giovedì 29 dicembre 2016

2016: FUGA DA BERLINO...


HATHOR PENTALPHA presenta:

2016-FUGA DA BERLINO 
Regia: Alfred Rosenberg III° detto Junior
Soggetto e sceneggiatura: Hathor Pentalpha
Musiche: George Michael & il Coro dell'Armata Rossa
Attori: Anis Amri nella parte del terrorista magro 
Amri Anis nella parte del terrorista grasso
Lukas Urban nella parte dell'autista polacco 
Cristian e Luca nella parte degli eroi poliziotti
Marzuk Magda Allarm nella parte del kebabbaro misterioso.
Con la partecipazione straordinaria di Marco Minniti nella parte del Ministro dell'Interno.

Recensione di Ludovico Sgambati Sforza:
- Film interessante anche se non riuscito del tutto. Senza nascondersi dietro l'ausilio di troppi effetti speciali, racconta la tragedia del terrorismo attraverso il punto di vista dell'autore della strage.
Opera pretenziosa che voleva essere esistenzialista, dove l'azione è stata ridotta ai minimi termini per lasciar spazio alle ansie del protagonista, dove i morti della strage sono solo la macabra scenografia per raccontare altro, ma che non è riuscita ad essere credibile fino alla fine.
Peccato che il regista riesca impunemente a rovinare tutto nel secondo tempo. Dopo la famosa scena incomprensibile dei documenti lasciati sul sedile, la storia inizia ad essere sempre più surreale fino a sfociare nel visionario demenziale. Qui il buon Rosenberg III° detto Junior, spreca un'ottima sceneggiatura ed una buona occasione volendo offrire una visione troppo autoriale in contraddizione con la prima parte del film più sobria e realista, perdendo le redini del controllo. Quello che ci preoccupa maggiormente è che potrebbe essere il primo di una lunga trilogia annunciata, visto gli incassi ai botteghini. Augurandoci che nel seguito vengano risolti gli arcani enigmatici, vi invito a vederlo senza troppe pretese e ben sapendo che è un film da 2 bollini.

-Anis Amri è il terrorista tunisino che avrebbe fatto l'attentato al mercato di Berlino, ma il regista ci lascia un remoto dubbio: è stato lui, è tutto un sogno, quali dei volti mostrati nelle fototessere è il vero Anis, come sono andati veramente i fatti?
Il criminale, dopo aver ucciso l'autista polacco del tir ed averlo nascosto nel retro, a folle velocità, si sarebbe schiantato sulla folla provocando una strage tra i passanti, uscendo incolume dall'abitacolo distrutto dall'impatto, non prima di aver lasciato, come da tradizione, i suoi documenti, scappando tra la folla senza essere visto e senza essere fermato, fino ad arrivare in stazione a Berlino per prendere il treno per Lione, senza essere fermato dalle forze dell'ordine per nessun controllo, senza riportare nessuna ferita, pronto per partire come niente fosse. 
Qui iniziano le incongruenze vistose, ma forse l'autore si muove tra il realistico e l'onirico, volendo ostentare un manierismo troppo accademico nella messa in scena.

-Dalla Francia con furore, sempre senza nessun controllo e sempre senza essere visto da alcuno, arriva a Torino e, nonostante oramai fosse un ricercato internazionale a causa dei documenti "dimenticati" sul camion e con le foto veicolate da tutti i tg del mondo, prende l'ennesimo treno per Milano senza problemi.
Ma ancora nulla, meglio di 007, il nostro terrorista si reca a Sesto San Giovanni in piena notte, in barba agli orari ufficiali del sito di Trenitalia, dato che non esistono tratte notturne di treni e di bus dopo un certo orario per quella località. Quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio della speranza.
Potendo arrivare a Sesto San Giovanni non oltre le 24.00, sarebbe stato ingenuamente davanti alla stazione dei treni vicino alla strada, nella ovvia possibilità potesse passare chiunque, ben 3 ore e mezza, ma ci sarebbe stato fino al mattino se, per incanto non fosse stato fermato da una volante di passaggio.
Anche in questa parte del film non si comprende bene se l'autore voglia soffermarsi sulla tensione della fuga, facendo immedesimare lo spettatore, oppure abbia volutamente esagerato sotto la pressione della casa di produzione.

-Al posto che nascondersi istintivamente dietro o dentro qualsiasi anfratto, aspettando l'arrivo di contatti, o, semplicemente, fino all'arrivo del prossimo treno della salvezza, ha preferito bighellonare e ciondolare in lungo ed in largo nella piazzetta della stazione in piena notte, visibile da tutti, non si capisce bene per quale motivo. Senso di colpa, innata propensione masochistica suicida?
Il regista non chiarisce fino in fondo le vicissitudini.
Durante il controllo degli agenti, finalmente giunti dopo una misteriosa chiamata che allarmava di spari uditi nella zona, avrebbe provato a mentire simulando un accento calabrese, ma dalla dichiarazione lasciata ai media, uno dei due poliziotti ci riferisce di aver capito subito che non si trattava di un calabrese doc, ed insospettito, solo dopo avrebbe chiesto i documenti ad Anis...
Qui il regista perde completamente il controllo sfociando nel delirio, anche se alcuni colleghi hanno ritenuto fosse tutto voluto, un modo inusuale per lasciare sconcertato il pubblico, in una sorta di stile sicuramente sopra le righe che cade nel fumetto. Ma la parte più comica, quella che rovina tutto, ed è un peccato, perché potevano essere fatte diverse scelte, è il tragico finale, per la precisione nelle ultime battute del protagonista oramai braccato...
"Cazzo, i documenti li ho lasciati nell'abitacolo del Tir, che stupido, se me li fossi portati dietro, non saprebbero chi sono, non sarei ricercato e, soprattutto, li avrei mostrati alla polizia senza problemi... Non dovevo fingere di essere calabrese..."
Pensò Anis, prima di afferrare la pistola e scaricarla sul povero agente malcapitato...
"La pistola, devo provare a sparare prima di loro, sento che è la fine, ecco, sparo, fuoco... Cazzo l'ho preso alla spalla di striscio, mi nascondo dietro l'auto, ora sono rannicchiato, eccolo, lo sento arrivare... Chiudo gli occhi, ciaone Allah... 

-Sullo sfondo della piazza un sinistro kebabbaro osserva silente tutto e chiude le serrande senza dare troppo nell'occhio.
Il film si conclude così, ma dopo la morte di Anis, quando i titoli di coda sembravano terminati, ecco che arriva la vera ultima sequenza, quella che ci prelude il seguito della trilogia.
Minniti, curiosamente calabrese doc non come Anis, chiama personalmente la Merkel rassicurandola che le forze dell'ordine italiane hanno risolto la vicenda fermando ed uccidendo il pericoloso terrorista scampato alle frontiere di mezza Europa...
La Germania a reti unificate si congratula con l'Italia per l'efficienza della nostra polizia.
Dall'ospedale i due agenti salutano il mondo, tra selfie, ringraziamenti e sorrisi, circondati dai fan. 
Minniti ci tiene a sottolineare che i due poliziotti non rischiano nulla a farsi vedere pubblicamente, anzi, sono già diventati gli eroi nazionali di questo triste Natale rosso sangue ed hanno aperto una pagina su FB dedicata ai miracoli di Padre Pio. Il film termina con un inquietante interrogativo... 
Chi è dei volti mostrati in fototessera il vero Anis?
Quello più magro o quello più grasso con le labbra gonfie?
E chi ha fatto la misteriosa telefonata tradendo Anis? Il kebabbaro notturno di cui si intravede solo l'ombra?
Buona visione a tutti...





mercoledì 21 dicembre 2016

PAPE SATAN, PAPE SATAN ALEPPO... NATALE ROSSO SANGUE



Un giovane poliziotto di 22 anni ha ucciso l'ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, sparando contro di lui durante una mostra fotografica ad Ankara. L'attentatore è stato poi ucciso in un blitz della polizia turca. "Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui". È questa una delle frasi che l'attentatore avrebbe urlato prima di sparare all'ambasciatore russo. L'uomo è stato identificato come un diplomato dell'accademia di polizia di nome Mert Altintas, di 22 anni.
L'omicidio dell'ambasciatore russo è "chiaramente una provocazione" mirata a minare i rapporti russo-turchi e "il processo di pace in Siria promosso dalla Russia, dalla Turchia, dall'Iran e da altri paesi", ha detto Vladimir Putin.
Germania sotto choc. Un camion si è schiantato contro un affollato mercato di Natale a Berlino. Diversi morti, almeno 12, e circa 48 feriti.
Il camion ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo.
"So che per noi tutti sarebbe particolarmente difficile da tollerare se si confermasse che a compiere questo atto e' stata una persona che ha chiesto protezione e asilo in Germania": lo ha detto la cancelliera Angela Merkel in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa da varie tv.
Il sospetto terrorista arrestato nega il crimine: il 23enne finora contesta tutto. Le autorità tedesche stanno cercando, attraverso il test del dna, di verificare se il pachistano fermato sia effettivamente coinvolto nell'attentato. 
L'Isis avrebbe rivendicato l'attacco. La PMU, la coalizione delle milizie irachene che combattono il califfato, ha letto la rivendicazione su un canale online dell'Isis.
"Il crimine commesso contro i cittadini civili sconvolge per la sua crudeltà e il cinismo": lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze inviato alla cancelliera Angela Merkel.


