sabato 16 agosto 2014

GUERRA AMBIENTALE... parte 2° (geopolitica rivista.org)


CAMBIAMENTO CLIMATICO E GUERRA AMBIENTALE. UN NUOVO TERRORISMO?                

http://www.geopolitica-rivista.org/24635/cambiamento-climatico-e-guerra-ambientale-un-nuovo-terrorismo/
Di Luis Enrique Martín Otero 10/01/2014
La Nuova Zelanda ha desecretato alcuni documenti nei quali si rivelano esperimenti con bombe che producono onde giganti. La notizia, pubblicata sul quotidiano New Zealand Herald fu accolta con stupore e shock: la Nuova Zelanda aveva dato vita ad esperimenti segreti per provocare maremoti.
Il professor Thomas Leech dell’Università di Auckland (Nuova Zelanda), collaborò con l’esercito per dare avvio ad una serie di esplosioni subacquee che provocarono onde di forza pari al “piccolo” terremoto di Whangaparoa nel 1944-1945.
Il lavoro del professore venne considerato talmente significativo che gli Alti Comandi della Difesa degli Stati Uniti affermarono che se il progetto fosse stato completato prima della fine della II guerra mondiale, avrebbe potuto giocare un ruolo fondamentale nel conflitto, pari a quello della bomba atomica.
Gli americani, dal 1962 al 1983, sotto il nome di “Progetto Stormfury”, diedero vita ad esperimenti di manipolazione degli uragani, cercando di controllarne l’intensità, versando decine di migliaia di litri di olio vegetale in mare, creando così una pellicola artificiale che riduceva l’intensità dell’uragano stesso, che con tale superficie andava a scontrarsi.
In teoria, in questo modo è possibile influenzare la traiettoria dell’uragano.
Sulla pratica di questo esperimento persistono ancora dubbi.
Gli scienziati hanno, inoltre, studiato un modo per mitigare gli effetti dei terremoti: creando piccole scosse la pressione potrebbe essere evitata causando grandi disastri.
Allo stesso tempo però, i terremoti, potrebbero essere provocati direzionando raggi energetici su falde instabili, modificando così le placche tettoniche e dando origine a grandi scosse.
Se tali raggi fossero indirizzati su falde subacquee, sarebbe possibile provocare gli tsunami.
I dettagli sulla “bomba tsunami”, conosciuto come “Progetto Seal”, sono contenuti in alcuni documenti vecchi 53 anni e declassificati dal Ministero degli Affari Esteri e del Commercio della Nuova Zelanda.
I documenti, che riportano la denominazione di TOP SECRET, dimostrano come l’esercito statunitense e britannico furono entusiasti dello sviluppo del “Progetto Seal” negli anni del dopoguerra. Considerarono anche l’eventualità di invitare il professor Leech nell’atollo di Bikini, per partecipare ai test nucleari statunitensi e vedere se potevano servire per le sue ricerche.
Non è chiaro ciò che successe al “Progetto Seal”. La relazione finale fu inviata, negli anni Quaranta, al Ministero della Difesa Neozelandese. Si ritiene che la bomba non sia stata testata su larga scala.
Gli inglesi e gli Americani non congelarono il progetto dopo la guerra, bensì lo sostennero.

