanti sono finiti in galera per colpe non commesse, come sacrifici al Moloch di turno, e ci è toccato sentire per anni ed anni la vulgata moralizzatrice che puntava il dito sempre verso gli ultimi, contadini, spazzini, operai, muratori, studenti, casalinghe e poveri diavoli, mentre le caste dovevano egregoricamente e mediaticamente apparire sempre pulite, oneste e quindi vincenti rispetto alla plebaglia costretta ad interpretare ruoli di carnefici agli occhi della società.
In realtà SEMPRE E SOLO vittime, anche e soprattutto per colpa del sentimento popolare che solerte spinge affinché venga fuori un colpevole, meglio se simile a lui, perché un VIP troppo potente lo si deve poi confliggere, e ciò comporterebbe un salto quantico di coscienza di classe che richiede evidentemente troppo sforzo spirituale e morale. Più comodo spostare il bersaglio...

Articolo FONDAMENTALE quello uscito dall'ANSA e su alcuni quotidiani, non tanto per il contenuto che parla del coinvolgimento di un vecchio mercenario fascista nelle vicende del MDF, ma per il fatto che entra in scena direttamente il discorso della strategia della tensione e le vere motivazioni dietro a certi delitti passati, questo legittima la buona controinformazione che si prenda una rivincita sulle opinioni ingenuiste ed ufficialiste che puntavano il dito verso i soliti capri espiatori finiti in galera da innocenti, sacrificati per placare l'astinenza da rogo di masse incolte e reazionarie.
I giornali ovviamente si soffermano sul gossip ridicolizzando i fatti, omettono che il coinvolgimento del vecchio mercenario non è diretto, ma è importante come anello di congiunzione tra certi mondi di una terra di mezzo utilizzata dai servizi come candidati manciuriani e per depistare dai veri responsabili dei delitti e dalle reali motivazioni dietro certi crimini.
In questo senso è importante la notizia.
Gli omicidi mediatici del MDF sono stati un singolo episodio all'interno di una più vasta STRATEGIA DELLA TENSIONE, un protocollo di strategia della tensione come lo è anche, e questo verrà fuori più avanti, tutto il palinsesto degli omicidi mediatici degli ultimi anni, da Meredith a Cogne, Erba, Elisa Claps, Melania Rea, da Yara a Sarah Scazzi, fino Marco Prato compreso.
Da oggi la controinformazione avrà una legittimazione maggiore ad affermare la verità dei fatti e l'opinione pubblica, non conoscendo il linguaggio operativo rituale del sistema, sarà costretta ad aprire finalmente gli occhi e contemplare il backstage del potere in maniera meno infantile e dogmatica di un tempo, capendo infine di aver sempre creduto a specchietti per le allodole...
Tutta la paccottiglia sociologica scolastica, psicologica da rivista che indicava un mondo di serial killer, tutti quei disperati guru che per decenni hanno fatto spiegoni sulla mente malata di potenziali killer, in solo colpo vengono tutti zittiti, azzerati, un'intera cultura di criminologia nazional-popolare sconfitta da prendere a calci in culo dinnanzi all'evidenza dei fatti.
Lo scenario è quello più classico che noi da anni con coerenza, buon senso e logica avevamo sempre spiegato con dovizia di particolari, pazienza, documentando e cercando di inquadrare i fatti con giusta visione d'insieme.

Strategia della tensione di omicidi mediatici ai quali corrispondevano sempre step strutturali di eventi transnazionali, nazionali e economico-politici, esoterici, gestiti da avanguardie di reparti come GLADIO, P-2, Rosa dei Venti, ovviamente dall'estrema destra, la cui unica esistenza è stata quella di contemplare stragi, omicidi e terrore, essendo da sempre lo strumento principe del padronato turbo-capitalista e neo-aristocratico, oggi a livello globale sostituita dalla fantomatica ISIS, avanguardia sionista di UR-LODGES reazionarie occidentali che utilizzano candidati manciuriani fondamentalisti islamici come carne da macello e reparti di contractor per le operazioni più complesse.