http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/12/19/ankara-ferito-ambasciatore-russo-in-turchia.-un-uomo-ha-sparato-contro-il-diplomatico_ed3165f6-d29a-44a8-b988-4bda80a9ad82.html
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/12/19/camion-contro-mercato-di-natale-a-berlino-diversi-feriti_c0f0cc26-1b9a-4fef-ac1f-d40ed862077e.html


I due attentati, avvenuti quasi simultaneamente, sono legati tra loro e svolgono diversi compiti occulti. La situazione internazionale con il suo risiko geo-politico è in continuo mutamento e gioca a carte scoperte, spesso barando, ma sempre sulla pelle delle persone. Le continue tensioni tra leadership e governance partoriscono frutti amari, le renne della slitta di babbo natale sono lorde di sangue, un natale rosso sangue ed il buon vecchio barbuto non riesce più a stabilizzare la rotta del suo antico carro per il lungo viaggio invernale, ma per fortuna il suo abito è dello stesso colore.
Questa volta ha deragliato dentro un mercatino natalizio che lo rappresentava, nei pressi della Chiesa del Ricordo a Berlino, e non era la slitta celeste ma un camion nero gigante, segno dei tempi...
All'interno della parte vecchia della chiesa, precisamente nella base della torre rimasta come rovina, trova collocazione il Gedenkhalle (Memoriale), una sorta di museo della chiesa. Qui si trovano documenti storici della chiesa, alcuni dei mosaici contenuti nell'edificio, fra cui il "Mosaico degli Hohenzollern", e una figura del Cristo di Hermann Schaper, che originariamente si trovava sull'altare maggiore, scampata ai bombardamenti.
Soprattutto vi si trovano i simboli della riconciliazione dei tre paesi che una volta erano nemici, ovvero una croce costruita con i chiodi ritrovati nelle ceneri delle rovine dell'antica cattedrale di Coventry (distrutta dai bombardamenti tedeschi), un'icona russa a forma di croce, dono del vescovo ortodosso di Volokolamsk e Yuryev, nonché la Madonna di Stalingrado, il disegno creato durante l'omonima battaglia dal sacerdote e medico militare tedesco Kurt Reuber.

In Turchia invece abbiamo assistito ad una performance da biennale, una rappresentazione macabra e dissacrante degna dell'artista Cattelan nella sala principale della Galleria di Ankara, dove era in corso una mostra fotografica. La guardia del corpo della security, come nei miglior film cospirazionisti di 007, si è trasformata in terrorista ed ha ucciso l'ambasciatore russo.
Caso volle che l'ambasciatore questa volta ha portato pena a se stesso, forse perché è stato ucciso proprio davanti ad una simpatica foto che ritraeva un cannone puntato sulla sua testa, quando si dice il fato...
I due episodi criminali avvenuti alle porte del Natale, hanno in comune l'aspetto della messa in scena filmica, sembrano diretti da un regista esperto, 2 scene dello stesso film, due location differenti ma intimamente legate, due diversi contesti apparenti, due percorsi che portano lontano verso gli stessi obiettivi che si prefiggono i suoi produttori.
Proverò ad analizzare cosa è successo in questi giorni.

Il primo macro-messaggio è rivolto contro il premier russo riguardo l'ingerenza e la permanenza in Siria, e di conseguenza contro all'asse PUTIN-TRUMP, ed avendo superato l'ultimo ostacolo dei Grandi Elettori in USA, è un monito al neo-presidente a seguire la stessa agenda internazionale precedente, senza troppe personalizzazioni che recherebbero danno e perdita di tempo per l'edificazione dell'opera globalista in atto.
Il secondo messaggio, che va nella stessa direzione di cui sopra, è quello di dividere l'asse turco-russo, creando precedenti, ricatti e moniti oscuri, nel caso gli intenti proseguissero nella stessa traiettoria inaugurata dai premier Erdogan e Putin, di minare i rapporti diplomatici tra i due paesi, quindi un'operazione contro l'asse euroasiatico.
Il terzo messaggio è contro la Merkel, contro la Germania, per una rinnovata supremazia USA, per quanto più isolazionista possa essere in futuro la politica del nuovo presidente americano, e contro l'asse iniziatico MERKEL-PUTIN, essendo entrambi nello stesso contenitore massonico della UR-LODGE GOLDEN EURASIA.
Non è un caso, come ricordavo precedentemente, che l'attentato di Berlino sia avvenuto nei pressi della Chiesa de Ricordo, simbolo di riconciliazione russo-germanico.


Ricapitolando...
Putin in questo processo viene isolato politicamente e ne viene indebolita l'immagine, viene frenato il suo interventismo in Siria contro lo Stato Islamico; sono altri attori che devono occuparsi delle questioni mediorientali.
Vengono resi innocui ed allineati anche i suoi alleati odierni, i turchi su un piano squisitamente più geopolitico e militare, e la Merkel, quindi la Germania, su di un piano massonico e di riflesso di supremazia economica, senza considerare gli attriti fisiologici già esistenti tra i tedeschi ed i russi.
Avvenuta celebrazione controiniziatica di Trump a nuovo leader del cosiddetto NWO, celebrazione che si completa con il controllo a vista della sua agenda politica, in particolar modo riguardo alla sua presunta alleanza con Putin, unica condizione possibile per regnare senza problemi ed interferenze cospirative del suo governo ombra.
Un giro di ruota per riordinare il parco giochi, grandi pulizie di fine anno...

Scenografia e capro sacrificale, la Siria ed Aleppo, terra di sangue, macerie e morti, soprattutto tra i civili...
E allora vi saluto ricordandovi cosa scrisse il buon Dante all'inizio del VII canto dell'Inferno:
"Pape Satàn, pape Satàn aleppe"






mercoledì 14 dicembre 2016

COS'E' QUESTO GOLPE? IO SO... di PIER PAOLO PASOLINI (IN RICORDO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA)


Corriere della Sera, 14 novembre 1974
Cos'è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini



Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della CIA (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della CIA, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere.
Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. 
Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.
Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. 
Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. 
In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. 
In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. 
Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. 
In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. 
È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? 
È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. 
E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.
L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. 
Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). 
Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.


Interessante intervista di Luciano Lanza a Guido Salvini

Ricordiamo anche questa interessante intervista di Franco Melandri a Luciano Lanza
Luciano Lanza, giornalista e saggista, ha recentemente pubblicato il libro Bombe e segreti -Piazza Fontana 1969, edizioni Elèuthera.



Quando si commemora la Strage di Piazza Fontana, avvenuta oggi nel 1969, le 'autorità' si affrettano a sottoscrivere che ad organizzarla fu lo 'Stato deviato', lo 'Stato parallelo' o, ancora più ipocritamente, 'spezzoni di Stato deviato'.
Ecco, dopo 47 anni sarebbe il caso di dire la verità. Quello di Piazza fontana E' lo Stato nel pieno delle sue funzioni, con tutti i suoi servitori e rappresentanti pronti a servire e rappresentare. Non c'è deviazione alcuna. Lo Stato può essere SOLO così, quello del 12 dicembre 1969, con il suo seguito di incarcerati innocenti e defenestrati affetti da 'malore attivo'. E' così anche oggi e sempre lo sarà. Non esiste uno Stato buono: rassegnatevi.

Luciano Lanza, giornalista e saggista, ha recentemente pubblicato il libro Bombe e segreti -Piazza Fontana 1969, edizioni Elèuthera.
cit. Guido Santi

mercoledì 7 dicembre 2016

IL GRANDE ESEMPIO DEI SIOUX DOPO LA SBORNIA ELETTORALE REFERENDARIA...