Il Progetto HAARP:
Dal 1992 l’HAARP fa parte dell’arsenale di armi sotto il controllo dell’Iniziativa di Difesa Strategica degli Stati Uniti (SDI). Questa tecnologia fu sviluppata nell’ambito del programma di investigazione dell’Aurora Attiva ad Alta Frequenza (HAARP) originariamente parte del controverso sistema di difesa di Ronald Reagan, denominato “StarWars“.
Situata a Gokoma, in Alaska, questa complessa infrastruttura dotata di antenne molto potenti, funziona grazie all’emissione di onde radio assai intense, capaci di creare “modificazioni locali controllate della ionosfera”, al fine di alterare i modelli climatici.
Alcuni esperti affermano che il sistema sia già funzionante, mentre altri prevedono che ciò non avverrà prima di vent’anni.
Si suppone che in Groenlandia e Norvegia si stiano installando, o stanno per essere installate, nuove antenne del progetto HAARP, così come in altre zone del mondo.
Si suppone, inoltre, che numerose antenne siano state già installate in varie isole dell’Oceano Pacifico.
Lo stesso creatore del “riscaldatore ionosferico”, Bernard Eastlund, assicura che la sua invenzione potrebbe arrivare a controllare il clima. Una affermazione che, secondo il senatore statunitense Mark Begich, porterebbe alla conclusione che se l’ HAARP operasse al cento per cento del suo potenziale, potrebbe essere in grado di creare anomalie climatiche su entrambi gli emisferi terrestri, seguendo così la “teoria della risonanza” a lungo utilizzata dal geniale Nikola Tesla nelle sue invenzioni.
Un cambiamento climatico in un emisfero comporterebbe lo stesso cambiamento nell’altro.
Una possibilità che non deve essere scartata, soprattutto tenendo in considerazione le opinioni degli scienziati dell’Università di Standford, i quali assicurano che il clima mondiale potrebbe essere controllato attraverso la trasmissione di segnali radio relativamente bassi, indirizzate verso le fasce di Van Allen (si tratta di zone della magnetosfera dove si concentrano particelle cariche).
Secondo la sopracitata “teoria della risonanza”, piccoli segnali di attivazione possono controllare energie enormi.

Al di là della manipolazione del tempo, l’HAARP, ha una serie di applicazioni correlate. Esso potrebbe contribuire al cambiamento climatico attraverso il bombardamento intensivo dell’atmosfera con raggi ad alta frequenza. Il rimbalzo delle onde potrebbero colpire il cervello delle persone e produrre effetti come il movimento tettonico.
Più in generale, l’HAARP, ha la capacità di modificare il campo elettromagnetico del nostro pianeta. Stiamo parlando di un’arsenale di armi elettroniche che gli studiosi militari statunitensi considerano “una guerra più gentile e amichevole”.
Studi scientifici segnalano che l’ HAARP è in grado di provocare aurore boleari artificiali, alterare o mettere fuori gioco le stazioni radar dei missili balistici, isolare completamente i sottomarini e rilevare l’esistenza di strutture sotterranee nemiche.
Esiste una correlazione tra l’attività sismica e la ionosfera, basata sul controllo della radio frequenza indotto daihipocampos, sotto il controllo dell’ HAARP.

L’HAARP, se fosse del tutto applicato, potrebbe avere impatti potenzialmente devastanti sul clima del mondo. Gli interessi economici e strategici degli Stati Uniti potrebbero variare in modo selettivo a seconda del clima in diverse parti del mondo, portando con sé la destabilizzazione dei sistemi agricoli ed ecologici del pianeta. Nella sua relazione finale sulle alternative di difesa del paese, la U.S. Airforce sottolinea come, alla fine degli anni ’40, con la Guerra Fredda più calda che mai, il Pentagono già lavorava sulla possibilità di utilizzare “forme di guerra climatica inimmaginabili”.
Questo implica una tecnologia che Washington sta continuando a perfezionare all’interno del programma HAARP avviato nel 1992.
I fini scientifici sono apparentemente innocenti, ma sembra piuttosto la messa a punto di un’arma di distruzione di massa in grado di destabilizzare il sistema ecologico del mondo. Lo afferma la stessa relazione HAARP:
Vale la pena ricordare che il Dipartimento di Difesa americano ha destinato importanti risorse per lo sviluppo dell’intelligence e del monitoraggio dei cambiamenti climatici. La NASA e la National Imagery and Mapping Agency (NIMA), oggi National Geospatial-Intelligence Agency (NGA), lavorano allo studio di: inondazioni, erosioni, cambiamenti climatici, pericolo di slivellamento della terra, terremoti, zone ecologiche, previsioni del tempo, con dati trasmessi direttamente dai satelliti.
Nel febbraio del 1998 la Commissione Affari Esteri, Sicurezza e Difesa del Parlamento Europeo ha tenuto una serie di consultazioni pubbliche a Bruxelles, dove si mise in evidenza la facilità con la quale gli USA potrebbero dare avvio ad una guerra ambientale grazie al loro programma HAARP.
Il Comitato, dinanzi al Parlamento Europeo, conclusse:
La richiesta avanzata dalla Commissione di redigere un “Libro Verde” sugli impatti ambientali delle attività militari è stato, senza dubbio, sottovalutato, argomentando che la Commissione Europea non godeva della giurisdizione necessaria per approfondire “i vincoli tra la difesa e la tutela dell’ambiente“.


Progetto SURA:
Il nome “Progetto Sura” è la sigla con la quale viene indicato il progetto russo equivalente all’americano HAARP. Si tratta dell’installazione di un riscaldatore ionosferico ed un centro di ricerca sulla ionosfera, collocato nelle vicinanze della località di Vasilsursk, a circa 100 km a Nizhniy Novgorod, in Russia.
SURA è in grado di irradiare circa 190 MegaWatt di Potenza Radioattiva Effettiva (PRE) di onde corte. Inizialmente dipendeva dal Ministero della Difesa. Al momento, è sotto la guida dell’Istituto di Ricerca Radio (NIRFI) di Nizhniy Novgorod.
L’installazione SURA risale al 1981. Con l’utilizzo di questa installazione, gli scienziati russi studiano il comportamento della ionosfera e l’effetto dell’emissione delle onde a bassa frequenza. Non abbiamo molte informazioni riguardante il progetto SURA.
Il Ministero della Difesa sovietico puntò tutto sui progetti di questo tipo.
Tuttavia nessuna ricerca è stata condotta, almeno non in questa installazione, dopo il crollo dell’URSS. Attualmente, gli scienziati sono coinvolti in progetti internazionali di ricerca sulla ionosfera.
Il meteorologo americano Scott Stevens sottolineò come gli esperti militari russi potrebbero aver prodotto la “furia” dell’uragano Katrina che devastò New Orleans.
La morte e la distruzione causata da Katrina permise agli americani di “mettere da parte” l’intervista rilascciata da Vladimir Zhirinovsky, politico ed attivista russo, il quale minacciò che ci sarebbero state:
I ricercatori del SURA dichiararono tuttavia di non essere in grado di provocare uragani simili a Katrina e Rita. Per lo meno “affermano” di non poterlo fare. Senza dubbio, hanno effettuato ricerche, in minor misura rispetto agli americani, sulla interconnessione tra i disastri naturali e le perturbazioni nella ionosfera e nella magnetosfera.
Si sono succedute, nel gennaio 2010, diversi terremoti con epicentri precisi, cioè a 10 chilometri di profondità, tanto da risultare assai difficili da comprendere le peculiarità di questi fenomeni.
Queste affermazioni sono rigettate dagli scettici, che le inquadrano all’interno delle “teorie cospirative”, tuttavia è sempre più evidente quanto la distanza tra la fantascienza e la realtà stia accorciando.
Le tecnologie dei centri segreti di ricerca sono classificate come altamente segrete e risultano essere quasi inaccessibili per tutti i ricercatori non militari.
Quanto sopra rende manifesto il potere che hanno questi progetti, drammaticamente legati ai loro successi che mettono a repentaglio la vita di migliaia di esseri umani.
Catastrofi come l’uragano Katrina, lo tsunami che ha devastato la costa asiatica nel 2004 o il più recente terremoto-tsunami in Giappone alimentano le voci di corridoio, senza accusare direttamente HAARP e SURA delle catastrofi appena citate. Preferisco piuttosto continuare a credere che sia colpa della Madre Terra se, ogni giorno sempre più frequentemente, accadono eventi come quello avvenuto in Giappone.
Anche se, in questo mondo di folli, nulla mi sorprenderebbe.

Progetto SHEBA (Surface Heat Budget of the Artic Ocean): il riscaldamento dell’Artico.
La causa dello scioglimento del Polo Nord non è l’anidride carbonica. Rich Garcia, direttore delle relazioni pubbliche del progetto HAARP, ha detto testuali parole:
SHEBA è un enorme condensatore, ossia un enorme contenitore di energia elettrica che potrebbe “scaricare” tutta la sua energia in una manciata di secondi, la stessa quantità di energia che consumano gli USA nello stesso lasso di tempo. In questo modo gli elettroni si liberano dando vita ad un plasma ad elevatissima temperatura.
Secondo uno studio pubblicato dal Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), l’incremento della temperatura nelle acque dell’Oceano Artico potrebbe causare estati senza ghiaccio.
Ha scritto Marci Robinson, scienziato dell’ USGS in un articolo della rivista Stratigraphy.
Nello studio si è segnalato che gli anni 2007 e 2008 furono i primi due anni consecutivi che mostrarono un minimo estremo di ghiaccio, nel Mare del Nord, durante l’estate.