Come il noto scrittore Giuseppe Genna narrava nel suo capolavoro NEL NOME DI ISHMAEL, meta-romanzo che descrive in maniera sublime la realtà occulta del potere, a determinati omicidi mediatici con relativi capri espiatori, corrispondono messaggi operativi in codice che appartengono a linguaggi militar-esoterici. Gli stessi studi in modalità diversa sono stati portati avanti negli ultimi 20 anni da Cosco, dalla Carlizzi e da Paolo Franceschetti che ha avuto il merito di ampliare certi concetti, espandendoli a diversi omicidi mediatici e raffigurando una strategia operativa che agisce anche a livello internazionale.
Sono gli stessi paradigmi che descriveva sapientemente ELIO PETRI nei suoi meravigliosi film denuncia, ma pure l'ultimo e più interessante PASOLINI, narrando come il potere costituito faccia omicidi anche apparentemente casuali per DIALOGARE in codice, addirittura multi omicidi che serviranno a comporre frasi che potranno essere usate militarmente come START di operazioni, omicidi che verranno dal sistema attribuiti successivamente a poveri cristi, i quali diventeranno i soliti capri espiatori che tutti voi ben conoscete e potete osservare in TV, strumento ed ORACOLO del plagio emozionale e della psicologia di massa.
La cosa importante da oggi non è tanto sapere chi sono stati i colpevoli o meno, i nomi ce li possiamo scordare. ma piuttosto quali mondi stanno dietro a certi delitti, mondi che la gente nega e che da oggi negherà un po' meno in quanto ufficializzati non da "noi complottisti", ma presentati a denti stretti dai media come possibilità reale e non dalla solita visionaria versione dietrologica.


Qui sotto il sunto dell'articolo dell'ANSA che apre nuovi scenari:
Per i delitti del mostro di Firenze ci sarebbe una nuova pista che legherebbe gli 8 duplici omicidi alla 'strategia della tensione', a una 'pista nera'. Il pm che ha sempre indagato sui delitti del mostro, Paolo Canessa, ora procuratore capo a Pistoia, avrebbe indagato secondo quanto scritto sui quotidiani locali, un ex legionario, Giampiero Vigilanti, 86 anni, residente a Prato. 
L'inchiesta sarebbe condotta in collaborazione con il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. L'uomo, secondo quanto spiegato, conosceva Pietro Pacciani: come lui nel 1951 abitava a Vicchio, nel Mugello, quando quest'ultimo uccise l'ex rivale sorpreso con la sua ragazza. Vigilanti sarebbe stato sentito da Canessa più volte negli ultimi mesi e condotto nei luoghi dove vennero uccise le coppiette. Era già stato coinvolto marginalmente dalle indagini. La pista nera era stata già emersa 30 anni fa e poi ripresa dopo un esposto dell'avvocato Vieri Adirani, legale dei familiari di Nadine Mauriot, una delle vittime del mostro.
Ex legionario: 'Non ho paura, sono in regola' - "Non ho paura di niente, non ho fatto nulla". Così l'ex legionario Giampieri Vigilanti, l' 86enne al centro della nuova inchiesta sui delitti del 'mostro di Firenze' ai microfoni della Tgr Rai della Toscana. "Ho sempre avuto quattro pistole: sono venuti da me - dice riferendosi agli inquirenti - e poi se ne sono andati, quindi vuol dire che sono in regola". Quanto alla sua conoscenza con Pietro Pacciani "lo conoscevo io - ha risposto - come lo conoscevano tutti. Io sono a posto, sono in regola".

Qui sotto il sunto dell'articolo della NAZIONE:
Firenze, 26 luglio 2017 - Un ex legionario, originario del Mugello come Pietro Pacciani. Abile a sparare, appassionato di armi e frequentatore di poligoni. Legato agli ambienti dell’estrema destra e anche a quelli dei servizi segreti. Si racconta che organizzasse campi di addestramento sulla Calvana, negli anni della P2 e di Gladio. Adesso è ufficialmente sospettato di aver avuto un ruolo negli omicidi del mostro di Firenze. Trentadue anni dopo il delitto degli Scopeti, l’ultima delle otto coppiette trucidate con la solita, introvabile, Beretta calibro 22, c’è almeno un altro indagato per la storia che ha fatto conoscere al mondo il lato più oscuro del capoluogo toscano. I più attenti, si ricorderanno di Giampiero Vigilanti, classe 1930, perché lambito dalle indagini che poi virarono su Pacciani e i compagni di merende. Da diversi mesi, Vigilanti, ora residente a Prato, è sotto torchio. L’ex legionario, alto e forte anche oggi che ha 86 anni, è stato accompagnato nei luoghi dei delitti. Dice e non dice. Sembra però sapere. Molto, tanto che dalle sue parole, i carabinieri sono arrivati a perquisire anche un medico che vive in Mugello il cui grado di coinvolgimento è ancora da chiarire.