La vittoria del NO è stata importante su di un piano sottile simbolico, come esempio di ribellione allo status quo, contro il PD, il Governo e le politiche centrali dell'EU, più che su di un piano meramente tecnico e pratico per cambiare la politica italiana, che continuerà come prima, peggio di prima.
Questo nel periodo storico in cui viviamo oggi, dove i poteri forti agiscono oramai in prima persona indisturbati e sono piuttosto palesi, non certo occulti.
Io per questo motivo ho votato NO, come segnale, perché la direzione era verso una visione peggiorativa ed esclusivista del potere politico, il SI non rappresentava un cambiamento progressista, ma un ulteriore fase della Troika, un suo involutivo aggiornamento, era paradossalmente quello il paradigma più conservatore.
Ho spiegato le ragioni a tante persone del NO, ho scritto articoli sui social per il NO, usato la radio per il NO e nel mio piccolo, ho consigliato la mia di visione, portando alla ragione alcuni amici schierati apertamente per il SI, talvolta convincendoli a cambiare idea, a volte scontrandomi con un muro di gomma fideistico che sarebbe buona cosa abbattere per il futuro.
Ritengo però sia stata una vittoria di PIRRO, per carità, importante e necessaria, ed infatti abbiamo vinto, ma che conta poco e soddisfa solo alcuni aspetti, lasciandoci nell'illusione generale di una distorsione generale...
Oggi l'asse si sposta ulteriormente a destra, i rigurgiti populisti soffieranno sul fuoco alimentando l'incendio, dobbiamo stare tutti in allerta e monitorare il corso degli eventi. 
Questo avviene perché il grande potenziale popolare a sinistra dell'arco costituzionale, l'associazionismo, l'antagonismo, o ancora più semplicemente una certa sinistra democratica della civis che non si riconosce nel PD, NON E' rappresentata a livello istituzionale. 
In questo vuoto pneumatico globale questo contenitore mancante e presente solo in potenza, evocato ma non materializzato, è invece già sostituito da un contenitore uguale/opposto reazionario che rappresenta il piano B dei poteri forti.
Esso rappresenterà l'EURO 2.0, quella nuova Comunità Europea sempre liberista, magari "diversamente liberista", però più militarizzata, intimamente nazionalista ed elitaria, in continuità con il passato per quanto riguarda l'agenda economica, meno liberale per quanto riguarda i diritti civili, che concederà alle masse un conservatorismo compassionevole, brutta imitazione di un ancora assente Keinesismo, di cui si sente tanto la mancanza e del quale avremmo tanto bisogno.
In italia, a meno che una "sinistra immaginaria" e una sinistra interna al 5S si uniscano in un fraterno abbraccio più o meno mortale, ci sarà il passaggio di consegne ai populismi o ai rimpastismi europeisti, oltre alla sempreverde presenza di nuovi tecnici che sostituiranno vecchi tecnici scesi dall'astronave tecno-europea.


Ritengo che le elezioni siano importanti, meglio partecipare che non partecipare, ma al tempo stesso, in questa epoca, strumento poco efficace ed obsoleto, che va perfezionato ed implementato con tanto altro, che va ripensato, aggiustato senza limiti creativi, uscendo dagli schemi preconfezionati.
Questo non tanto per la pratica democratica che coinvolge milioni di persone, quella è sempre cosa buona e positiva, come è positiva ed augurabile una partecipazione sempre più attiva nelle piazze, ma per il fatto che viviamo in un periodo di passaggio e trasformazione dove il potere si accentra giorno dopo giorno, perché è più elastico e veloce della società civile, pensa di più, ha il tempo per farlo e quindi agisce MEGLIO nella realtà concreta.
Bisogna capire bene gli scenari futuri ed iniziare a chiederci il PERCHE' delle cose, piuttosto del COME, prenderci il tempo necessario per avere una buona visione d'insieme generale, individuando i bersagli attraverso la giusta comprensione della logica del potere che per natura si replica e rinasce dalle sue ceneri.
Quindi sono contento che il governo sia "caduto", ma solo fino ad un certo punto...
Ora inizia la GUERRA, quella vera e su tutti i fronti, contro ciò che si materializzerà a breve, senza fermarci all'euforia del derby campanilistico e di una vittoria giusta, ma che non cambia di tanto la posizione in classifica e soddisfa gli animi solo per la durata dell'incontro.
Un esempio concreto e lampante su quali siano le modalità operative collettive di contrasto al pensiero unico liberista, ce lo mostrano gli indiani d'America, e non è casuale che siano proprie le nicchie l'avanguardia del futuro, nicchie che rappresenteranno le infiltrazioni nelle crepe della grande muraglia del cerchio magico dello status quo, erodendolo dalle sue fondamenta.
Salutiamo positivamente la vittoria dei SIOUX che sono riusciti con tanta tenacia a bloccare l'oleodotto petrolifero, una buona notizia dal mondo che dimostra quanti e quali siano gli strumenti per confliggere il Sistema ed ottenere risultati concreti, TRUMP permettendo, ovviamente...


"Hanno perso la guerra contro la colonizzazione, ma non il loro spirito combattivo che li ha portati a vincere una battaglia in difesa dei loro territori. E alla fine, migliaia di membri della tribù di indiani Sioux di Standing Rock che si opponevano al passaggio di un oleodotto sul territorio della loro riserva, nel North Dakota, l’hanno spuntata. Almeno per ora. 
L’Esercito Usa, sotto al cui giurisdizione ricade parte della zona interessata, ha annunciato che non concederà all’azienda costruttrice il permesso di realizzare l’opera, per la quale verrà trovato un percorso alternativo. Per i nativi americani che avevano lanciato una campagna contro l’oleodotto si tratta di una “decisione storica” per la quale, hanno dichiarato, saranno “per sempre grati” al presidente Barack Obama. Ma l’amministrazione Trump fa sapere: “Deciderà il presidente eletto”.
La loro rivendicazione ha dato vita a proteste e manifestazioni che sono arrivate fino a New York. Cortei e polizia, dunque, non più solo in Nord Dakota, sulle rive del Lago Oahe, dove a difesa dei Sioux sono arrivati i veterani, ma anche nel cuore della Grande Mela, quartier generale del neo presidente a cui i membri della tribù lanciano un avvertimento: “Donald Trump si prepari perché non daremo tregua”. L’oleodotto dovrebbe correre per quasi 2000 chilometri, attraversando quattro Stati per portare il greggio alle raffinerie dell’Illinois. “La parte sottomarina del tracciato mette a rischio il bacino idrico delle comunità, senza contare la violazione di terreni e luoghi sacri Sioux”, spiega una dimostrante.
Le proteste vanno avanti da un mese, ma la tensione non è mai stata così alta. In settimana scade l’ultimatum del governatore del Nord Dakota, Jack Dalrymple, deciso a disperdere gli accampati di Standing Rock. Non sarà facile. Dalla parte dei Sioux ci sono i veterani, almeno 2000, mobilitati da Wesley Clark Junior, figlio del generale già candidato alla Casa Bianca. 
A Standing Rock farebbero da “scudo” per impedire nuovi scontri tra dimostranti e agenti di polizia. Ma non nascondono le proprie simpatie: con la piattaforma GoFundMe, hanno già raccolto per la causa 24 mila donazioni per oltre un milione di dollari. 
Uno dei leader della protesta è Dave Archambault II, il capo sioux di Standing Rock, che contro la repressione ha chiesto aiuto a Barack Obama e all’Onu: “Questi sono i giorni dell’anniversario del Massacro di Sand Creek; è ora che gli Stati Uniti pongano fine ai loro abusi contro i nativi americani”.
La partita non è chiusa e “sulla sua realizzazione si dovrà pronunciare l’amministrazione Trump”, ha fatto sapere il portavoce del presidente eletto, Jason Miller, spiegando che Donald Trump una volta insediatosi alla Casa Bianca esaminerà la decisione presa da Obama di negare il permesso per il progetto. Miller ha anche ricordato come il tycoon sostenga la costruzione dell’opera e si riserva di prendere le decisioni più adeguate."
 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/05/usa-la-vittoria-dei-sioux-contro-loleodotto-in-north-dakota-lopera-non-passera-dalla-loro-riserva-foto/3239295/



sabato 26 novembre 2016

VENERDI' NERO, OVVERO LA SUBLIMAZIONE DELLA RIVOLUZIONE...


Nello stesso 25 novembre, muore l'unico personaggio che una rivoluzione è riuscita a farla.
La notizia della morte di Fidel Castro fa da contraltare a quella dell'esaltazione del capitalismo, una sorta di Livella, dove la sublimazione della rivoluzione simbolicamente sostituisce quella naturale.


Prima di analizzare il "Black Friday", ribattezzato dal sottoscritto "Black Free-day", invito tutti i lettori a visionare bene questo terrificante e surreale video che mostra decine e decine di assalti a store e negozi da parte di orde di zombi famelici, il cui unico scopo è consumare e spendere per primi a costo di essere menati e calpestati dalla folla indemoniata.
Il termine storico dell'evento si riferisce a due grosse crisi che colpirono il mondo finanziario.
La prima crisi fu quella di Venerdì 24 settembre 1869, chiamata Black Friday, mentre la seconda più tristemente famosa, quella di Martedì 29 ottobre 1929 chiamata Black Tuesday
Nel 1929 avvenne il crollo di Wall Street e il 29 ottobre dette inizio al periodo noto come la Grande Depressione.
Il Black Friday oggi rinasce sotto una nuova stella e viene accuratamente osservato ed atteso da tutti gli analisti finanziari e dalle borse americane e internazionali.
Il Black Friday farebbe riferimento anche ai libri contabili dei commercianti che passano dal colore rosso (perdite) al colore nero (guadagni). Indicherebbe quindi l'inizio di un periodo di grandi guadagni, che arriva fino al periodo Natalizio, portando in attivo le casse degli store.
L'espressione Black Friday per alcuni sarebbe nata a Philadelphia e deriverebbe anche dal congestionamento del traffico stradale che si sviluppa nel giorno della corsa ai saldi anticipati negli Stati Uniti che avviene appunto a fine Novembre.


E' curioso osservare questa guerra tra poveri, questa ansia di morte sublimata attraverso la ritualità dei consumi, questa voglia di arrivare primi all'altare padronale ed assicurarsi la nuova Playstation scontata, il nuovo smartphone subacqueo o la TV più fica made in Hong-Kong.
E' triste constatare quanta energia vitale venga consumata per alimentare il capitalismo da folle oceaniche ipnotizzate dal sistema. Orde di bestie che si preparano da giorni all'assalto finale del fortino dei balocchi, aspettando con meticolosa pazienza l'evento commerciale per celebrare la messa caotica del Venerdì Nero e poi scatenare l'inferno al suono delle sirene meccaniche.
Se la stessa energia venisse consumata per fini più nobili o come antagonismo reale al sistema, pensate potenzialmente quante rivoluzioni, manifestazioni o criticità potremmo esprimere con questi numeri. Ogni volta che viene approvata una legge contro i cittadini, contro il lavoro e lo Stato Sociale, potremmo contare per inerzia sull'appoggio di masse da contrapporre a banche, governi, istituzioni. INVECE NO, la massa non istruita e senza coscienza di classe, evita accuratamente di ribellarsi o lo fa troppo poco, perché è SOLO intenta e concentrata a consumare, spendere e lottare contro il suo simile, menandolo, calpestandolo, pur di arrivare a mettere le sue sudice mani nello scaffale dello store più trendly, in un gioco al massacro fatto con il sorriso in bocca.


Il rito consumistico del Venerdì Nero mi ricorda tanto la trilogia del film "La notte del giudizio".
The Purge (titolo originale) è una serie di film horror-thriller, scritta e diretta da James DeMonaco.
È composta da tre film, La notte del giudizio (2013), Anarchia - La notte del giudizio (2014) e La notte del giudizio - Election Year (2016). La serie è ambientata in una futura America distopica, dove una volta all'anno, per un periodo di dodici ore, ogni crimine, incluso l'omicidio, è reso legale.
Ci sono molte analogie con La notte del giudizio, che è ovviamente una sottile ma potente critica al sistema reazionario liberista americano, infatti anche nella realtà a cui il film si ispira, vediamo gente sfondare vetrine e cancelli, picchiarsi e sentirsi legittimati a perpetrare qualsiasi brutalità in nome dell'evento.
E' questo il punto, la legittimazione da parte del sistema a scatenare la furia bestiale della massa contro se stessa, la stessa furia viene canalizzata verso un obiettivo illusorio ed accettato. 
La psicologia di massa è sempre la stessa, il sistema può contare su solide certezze.
"Mors tua vita mea, ti mordo, ti strappo i capelli, ti sferro un pugno, mi sfogo contro un povero sfigato come me e sono contento, afferro la consolle all'ultimo grido della Sony, ho svolto perfettamente il gioco dei ruoli che lo schema di potere mi ha preservato in nome dell'evento".
E guardate bene, non c'è bisogno di nessun complotto, di nessuna manipolazione, basta legittimare la pancia della massa ilica ed il gioco è fatto. La manipolazione è già avvenuta in altri templi, tutto procede per inerzia, nessuno vuole ribellarsi, nessuno vuole uccidere metaforicamente il padre, ma vuole solo essere il figlio prediletto, come quando Caino uccise Abele, e portarsi sotto l'alberello di natale il pupazzo insanguinato più bello per mostralo ai figli e ripetere l'eterno rito circolare.


La cosa più deprimente di questo Flash-Mobe dell'orrore è che il popolo non esercita un sano esproprio proletario, dovuto a situazioni di indigenza, ma lotta per pagare prodotti ed alimentare chi fa loro continui espropri.
Non lotta per legittimare se stesso e la collettività ma lotta SOLO quando è legittimato a scegliere la via più facile, quella di restare dentro il suo ruolo sociale che ha imparato a riconoscere, dal quale si sente rassicurato nella pericolosa ed ostile giungla metropolitana, forse l'unico appiglio che lo tiene in vita e lo protegge. Non è cambiato molto dai tempi dei primi ominidi saggiamente raffigurati in 2001: Odissea nello spazio.
E' questa la perversione più nera del Venerdì Nero, perché dopo la guerra tra poveri per assicurarsi oggetti funzionali a reggere il sistema, li vediamo tutti in fila diligentemente dirigersi verso le casse in religioso silenzio, felici e contenti, a spendere gli ultimi risparmi per prodotti non scontati ma riportati parzialmente ai loro costi reali.
L'importante è essere i primi della fila, come animali di un allevamento per essere triturati, dopo essersi assicurati il podio attraverso il sangue ed essere cibo di ALTRI.
Con queste premesse la rivoluzione è già stata sublimata, altro che persa, con buona pace di Fidel e di Cuba, il Black Friday è la vera ed unica rivoluzione del sistema odierno e la vera anarchia del potere.

Buon Venerdì Nero a tutti...







































martedì 22 novembre 2016

TRUMP, OVVERO "SINISTRA" "CENTRO" "DESTRA" DEL PARTITO UNICO LIBERISTA



                                


TUTTO TORNA e torna male...
Quando parlo di continuità e di "passaggio di consegne" trasversali in politica, mi riferisco a questo paradigma.
Questo delle recenti elezioni presidenziali americane è uno dei tanti esempi, ma evidentemente è dura da digerire per chi ha sempre percepito una realtà dicotomica bianca o nera.
Il banco vince sempre...
cit. Lo Schema


Essersi sbracciati a favore della Clinton è uguale all'essersi sbracciati a favore di Trump.
Non ha vinto la nuova politica, non esiste la nuova politica. Lo schema è sempre quello ed il convento offre quel menù, puoi scegliere tra carne e legumi, puoi preferire il pesce alla pizza, puoi anche decidere di digiunare, ma la chiesa rimane tale e continua ad officiare messa come prima e più di prima.
Molti analisti e critici di ogni latitudine ed estrazione hanno salutato positivamente la vittoria di Trump, percepito come il nuovo salvatore, ovvero, il CAMBIATORE, colui in cui riporre l'ennesime speranze tradite, il vendicatore che sfancula l'apparato e la sua icona di Stato, interpretata da una antipatica e supponente Clinton.
Una volta tanto, noi italiani, siamo stati dei precursori con Berlusconi. Anche noi abbiamo creduto al miliardario ridens, anche noi siamo rimasti affascinati dal suo potere, dai suoi soldi, anche noi ci siamo identificati proiettando le nostre ansie nell'avatar più noto mediaticamente, colui che faceva già parte dell'immaginario collettivo da anni.
Lo stesso è accaduto in USA, perché Trump ha risvegliato quell'orgoglio a stelle e strisce sopito da anni di pessima politica dell' Establishment, percepita come lunga mano dei poteri forti, che con Obama ha tradito qualsiasi aspettativa reale di cambiamento, a parte pochi zuccherini ottenuti sulla sanità ed un "buon accordo" storico con l'Iran sul nucleare.
Per il resto, la precedente amministrazione ha continuato la sua politica imperialista in medioriente, in Ucraina, alimentando il terrorismo ovunque, ha continuato ad esercitare la sua ingerenza in tutti i paesi satelliti e garantito lunga vita al sistema liberista di cui era consapevole espressione.
Il popolo americano difficilmente premia i Democratici più di 2 volte di seguito, questo almeno negli ultimi decenni, la storia americana invece ha visto i Repubblicani vincenti un terzo delle volte in più rispetto ai propri colleghi.
Nell'immaginario popolare la Clinton aveva già governato 2 volte, prima con il marito e poi con l'amministrazione Obama, rappresentava il vecchio, la solita gestione della res publica lontana dalla gente, incarnava tutto quello possiamo definire come mala-politica. Poco sono serviti gli appelli delle star, la campagna mediatica televisiva e di buona parte della stampa, il sentimento popolare aveva già scelto il proprio monarca, essendone in astinenza.
Trump è la materializzazione del sogno americano dal punto di vista del suo elettorato, il jolly che scombina le carte, colui che è apparentemente fuori dai giochi politici, uno vicino al popolo pur essendo così lontano da esso, l'icona perfetta che funge da specchio per le allodole, quello che nella vita è riuscito a realizzare tutto e di più.
Quale migliora icona populista poteva esserci per battere il grigiore dei Democratici?
Vince chi legittima i sogni non chi li castra, la massa ha bisogno di identificarsi nel proprio capo branco, egli deve rappresentare una figura patriarcale, severa, autoritaria ma, talvolta, bonaria e compassionevole.
La Clinton simbolicamente ha pagato il fatto di essere donna, nonostante potesse sembrare il contrario, e se dovessimo fare un quadretto familiare, potrebbe essere la zia acida e zitella che fa la saputella, ma nasconde tanti scheletri nell'armadio, mentre Trump lo zio mascalzone ed un po' burlone che, durante le feste natalizie, arriva con la slitta dorata guidata da 2 dive di play-boy e ti regala proprio quello che segretamente desideravi da tempo ed un intero catering per il lauto pranzo, pagato in prima persona e portato da una flotta di camerieri in divisa. La zia acidella, invece, quella che ha preparato la solita vecchia torta di carote, pensando facessero tanto bene, invece odiate da tutti i commensali, spacciata per torta casalinga, magari pure comprata al discount multietnico dietro alla 5° Avenue di New York.
In uno scenario del genere, era ovvia la vittoria di Paperinick/Paperone aka Trump, con il suo ciuffo volutamente trasandato, come se fosse appena uscito da un party molto trandy.
Il popolo aveva già scelto, anche se i sondaggi avevano convinto la maggioranza di noi della vittoria certa della Clinton.
Purtroppo per il popolo, anche il sistema aveva vinto, assicurandosi la vittoria in entrambi i casi.
Ogni candidato rappresentava una certezza e sosteneva indirettamente il suo avversario, soprattutto, ogni candidato assicurava al sistema che li aveva espressi la stessa continuità politica, magari con diverse sensibilità l'una rispetto all'altra, ma sostanzialmente la stessa minestra dello stesso convento di cui sopra.
Andiamo ad analizzare le similitudini ed iniziamo a scoprire le carte, osservando che anche Trump aveva i suoi importanti alleati...

Alleati finanziari:
Il sistema militare USA ha votato prevalentemente Repubblicano, come da tradizione.
Le lobby delle armi si sono schierate per la deregulation a favore dell'elefantino rosso, le lobby dell'edilizia e delle grandi costruzioni lo hanno finanziato fin dall'inizio, le lobby del carbone, ovvero dell'energia "sporca" lo hanno incensato contro il "modernismo ambientalista" dei Democratici, la lobby agroalimentare e tanti altri mondi legati alla vecchia concezione di produzione più isolazionista, idem. Inoltre, le diverse case farmaceutiche e Fondazioni per la ricerca e produzione di vaccini e OGM per allevamenti industriali hanno visto in Trump quello che meglio poteva rappresentare i loro interessi.
Ognuno ha i suoi sostenitori e simpatizzanti che, a targhe alterne, un mandato piuttosto che l'altro, possono soddisfare le proprie esigenze industriali, talvolta aspettando qualche anno, talvolta nell'immediato.

Immaginario popolare:
La gente ha votato Trump per 3 motivi principali.
1- La percezione di essere difesi dagli immigrati, lo spauracchio della guerra tra poveri alimentato dalla propaganda populista. Simbolicamente e sempre in uno scenario familiare, quello di non essere più i figli prediletti e di non accettare tanto benevolmente di condividere la propria tavola con figli illegittimi, stranieri, nuovi arrivati senza storia, con altra storia alle spalle, coloro che vanno a rompere lo schema patriarcale antico ed accettato e vengono accolti come propri simili o pari.

2- La percezione che la Clinton non fosse adatta al ruolo che le competeva, intanto una donna (come si permette una donna di comandare una nazione) per di più una donna stanca ed ammalata, cornuta ed onnipresente nel freddo ed algido scenario politico corrotto e non certo in quello più accomodante, evanescente e dorato di Trump, che appartiene al mondo proiettivo e delle fiabe, con i suoi castelli moderni senza fine dove tutto è possibile accada.
Entrambi mondi lontani dalla gente, ma sicuramente più affascinante, subliminale e vincente quello di Trump.

3- Per le scelte politiche reazionarie proposte, salutate positivamente anche dalla working class oggi estesa al ceto medio, perché l'americano medio percepisce lo Stato come un ostacolo e quindi non ama politiche di spesa pubblica che riguardino Sanità, Scuola, Stato Sociale, Immigrazione e Tasse.
Non esiste una reale rappresentanza a sinistra, la coscienza di classe è un termine proibito e misconosciuto, generalmente la massa o sceglie di non votare, oppure si butta direttamente a destra, nella speranza della concessione delle briciole da parte del regnante di turno, scegliendo per simpatia, per spirito di rivalsa tra una categoria e l'altra, come quando assistiamo ad uno show televisivo o ad una partita, dove ognuno di noi tifa per uno dei due giocatori o per una delle due squadre in campo.
Solitamente la squadra che ha più tifosi è la vincente, e ciò è direttamente proporzionale con lo status del fedele sostenitore che ha bisogno di identificarsi in qualcosa più grande di lui, qualcosa che lo faccia sognare ancora un'altra volta, qualcosa che confermi e riconfermi il rito familiare al quale è abituato a sottostare fin dalla nascita.

La mentalità patriarcale in uno dei paesi più razzisti e misogini di sempre, ma vale per qualsiasi luogo sulla terra, è per natura masochista ed aggressiva. Non a caso la campagna di Trump è stata perfettamente impostata su quel registro, era tutta atta a riattivare quegli schemi archetipici classici di un gregge in cerca del proprio pastore autoritario che lo difenda dal lupo e da greggi stranieri. Non a caso assomiglia nei modi e nell'aspetto a quei predicatori evangelici che gli americani hanno imparato a conoscere negli ultimi 50 anni.
Se il male minore (per il sistema) fosse stata la Clinton, il sistema avrebbe fatto in modo di truccare le votazioni a suo favore, invece, ha ritenuto con saggezza che il male minore (per il sistema) fosse proprio Trump, già presente nell'immaginario collettivo da decenni come rampante cavallo di razza.



"SINISTRA" "CENTRO" "DESTRA" del Partito Unico Liberista...
Hillary, bruciata fin dall'inizio, non era che il ponte per arrivare a far fare ad un nuovo avatar quello che a lei non avrebbero permesso di fare, sempre in relazione alla percezione popolare.
Intendo dire che il popolo americano non avrebbe tollerato più una finta sinistra governativa, per quello che Trump sarà colui che continuerà più o meno la stessa politica di prima da diversa angolazione, legittimato a fare il lavoro sporco, rilanciando il Sistema.
Trump sarà per la piazza moderata quello che Obama fu illusoriamente per i neri.
Un contenitore che svolge il compito di metabolizzatore del dissenso, trasformandolo in accettazione del sistema. E' lo stesso meccanismo nostrano del "berlusconismo" e del "boldrinismo", non a caso i piddini si comportano da parte opposta come i forzisti dei bei tempi, ovvero esercitano la strenua difesa del capo e l'accettazione del cerchio magico con le sue regole irrazionali ed i suoi cortocircuiti logici.
L'importante è preservare il proprio campanile, la propria parrocchia, anche se la chiesa è poi la stessa.

In realtà, cambierà molto poco e qualcosa cambierà in peggio.
Concretamente forse muterà "solo" la gestione della spesa pubblica interna, ciò non farà che aumentare il divario tra chi si può permettersi cure e istruzione e chi no.
Ci saranno ulteriori tagli al sistema sociale, mentre per quanto riguarda la politica estera non cambierà assolutamente nulla, anzi, ci sarà un'evoluzione dell'agenda, nuove strategie ma per gli stessi scopi di prima.
In USA e un po' ovunque, i candidati di entrambi i partiti sono scelti in base alla loro ricattabilità.
In realtà essi sono solo P.R. di lusso, ovviamente non decidono proprio nulla, devono solo rappresentare in maniera diversificata gli stessi interessi generali, poco importa se i livelli intermedi possono appoggiare l'uno rispetto all'altro candidato Premier, il Sistema è comunque salvo in entrambi i casi.
Questo è uno dei motivi per cui gli schieramenti in campo sono così terribilmente simili.
Sono due facce della stessa medaglia del Partito Unico Liberista, sono due pupazzi piazzati in TV per far credere alla maggioranza silenziosa ma sempre festosa quando si celebra una vittoria, di vivere in una democrazia, sono creati per far percepire ai sudditi una recondita speranza e dar senso alle loro misere esistenze di schiavi, la classica gabbia con sbarre invisibili.