Gli scienziati hanno documentato con delle prove che nel Oceano Artico e nel Mare del nord le temperature si sono alzate a tal punto da non permettere la formazione di ghiaccio in estate come nel periodo del Medio Pliocene, ossia 3 milioni di anni fa.
Questo periodo si caratterizzò per temperature temperate simili a quelle che si prospettano per la fine di questo secolo, un’ analogia che gli scienziati utilizzano per far comprendere le condizioni future.
Le temperature di superficie durante tutto il Pliocene si situavano intorno ai 3 gradi centigradi, quindi una cifra maggiore rispetto al presente. Alla metà del Pliocene le temperature medie estive della superficie del Mar Artico andavano dai 10 ai 18 gradi centigradi, mentre attualmente ruotano intorno agli 0 gradi.

Ha detto Robinson: La mancanza di ghiaccio nel mare durante le estati del Pliocene Medio suggerisce che la fusione senza precedenti di ghiacci nell’artico negli ultimi anni potrebbe essere un segnali di cambiamenti climatici che si avvicinano”.
Secondo Robinson: La mancanza di ghiaccio nei mari potrebbe avere conseguenze varie ed estese, come la accelerazione dell’erosione costiera, dovuta all’innalzamento delle onde, e l’impatto su animali come gli orsi polari o le foche dipende dalla presenza del manto di ghiaccio polare.
Inoltre, potrebbero intensificarsi le tormente nelle latitudini medie e potrebbero aumentare le precipitazioni invernali ad ovest e sud dell’Europa, parallelamente alla diminuzione della pioggia nell’ovest dell’America del Nord.
Potrebbe essere il progetto SHEBA un’arma climatica nell’Artico? O si tratta di un fenomeno naturale?

Quello che sta succedendo di fronte ai nostri occhi in questo inizio di secolo non è una turbolenza corrente. Per il mondo globalizzato, sorto sulle ceneri della Guerra Fredda è forse una turbolenza fondatrice, che va a scuotere le coscienze e le intelligenze, per permetterci di abbandonare finalmente una Preistoria troppo lunga; allo stesso tempo tutto ciò potrebbe essere qualcosa di distruttivo e disintegrante, essere il preludio di una dolorosa regressione.
Quando metteremo da parte le abitudini dannose che abbiamo acquisito durante questa Preistoria, potremmo facilmente renderci conto che le uniche battaglie che davvero valgono la pena di essere combattute dall’uomo nei prossimi secoli sono di carattere scientifico ed etico.

Luis Enrique Martín Otero, Colonnello Veterinario (R), è coordinatore del Centro di Vigilanza Sanitaria Veterinaria dell'Universtà Complutense di Madrid (Spagna) e della Rete di Laboratori di Allerta Biologica.

1.- Convenzione sul Cambiamento Climatico, New York, 1992. [On line] http://www.unfccc.de. Consultato il 20 dicembre 2013.
2.- Antecedenti al Protocollo di Kyoto. [On line] http://www.globalwarming.net/gw11.html. Consultato il 20 dicembre 2013.
3.- The Times, Londra, 23 novembre 2000.
4.- Intelligence Newsletter, 16 dicembre 1999.
5.- Begich e Maning, "HAARP: Vandalism in the sky". [On line] http://www.whale.to/b/haarp1.html. Consultato il 20 dicembre 2013.
6.- "HAARP – From the Wilderness". [On line] http://www. Fromthewilderness.com/free/…7haarp.html. Consultato il 20 dicembre 2013. Don Herskovitz, "Matándolos Suavemente", Journal of Electronic Defense, agosto 1993.
7.- Parlamento Europeo, Commissione Affari Esteri, Sicurezza e Difesa, Bruxelles, documento No. A4-0005/99 del 14 Gennaio 1999.

IEEE, Documento di opinione n° 97/2013 del 15 ottobre 2013.

http://youtu.be/kKhfg35xb68




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