Ma questa silenziosa svolta nell’indagine tenuta ostinatamente aperta dal procuratore Paolo Canessa, con l’aiuto del collega Luca Turco, apre anche una inedita e clamorosa pista ‘nera’: delitti studiati a tavolino o cavalcati in ambienti eversivi per distrarre magistrati e opinione pubblica da ciò che accadeva nell’Italia della strategia della tensione. Il primo a indicare questa strada, a suon di esposti, è stato il legale della coppia di francesi uccisa nel 1985 agli Scopeti, l’avvocato Vieri Adriani. Ci sono sinistre vicinanze tra stragi e misteri di quel difficile periodo storico e i delitti del mostro. Il 4 agosto ’74 esplode la bomba sull’Italicus, il 14 settembre il mostro uccide a Sagginale Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore. Prima che il 6 giugno ’81 a Mosciano venissero massacrati Carmela Di Nuccio e Giovanni Foggi, imperversava la storia della loggia di Licio Gelli e c’era stato l’attentato al Papa, senza dimenticare la bomba a Bologna dell’80.

Il 23 ottobre ’81, il giorno dopo l’uccisione a Calenzano di Susanna Cambi e Stefano Baldi, c’era uno sciopero generale. Il giorno prima che Antonella Migliorini e Paolo Mainardi morissero sotto i colpi della calibro 22, era stato ritrovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra il banchiere Roberto Calvi. Il 9 settembre ’83 vengono ritrovati i cadaveri dei tedeschi Uwe Rusch e Horst Meyer: il 10 agosto precedente era evaso Licio Gelli dal carcere svizzero.
E, secondo la nuova chiave di lettura, non sarebbero casuali le vittime. La Pettini, era la figlia di un partigiano di Vicchio. Il giorno del delitto, ricorreva il trentennale della liberazione del Paese e alcuni dettagli fanno pensare a una esecuzione in stile nazifascista: i vestiti dei due fidanzati vennero ritrovati piegati fuori dalla macchina, come se fosse stato dato loro un ordine sotto il tiro dell’arma. L’ex legionario conosceva Pacciani, di cinque anni più anziano di lui, e come lui viveva a Vicchio nel 1951, quando il contadino uccise il rivale sorpreso ad amoreggiare con la fidanzata.

Dopo un primo tentativo alla fine degli anni ’40, Vigilanti si arruolò nella Legione subito dopo la condanna di Pacciani, nel 1952. Un’altra coincidenza? L’ex legionario, che rientrò in Italia nel 1960, ha conosciuto anche i ‘sardi’, perché ha abitato nella stessa strada di Salvatore Vinci, a Vaiano. A Vigilanti, gli investigatori si erano avvicinati già nel 1985: gli trovarono articoli della Nazione sul delitto di Sagginale del ’74, una pagina sulla strage dell’Italicus, i ritagli dell’elezione del presidente Cossiga. La polizia tornò a casa dell’ex legionario per caso, nel ’94, a causa di una denuncia di un vicino, con cui aveva avuto una lite. Quella volta, spuntarono 180 proiettili Winchester serie H: gli stessi del mostro, fuori produzione, all’epoca, da almeno una dozzina d’anni.


http://www.ansa.it/toscana/notizie/2017/07/26/mostro-firenze-indagato-ex-legionario_b561b31b-84df-4be1-84b8-4e9c0e174c4c.html
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-firenze-indagato-1.3293255
http://www.lanazione.it/firenze/commento/mostro-firenzwe-1.3293422


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