mercoledì 27 gennaio 2016

"QUELLA SVERGOGNATA DELLA VENERE CAPITOLINA..." OVVERO, IRAN CHIAMA ITALIA


[x]

In occasione dell'incontro istituzionale tra Matteo Renzi e il presidente dell'Iran Rouhani in Campidoglio, alcune statue di nudo dei musei Capitolini sono state coperte con dei pannelli bianchi su tutti i lati. La decisione sarebbe stata presa in segno di rispetto alla sensibilità e alla cultura iraniane. Queste, secondo quanto si è appreso, le opere che sarebbero state "nascoste": la Venere Esquilina, il Dioniso degli Horti Lamiani e un paio di gruppi monumentali, uno raffigurante un leone che azzanna un cavallo e uno delle fanciulle.
Il caso è diventato politico.
(Repubblica)
"Per non mettere in "imbarazzo" il presidente iraniano si è messa in imbarazzo la cultura millenaria di un intero Paese: coprire le statue ai musei Capitolini è un atto di enorme provincialismo da parte di un Governo che interpreta le relazioni internazionali in maniera assai singolare" (Civati)

Roma ha srotolato il tappeto rosso per il presidente iraniano Hasan Rohani, arrivato lunedì pomeriggio; da questa sera lo stesso farà Parigi.
Italia e Francia sono le tappe della prima visita del presidente iraniano in Europa da oltre un decennio, e la prima da quando Teheran ha firmato un accordo con sei potenze mondiali e l’Unione europea per risolvere la controversia sul suo programma nucleare. 
Proprio pochi giorni fa, il muro di sanzioni che negli ultimi anni aveva isolato l’economia iraniana ha cominciato a disfarsi.
Rohani oggi rappresenta un paese rientrato in pieno sulla scena internazionale, politica ed economica. E ha ricevuto un’accoglienza a dir poco calorosa, almeno a Roma, tra un incontro con il premier Matteo Renzi e una cena con i dirigenti della grande industria italiana, fino all’incontro in Vaticano con papa Francesco, dove l’ospite iraniano ha ripreso il tema della tolleranza e del dialogo tra le civiltà: “chiesa, sinagoga e moschea devono convivere”, ha affermato.
L’Iran si ripresenta come un interlocutore politico: lo riconosce il Vaticano, che in un comunicato sottolinea “il ruolo importante dell’Iran, insieme ad altri paesi della regione, per promuovere soluzioni politiche alle crisi che affliggono il Medio Oriente”. Anche Renzi dichiara che “con l’Iran al tavolo internazionale sarà più facile vincere la sfida al terrorismo e allo Stato islamico”.
L’Iran è un mercato appetibile: due terzi dei suoi abitanti sono giovani istruiti e connessi con il mondo.
Il tour europeo di Rohani ruota in gran parte attorno alle relazioni economiche. Non per nulla la delegazione iraniana comprende il ministro del petrolio e un centinaio di imprenditori e alti funzionari di banche, e tra i momenti salienti della visita a Roma c’è stata la firma di accordi per investimenti di circa 17 miliardi di euro. Ne beneficiano le imprese italiane Saipem (un gasdotto), Danieli (siderurgia), Finmeccanica (aerei Atr), il gruppo Gavio (strade e ferrovie).
L’interesse è reciproco. L’Iran oggi è “il mercato più interessante al mondo”, come ha detto il presidente dell’Agenzia del commercio estero Riccardo Monti, durante un business forum italo-iraniano organizzato da Confindustria martedì. 
Chiaro: si tratta di un paese di 75 milioni di persone di cui due terzi hanno meno di 35 anni, giovani istruiti, dinamici e connessi con il mondo. Ha una buona base industriale e di competenze tecniche, e consuma. È uno dei grandi produttori di petrolio e gas naturale, ma rispetto ai paesi del Golfo ha un’economia molto più diversificata e meno dipendente dagli idrocarburi (nella finanziaria per il 2016 il petrolio fa il 20% del bilancio; ancora pochi anni fa era il 70 per cento).
L’Iran attuale cerca investimenti: “Un tempo pensavamo a comprare prodotti e macchinari. 
Oggi pensiamo a comprare la fabbrica”, ha dichiarato a Roma il presidente della camera di commercio di Teheran. 
Una miniera d’oro per le aziende italiane. E non solo italiane: “Dobbiamo correre, in Iran c’è la fila per investire”, ha detto ieri Monti. Per questo era tanto importante per l’Italia essere la prima tappa della prima visita del presidente Rohani. 
In questi due giorni sono stati più volte evocati gli antichi rapporti, il ricordo di Enrico Mattei e dell’Eni degli anni ‘60, le piccole e medie imprese che non hanno mai smesso di lavorare in Iran.
Per Rohani è fondamentale mostrare agli iraniani che l’accordo nucleare e la fine delle sanzioni si tradurranno presto in miglioramenti concreti.
La fine delle sanzioni è una svolta, senza dubbio. Tra i benefici, il più immediato sarà sbloccare circa 30 miliardi di dollari di fondi iraniani congelati in banche estere: il governo di Teheran conta di spenderne parte per investire in ferrovie, porti e aeroporti, e nuovi aerei (è in discussione l’acquisto di 114 nuovi velivoli Airbus).
Nel lungo termine però l’Iran spera di attrarre nuovi investimenti. E poiché gli Stati Uniti mantengono molte sanzioni bilaterali, a concorrere per il nuovo mercato sono gli europei. 
O meglio: l’Europa e la Cina, che negli anni delle sanzioni ha riempito molti degli spazi lasciati proprio dalle imprese occidentali, e non ha certo intenzione di mollare: prima di partire per Roma, Rohani ha ricevuto il presidente cinese Xi Jinping, che ha preso impegni per circa 600 miliardi di dollari di investimenti nei prossimi dieci anni.
(Marina Forti-Internazionale)