Ovviamente, esiste una guerra fratricida tra fazioni politiche, massoniche, industriali, ed ognuna tira acqua al suo mulino da sempre, è fisiologico tutto ciò, ma sopra di esse c'è la stessa IDEA, lo stesso schema di potere che si replica all'infinito, concetto ben raffigurato sul dollaro, ovvero, quello della piramide egizia con il vertice separato dalla sua base, dove impera religiosamente il grande occhio onniveggente che sublima il suo vertice. La moneta è la stessa, solo che ci limitiamo a guardare le facce una alla volta e non il significato recondito nella sua totalità.
In USA ha perso chi rappresentava i "poteri forti" delle banche e delle multinazionali ed ha vinto chi invece rappresentava veramente il popolo americano del ceto medio...!!! 
UN COGLIONE INSOMMA... sic!
cit Massimo Messina


Il discorso su Trump Fratello di frangia e sulla Sorella Clinton, espressioni delle rispettive casate massoniche, non rappresenta il vero problema, anche questo è fisiologico e sempre accaduto nei secoli.
Il problema non è scoprire se il nuovo paladino delle masse sia anch'esso massone come tutti gli altri, ma cosa riuscirà a fare di buono o di cattivo nel ristretto range di azione che può competere ad un burattino presidenziale.
Diminuirà la spesa pubblica del welfare per il suo popolo, tagliando scuola e sanità come auspicano anche masochisti suoi elettori proletari, i primi poi a subire tali tagli?
Oppure salverà quel poco di buono e di sociale che, tra una guerra e l'altra, ha fatto Obama detto il buono, quello del Nobel della pace che ha però stranamente sulla coscienza migliaia di morti?
Farà ulteriori favori fiscali mafiosi al grande capitale edilizio ed imprenditoriale, come quelli di cui ha goduto 20 anni fa dopo pesanti bancarotte fraudolente, pagate in toto dall'erario americano e dal suo stesso popolo e futuro acclamatore?
Si accorderà con Putin sulla questione UCRAINA, magari facendone una nuova in qualche lontana regione BRICS, tirando le lenzuola semplicemente dall'altra parte?
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riconoscerà Gerusalemme come capitale "indivisa" di Israele, "unica ed indivisibile", come sancito nel 1980 dalla Knesset, provocando volutamente malumori sul fronte arabo palestinese e quindi presupposti per una nuova/diversa stagione di terrorismo, sempre in previsione di una vittoria finale sull'ISIS che, a quel punto, cambierà nome come già è avvenuto in passato, mantenendo sempre la prerogativa di gatekeeping per giustificare nuovi conflitti ed un nuovo espanSIONISMO, il tutto magari insieme ad improbabili alleati come i russi?
Rispetterà gli accordi con l'Iran sul nucleare, nonostante i malumori della destra israeliana?

In realtà, come è auspicabile e terminati i toni reazionari di propaganda, sul fronte interno dello Stato Sociale, seguirà la rotta precedente di innalzamento della previdenza sanitaria, dato che saremo in presenza, almeno inizialmente, di un conservatorismo compassionevole che rappresenterà una sorta di neo-keynesianesimo, atto a placare anche la "fame" chimica dei suoi oppositori, sempre Senato repubblicano permettendo. Nel caso optasse per ulteriori politiche di tagli e privatizzazioni, ci troveremmo dinnanzi ad un'involuzione democratica reale.
Dopo e in virtù della stessa agenda, proseguirà più o meno nella stessa direzione anche in politica estera. Speriamo vivamente non faccia altre guerre come i suoi predecessori, ma temo di sbagliarmi, infatti gli hanno piazzato Pence a controllarlo da dietro le quinte, l'uomo CIA e dello scandalo antrace post-2001, il reazionario PENTHALPHA alle costole, l'uomo ombra della politica estera, come lo fu per Bush, lo stesso che ricevette finanziamenti da quell' illusorio avversario di un SOROS, lo stesso che ha giurato guerra al neo-presidente, quello delle primavere arabe, finanziatore delle manifestazioni colorate anti-Trump.
Soros da buon ed intelligente sinarca sionista quale è, gioca contemporaneamente su più tavoli ed avrà ancora un ruolo come finto antagonista dei repubblicani, andando a rafforzare l'immagine eroica del nuovo inquilino presidenziale.

Riguardo alla suggestione di un eventuale scenario dove Trump impazzisca e faccia di testa sua, non esiste nessun reale problema, verrebbe subito ricattato proprio in virtù dei favori che gli salvarono il culo 20 anni fa dalla grande bancarotta.
I miliardari di un certo rango non pagano le grandi imposte con semplici stratagemmi. Devono però sottostare a qualsiasi diktat e ricatto futuro, nel caso un giorno tornino utili alla causa o provino a sfuggire dalla ragnatela, uscendo dal loro ruolo sociale preordinato.
Tale ‘sconto’ è stato concesso a Trump in quanto dalla sua dichiarazione dei redditi per il 1995 risultava che avesse una perdita pari a 916 milioni di dollari. Dichiarare una tale perdita potrebbe avergli consentito di cancellare oltre 50 milioni di dollari all’anno di reddito imponibile per oltre 18 anni. Gli esperti fiscalisti intervistati dal New York Times spiegano che esistono delle regole fiscali molto vantaggiose per i miliardari come Trump che permettono l’uso di questo stratagemma per evitare di pagare le tasse in maniera del tutto legale.
Se quindi dovesse uscire dai binari prestabiliti, farebbe la fine dei suoi 3 collaboratori precipitati con un elicottero in un incidente molto oscuro, fatto accaduto sempre 20 anni fa, nel suo periodo più nero. NB: Ricordate Silvio Berlusconi e lo stalliere di casa che lo controllava a suon di avvertimenti mafiosi???
Gli Anni 90 furono un periodo fondamentale che segnarono un passo importante della scalata mafiosa di Trump nel Club, fortuna che dovrà rendere conto ai suoi padroni al momento opportuno, come a tutti è capitato da sempre, senza eccezione. Kennedy pagò con la vita certe scelte... 
Lui è ben consapevole di essere una pedina ricattabile, ed anche in quest'ottica rientra la sua "spontanea" candidatura e vittoria alle presidenziali USA 2016.

Ecco, io penso che le elezioni di TRUMP, come un po' tutte le altre, siano il risultato di un doppiogioco per giustificare nuovi contenitori di dissenso e far accettare la solita agenda liberista da chi illusoriamente, oggi, rappresenta il Nuovo contro il Vecchio.
Magaldi ha parlato di un Trump espressione di poteri forti massonici misti, atti a scongiurare la cordata del neo-Bush alle primarie repubblicane, gli stessi poteri che, come dice giustamente Carpeoro, si sono scelti il nemico, quindi e di fatto si è giocato barando fin dall'inizio.
La Clinton poteva essere un'opzione, ma soprattutto, secondo me, è stata il cavallo di troia della vittoria di Trump che, stando alla logica del discorso di cui sopra, avrebbe fatto vincere sempre gli stessi competitors, le stesse fazioni trasversali contro altre ancora più pericolose, oppure, semplicemente diverse, o, ancor peggio, differenti/uguali.
Trump sarà lo sbirro buono che ha sconfitto quello cattivo, la Clinton, quindi una manna dal cielo per il Sistema dei Sistemi che potrà continuare il suo lavoro sporco con la benedizione del suo popolo sovrANO.
Soros, come la stampa avversaria, non farà che fortificare la leadership di Trump, dato che questo odiato miliardario finanziatore delle primavere arabe sarà il suo apparente nemico giurato.
Tanti nemici, tanta gloria con il plauso del popolo.
I poteri forti in questo modo hanno sempre pronto il piano B, l'importante è che la Fenice rinasca dalle sue ceneri e che il Partito Unico Liberista continui la sua opera, magari con altra maschera, ma sempre con lo stesso schema di potere alle spalle o sulle ali.
Trump, come chiunque altro al posto suo, è servito a rafforzare il Sistema dei Sistemi, lo stesso di prima, a convogliare voti in contenitori populisti escludendo la iattura di un vero antagonismo radicale anti-sistema che inizi a sognare modelli politici differenti dal pensiero unico vigente, riaccendendo l'egregora sopita verso il totem di comando.
L'egregora alveare si era spenta con la Clinton/Obama che era un altro uguale/diverso plagio passato, c'era bisogno di riaccendere la sacra fiamma regale.
Lo si è fatto con un personaggio che piace alla maggioranza silenziosa, così LORO potranno fare le stesse cose con il beneplacito dei sudditi, la consacrazione è energeticamente vitale per il potere costituito.
W il  P.U.L. Partito Unico Liberista (antico e accettato)



PS: CENA SATANICA A CASA DELL'ARTISTA MARINA ABRAMOVIC:
(Domanda postata su FB prima dell'Election Day)
-Ritengo da tempo che Wikileaks svolga un ruolo, consapevole o meno, di velina del potere costituito. Viene veicolata ogni volta che il sistema deve aggiustare qualcosa, controbilanciare, riordinare. Questa volta è toccato a Hillary e suona come un avvertimento massonico chiaro come il sole, della serie "ricordati chi sei e da quali ambienti provieni".
Qui volevo soffermarmi sulle indiscrezioni delle mail rubate in join venture con l'FBI, e non tanto sulla zia arimanica o il finto antagonista populista Trump amico FRATERNO dei Clinton fino a ieri, ovvero, sulla funzione di una certa elite dell'Arte Contemporanea, ma il discorso potrebbe essere ampliato ad altri ambienti, che è un'emanazione di precisi circoli di potere controiniziati e che ha volutamente distrutto la vera Arte sostituendola con la sua sublimazione necrofila.
Ovviamente, la ABRAMOVIC nega tutto e ridimensiona la cena dei cretini, rigettando le accuse di satanismo, ma non è quello il punto. Non mi interessa se la pseudo-artista lo sia o meno, semmai è un certo humus culturale che aleggia dietro a certi poteri ad esserlo.
Questi gemellaggi culturali sono a mio avviso espressione di certi mondi che appartengono a questo eterno dualismo speculare.
1- Distruzione dello spirito/coscienza-Esaltazione dell'involucro e delle effimere apparenze...
2- Materia-Antimateria...
3- Esplosione-Implosione...
4- Vecchia religione-Nuova Religione...
5- Corpo Rituale e Sacrificio-Sacrificio e Corpo Rituale...

Risposta su FB di Pietro Esposito:
-Probabilmente ciò a cui si fa riferimento è il rituale delle "Cinque M", noto a certi ambienti, per il resto sono d'accordo sul fatto che sia sottoposta a "bilanciamenti" della Dea Maat; tuttavia, in queste ore, negli Usa, si sta decidendo se adottare o no una politica tipo Brexit su larga scala, oppure scegliere la continuità con la Clinton.
Voglio ricordarti il discorso sulla tentazione di Gesù Cristo da parte del diavolo, quando quest'ultimo invita il rabbi nazareno a buttarsi di sotto da un ampio pinnacolo, affinché intervenissero gli angeli a salvarlo...











venerdì 11 novembre 2016

TRUMP E RETROSCENA OCCULTI: 7 DOMANDE A PIETRO ESPOSITO...



Ho realizzato un'interessante intervista esoterica all'amico Pietro Esposito sulle recenti elezioni USA e sulla vittoria di Donald Trump. Retroscena e dinamiche occulte, da quelle più empiriche a quelle di natura più sottile. Spero sia di vostro gradimento e possa essere un prezioso spunto per la comprensione del Potere sotto ogni declinazione esso si presenti.
Un ringraziamento ed un abbraccio a Pietro Esposito.

Introduzione:
- Mi presento, mi chiamo Pietro Esposito, il mio percorso iniziatico è iniziato molto presto, dentro il gruppo di Ur, quindi non ho ricevuto un’iniziazione massonica, ma di altro tipo.
Tuttavia ho studiato negli anni la massoneria, conosco massoni e alcune loro dinamiche esoteriche. Attualmente partecipo ad alcuni consessi magico-iniziatici e sono socio fondatore del Movimento Roosevelt del Gran Maestro Gioele Magaldi.

1- Perché i poteri forti, fino a ieri schierati in parte con i Democratici ed andando contro i loro interessi, hanno permesso che TRUMP vincesse così facilmente e al di la di ogni pronostico, senza osare di truccare le carte, come spesso avviene? Siamo sicuri che ciò non faccia parte di una strategia più complessa e che TRUMP stesso non sia parte integrante di determinati poteri massonici?
- Rispondo alla tua domanda su Trump, neo presidente degli USA.
Sarebbe più consono chiamarlo fratello Trump, visto che appartiene ad una massoneria di frangia. Costui, nella corsa competitiva alla White house, contro la sorella Hillary Clinton, ha vinto perché così è stato deciso nei circuiti dell’aristocrazia latomistica, in previsione di quella che potremmo definire la fase della transustanzializzazione dopo quella della consustanzializzazione, cioè quando le elite hanno fatto corpo unico con il demos popolare, desautorando il popolo di se stesso, imponendo morbidamente la sua identità elitaria.
Poi, sempre le elite, hanno deciso di provocare uno scollamento dal popolo per determinare un nuovo stato di dipendenza, provocando una fase di allontanamento transustanziale, confidando che nella fase consustanziale il demos popolare è stato addomesticato ad un’identità che potremmo chiamare demo-aristocratica, la fase keynesiana del consumo.
Tuttavia questo ciclo non poteva durare ad infinitum, si è passati cosi al rigore della povertà diffusa. Ora, come per i drogati, dopo l’astinenza, si rigetta la droga su piazza ma ad un prezzo maggiore; questa fase ha dato vita a Trump, alla Brexit, ecc…
Questa nuova fase di dominio sarà quindi accompagnata da un neo-keynesianesimo, una sorta di ritorno di quello che, negli anni 80 fu chiamato ”conservatorismo compassionevole”, in Europa passa sotto il nome di ”helicopter money” accennato da Draghi. 
Possiamo così chiamarlo “conservatorismo progressista” e, in ciò ha ragione Magaldi.

2-  E' possibile che Hillary fosse una pedina oramai bruciata (moglie di Clinton, governo Obama) e che il Sistema abbia scelto in progress di offrire la "caramella" TRUMP per il popolo del web e quello elettorale, per ottenere diversamente quello che con lei sarebbe stato più impopolare realizzare e far accettare? In questa ottica, come vedi le accuse dell' FBI a Hillary Clinton a pochi giorni dal voto e subito ritirate, rientrano nel progetto eventuale di bruciare l'ex-favorita ed avvantaggiare TRUMP?
- Sulla modalità di questa elezione, i media non hanno sbagliato nulla; tutti sapevano che avrebbe vinto Trump ma si è continuato a sostenere la Clinton per difendere, formaliter lo spirito degli apparati elitari, materialiter la retorica populista di Trump.
Nessuna sorpresa, quindi, tra chi “sapeva”; anzi direi che tutto è riuscito alla perfezione, 
Vorrei, inoltre, spendere qualche parola sulle eccentricità di Trump.
Ebbene, ciò appartiene ad evocare forze psichiche atte a realizzare quello che si vuole realizzare, utilizzando un qualcosa di simile a quella che Freud chiama “libera associazione”, una sorta di incandescente psichicità primordiale che esprime “una psiche primitiva “ nell’ente meccanizzato come cadavere psichico, un Io automatico…

3- Scrivevo il 5 Novembre su FB: "Ritengo da tempo wikileaks una velina del potere veicolata ogni volta che il sistema deve aggiustare qualcosa, controbilanciare, riordinare. Questa volta è toccato a Hillary e suona come un avvertimento massonico chiaro come il sole, della serie "ricordati chi sei e da quali ambienti provieni". Volevo anche soffermarmi sulle accuse della presunta "cena satanica" con l'artista ABRAMOVIC e sulla funzione di una certa elite dell'Arte Contemporanea che è talvolta emanazione di circoli controiniziati legati al potere politico.
Cosa c'è dietro a questa precisa accusa fatta veicolare sui social e sui media???
- La funzione che ha svolto la Clinton è quella di materia passiva, custode, come ho detto della formalità dell’apparato, apparato che deve conservare i riti, i modi e l’anima delle elite.
In tal senso si spiega la sua partecipazione a riti, cosiddetti magico-satanici.
In tali riti occorre che una donna renda sostanziale il sacrificio sul pentagramma.
Il pentagramma esprime la molteplicità degli enti materiali che, tramite la femminilità si rinsaldano al dio evocato. In tal senso la Clinton non poteva vincere, ma preparare le condizioni affinché fosse, quella di Trump, una vittoria “sicura” per gli apparati.
Lo scandalo delle email è stato preventivo, per stornare quelle forze che avrebbero potuto deviare il progetto.

4- Condividi la posizione di Magaldi quando dice che l'operazione TRUMP sarebbe stata voluta da UR LODGES progressiste e moderate per esorcizzare l'allora candidato Jeb Bush, contro i principali concorrenti iniziatici e referenti di certi poteri forti e militari, come l'HATHOR PENTALPHA? Quindi TRUMP come gatekeeper trasversale agli schieramenti e volutamente infiltrato tra i Repubblicani? Siamo sicuri che dietro alla vittoria di TRUMP non ci siano gli stessi poteri, magari insieme ad altri, che ci si augurava di scalzare attraverso la sua candidatura? Potrebbero aver preso la loro rivincita cavalcando indirettamente o meno la sua ascesa al potere?
- Giustamente Magaldi pone l’accento sulla pantomima che ha accompagnato l’ascesa di Trump al potere, pantomima atta a bloccare il più pericoloso Jeb Bush. Ciò accade spesso nelle lotte intra-massoniche, ma ci sono ragioni più profonde, dovute all’idea del velo di Maya, la realtà come apparenza; in un mondo di apparenze occorrono evidentemente pantomime per eludere l’irrealtà delle ombre e rendere reali quelle cose che sono reali, e in tal senso Trump non fa eccezione.

5- Nello scenario internazionale assistiamo al plauso di tutti i governi e partiti populisti e reazionari. Vediamo i Putin, i Salvini, i Grillo, i LePen, gli Erdogan, i Farage, pronti a cavalcare l'onda e presumibilmente essere i nuovi paladini dei popoli in astinenza da rogo.
Quale effetto domino scaturirà dalle possibili vittorie delle destre e dei populisti di ogni paese?
Questo step era previsto e faceva parte dell'Agenda superiore alle fazioni in lotta, ovvero quella dei "Volgitori della Ruota"? Cosa bolle in pentola? Cui prodest?
- I populismi, come già accennato, servono ad un’azione di “solve “ e “coagula”.
Nel caso specifico sono serviti per quella transustanzializzazione di cui prima e utili per la prossima consustanzializzazione in chiave bonapartista, secondo la nuova ossessione della democrazia diretta, in chiave autoritaria e/o anarchica. In futuro è previsto un ritorno di due forme di opposizione, quella che possiamo chiamare di sinistra che punta al caos e disordine, caos e disordine atti a creare un discordianesimo che dovrebbe offuscare le coscienze e quella di destra, tendente all’ordine per veicolare un’autorità dall’alto.


6- Il giorno 9-11 della vittoria di Trump, ricorda numericamente il già noto 11-9 dell'attentato alle due torri di 15 anni fa. E' solo un banale caso numerico o potrebbe avere un significato simbolico nascosto?
- Sul discorso del 9/11 occorre una premessa di base. Nell’esoterismo una data simbolica corrisponde ad un evento in cui energie macrocosmiche si sono incontrate con quelle microcosmiche, determinando un atto in cui influenze sottili sono penetrate nel mondo degli uomini.
Ora ricordare che il 9/11 ha qualche corrispondenza con l’11/9 può essere giusto in relazione ad un’elezione iniziatica, in quanto un fatto quando viene preso al contrario assume una valenza esoterica, quando cioè ”i piedi stanno sopra e la testa sotto”.
En passant, vorrei ricordare un episodio di Trump, quando ha preso in giro una giornalista disabile, imitandone le anomali gestualità: ebbene, li ha inviato un chiaro messaggio saturnino della sua cifra iniziatica. Così la data capovolta appare come il finale sigillo dei fatti accaduti l’11/9 “iniziati” il 9/11, cioè ”sigillati”.

7- Una curiosità complottista... Sempre il 9-11 in Inghilterra a Londra, alle 6 di mattina ora locale, quindi alla fine dello spoglio elettorale in USA, quando si iniziava a festeggiare ufficialmente TRUMP, è avvenuta una tragedia che apparentemente non c'entra nulla con le elezioni, ma che invece potrebbe suonare come una celebrazione ed un sacrificio rituale.
Un TRAM(P) si è rovesciato ed ha causato una vera e propria strage, 7 morti e 51 feriti gravi. E' stata la più grande tragedia sui mezzi pubblici dagli anni 50 ad oggi. Stranamente non sono state date alla stampa le generalità dell'autista, cosa che avviene sempre in Inghilterra su tutti i tabloid, e pare che sia stato subito arrestato, occultando in parte la vicenda ai media.
Ritieni sia una semplice casualità o possa aver qualche collegamento con la sua vittoria?
NB: L'ultima volta che ho visto un TRAM inglese rovesciarsi è stato durante il finale del film: "Un lupo mannaro americano a londra", quando si scatena il panico tra la folla e per le strade. Il film finisce con la polizia che uccide il Lupo Mannaro...
- L’episodio del tram capovolto a Londra potrebbe avere un qualche riferimento, ma per esserne certi bisogna capire alcuni intrecci che sicuramente ci sono con la Brexit. Non ho sufficienti elementi per analizzarlo come fenomeno, quindi non azzardo risposte.














lunedì 7 novembre 2016

HILLARY CLINTON E' IL NUOVO PRESIDENTE AMERICANO...


Per la prima volta in tutta la storia degli Stati Uniti ha vinto una donna, una piccola grande donna.
Hillary Clinton è il nuovo Presidente a stelle e strisce, la paladina delle minoranze, la voce progressista che l'America aspettava da tempo, in continuità con il Presidente afro-americano Obama, colui che ha dato voce ai neri ed incarnato il cambiamento epocale del più grande Stato Democratico della storia dell'umanità, riportando gli elettori disincantati nuovamente alle urne.
Oggi è un grande nuovo giorno, sono ancora cosparso di stelle filanti, coriandoli e luccichini vari, la vita mi sorride, sento i botti e le fanfare strombazzanti venir da tutte le piazze in festa...
Sanità, scuola, lavoro, Stato Sociale e diritti civili saranno le priorità, statene certi, finalmente le cose cambieranno.
Cesseranno le guerre, i conflitti bellici saranno solo un retaggio di un passato oscurantista, sarà abolita pure la pena di morte. Una nuova realtà ci aspetta, nuovi orizzonti si avvicineranno, nuove distanze ci riavvicineranno, il mondo non sarà più lo stesso, a patto che tutti i governi mondiali accolgano in ginocchio ed in silenzio l'agenda che abbiamo scritto anche per il loro bene.
La nostra priorità è il bene supremo di tutte le razze e di tutti i popoli della Terra.
DIO benedica Hillary Clinton e l'America...

E' tornato il sole, sembra pure più caldo, i miei occhi brillano di una luce nuova, lacrimano gioia infinita, mi viene voglia di correre nudo al Central Park di New York e di regalare margherite ai poliziotti in servizio a cavallo. Mi voglio rotolare sull'erba fresca insieme a tutta la città in festa in un concerto di corpi felici di tutte le razze, di tutti i sessi, animali compresi, e il mio gatto non smetterà più di fare le fusa. 
Le macchine si fermeranno, le ciminiere non fumeranno più smog, solo 1000 calumet della pace si accenderanno illuminando quella gloriosa terra scoperta dai nostri eroici avi coloni che sterminarono i nativi, gli stessi che oggi vogliamo iniziare a difendere, anche se sono rimasti in 4 gatti ubriachi. 
La globalizzazione finale partirà da una donna, la piccola grande Madre, come una novella Shakti con le sue molte braccia ci abbraccerà tutti con affetto, nessuno si libererà facilmente dei suoi dolci tentacoli, e perché mai lo dovrebbe fare??? 
Oggi siamo parte di una comunità, quella grande comunità che, attraverso immensi sacrifici, ha esportato libertà e diritti in quasi tutto il pianeta a suon di bombe, nucleari e non, intelligenti e meno intelligenti e noi democratici, ovviamente, preferiamo quelle intelligenti.
Tutti insieme, appassionatamente in girotondo, canteremo "Give Peace A Chance" a squarciagola.


Oggi mi sento più americano di ieri, ma cosa dico, mi sento più cittadino del mondo e desidero che il mondo sia come l'America e provi le mie stesse emozioni, perché non potrebbe essere diversamente, non c'è nessuna reale alternativa al nostro modello culturale ed economico, il nostro è il migliore e tutti dovranno pacificamente comprenderlo. 
Tutti gli abitanti del pianeta si convinceranno della buone intenzioni della nostra piccola Grande Madre Hillary Clinton, nessuno escluso, tutti dovranno accettare il cambiamento. 
Anche i nemici storici degli USA impareranno la grande lezione Democratica, tutti si inchineranno al I° presidente donna del mondo, tutti i capi politici e religiosi applaudiranno, tutti i monarchi si prostreranno dinnanzi al suo cospetto. Putin chiederà la sua mano e la smetterà di avanzare pretese sull'Ucraina che è già terra americana, si deciderà ad appoggiare i nostri soldati in tutte le missioni di pace che faremo per completare la grande opera imperialista.
Tappeti e petali di rose caleranno dall'alto adagiandosi su tutte le strade, salutandola ed invitandola a governarci nella saggezza e nella giustezza delle sue parole e dei suoi valori.

Sarà una grande festa senza fine, anche i terroristi dell' ISIS si toglieranno quei terribili cappucci neri e si faranno finalmente la barba, getteranno le armi a terra e inizieranno a rappare in inglese frasi d'amore bevendo Coca-cola nei nuovi Mc Donald's vegani che costruiremo nello Stato Islamico.
La Palestina capirà che dovrà smettere di sognare un proprio Stato perché la convinceremo ad abbracciare l'ebraismo ed i suoi cittadini potranno liberamente lavorare in blocco nelle miniere di carbone libanesi, evitando nuovi conflitti armati.
I grandi petrolieri elargiranno soldi ai più poveri buttando banconote da fantastici elicotteri governativi, non ci saranno più Homeless, emarginati e poveri per le strade, nessuno li vedrà più in giro, saranno tutti utilizzati per testare nuovi farmaci e vaccini creati per la salute dei nostri cari cittadini. 
I politici inizieranno a fare gli interessi del popolo sovrano, il nostro tanto amato e caro popolo americano, che tornerà ad aver fiducia nelle istituzioni, rispettandole in quella sana e giusta gerarchia naturale scritta da DIO in persona.
Il nuovo paradigma sociale sarà l'alba di un nuovo mondo, fatto di amore, uguaglianza, pace e benessere.
Grazie Hillary, piccola grande donna del destino, grazie per aver battuto quel misogino, proto-fascista, populista di un Trump, quell'arrogante omone con quel parrucchino di paglia in testa che sa dire solo parolacce e tratta male le donne. E non pensare a tutte quelle dicerie sulle email e sugli scandali, nessuno di noi pensa che tu sia il prodotto del peggior liberismo paraculo, noi crediamo veramente in te, nonostante quel mascalzone di tuo marito, ma in fondo tu sei diversa, tu non farai gli stessi suoi errori, perché tu sei una donna...e che donna!!!
Grazie per aver convinto anche i più scettici a fare la scelta giusta.

Ed ora tutti in coro...
"All we are saying is give peace a chance... All we are saying is give peace a chance..."
cit.


PS: Tratto da un racconto surreale