Penso che, politicamente sia stato fatto un ottimo lavoro, credo che Renzi ed i suoi mentori, finalmente abbiano agito per il meglio e si portino a casa un bel risultato, anche se la faccenda viene percepita come una resa incondizionata della nostra cultura rispetto a quella islamica, un'ospitalità troppo buonista, non dovuta e spinta verso un presidente barbaro e musulmano.
Invece, NO...!!!
Ritengo che l'aver coperto le "vergogne" delle nudità delle statue, come un novello Savonarola, per non imbarazzare il presidente iraniano, non sia ovviamente la ragione principe dell'apparente maldestra e provinciale azione del nostro governo. Ritengo che i tappeti rossi, oltre ad ingraziarsi i futuri grandi investimenti di un paese che si appresta a diventare il faro della modernità islamica, siano un messaggio politico simbolico ben preciso.
Penso che siano sigilli precisi di future alleanze politico-economiche, una sorta di linguaggio in codice per confermare decisivi step e passaggi strutturali.
Con questo atto Renzi tenta l'ultima carta per rendersi "autonomo" dagli USA e da Israele, almeno su alcuni aspetti geopolitici, ed al tempo stesso, per veicolarsi come uomo decisivo dell'anno ed essere finalmente accettato nei salotti buoni di quelle UR-LODGES che ancora lo vedono come corpo estraneo alla loro bolla neo aristocratica.
In primis, si assicura nuovi partners economici di ampio raggio, collegati anche con l'oriente, in testa la Cina, poi si assicura il futuro medioriente che tanto osteggiano alcuni apparati neocon americani e l'attuale governance israeliana, perché un islam moderno e moderato risulta un impaccio alla reazionaria volontà militare espansionistica di certi poteri forti. 
Il suo operato è legittimato da un islam forte ed aggressivo, mentre un islam moderno e dialogante metterebbe in crisi tutta quella politica basata sul vittimismo giustificazionista di una realtà che smetterebbe di esistere, con tutte le conseguenze economico-militari annesse.
Ad Israele, ad alcuni reparti statunitensi, alla Turchia, all'Arabia Saudita ed a certi poteri forti transnazionali di estrazione neo aristocratica, fa paradossalmente comodo un Islam reazionario, brutale, triviale, terrorista ed arretrato, proprio per poter giustificare la loro condotta politico-militare, atta alla guerra perpetua. Israele subì un bel colpo quando la governance di Obama riuscì a strappare questa grande conquista, ovvero gli accordi sul nucleare con l'Iran, perché avere dei vicini di casa che possono crescere economicamente e possono farsi rispettare, equivale ad avere vicini scomodi, meglio paesi terroristi che possano giustificare un certo credo ideologico sionista guerrafondaio.

Ritengo che questa visita rappresenti e sancisca passaggi fondamentali strutturali per le nuove alleanze in progress, dove i vecchi schematismi reazionari vacilleranno e dove gli USA ed Israele, dovranno fare i conti anche con altre realtà, precedentemente, considerate stati canaglia.
Ma non credo che questi poteri reazionari e le loro lunghe mani occulte, resteranno a guardare.
Probabile che dopo queste nuove alleanze, tornerà una nuova stagione terroristica, voluta proprio da quelle UR LODGES che coltivano l'ISIS, il terrorismo islamico e la propaganda fascistoide in tutto l'occidente. Aspettiamoci un rigurgito terroristico e nuove minacce a breve anche sul suolo italico.
Non a caso anche questa notizia, come tante altre veicolata in rete e sui media, è diventata un'altra scusa per alimentare il divide et impera, foraggiando il razzismo, veicolando gli islamici sempre e solo come cattivi ed incivili, diversi endemicamente da NOI, come estranei e scomodi vicini di casa...
Andando oltre le notizie ufficiali che, come ben sappiamo, sono viziate in origine e talvolta inventate in toto, scopriamo che non sono SOLO le nudità ad essere state coperte, ma soprattutto altre statue e non necessariamente svestite, mentre altre sono state lasciate stranamente scoperte.
La Venere Esquilina, il Dioniso degli Horti Lamiani e un paio di gruppi monumentali, uno raffigurante un leone che azzanna un cavallo. Ecco, mi soffermerei su quest'ultimo capolavoro, dal forte sapore simbolico.  
L'immagine di quelle carni dilaniate dal morso del leone, del cavallo azzannato ancora scalpitante, ma ormai sopraffatto, "erano nel Medioevo allegoria non solo del potere di Roma e del Senatore ma, in un certo senso, della giustizia tout court: ai suoi piedi, infatti, si leggevano e talvolta si eseguivano le sentenze capitali comminate dal Senatore". 
Non stupisce che un capolavoro di tale potenza, legato alla produzione artistica connessa con la figura di Alessandro Magno, abbia attratto oltreoceano più di 500mila visitatori e che sia oggetto del messaggio in codice, insieme alle altre presunte nudità.

"QUELLA SVERGOGNATA DELLA VENERE CAPITOLINA..."
cit.






1 commento: