mercoledì 7 maggio 2014

I NUOVI SUICIDATI... parte 3° LA MALEDIZIONE DI TELECOM FRANCE

                                                    
IN FRANCIA SUICIDANO TECNICI E QUADRI DIRIGENZIALI INFORMATI SUI FATTI???
Una epidemia di suicidi ha colpito la Francia, un'ecatombe che in parte continua anche ora...
Sono cinquanta tra impiegati e manager i dipendenti di France Télécom che si sono ammazzati da febbraio 2008 a maggio 2010. L’azienda ha riconosciuto come «incidenti sul lavoro» solo tre suicidi. Tutti gli altri sono stati archiviati come «dramma personale».
Deve essere pericoloso lavorare in certi ambienti, anche in Italia abbiamo avuto suicidati eccellenti, la depressione sarà stata contagiosa.
http://www.lettera43.it/cronaca/france-telecom-tagli-suicidi_4367556837.htm


2008
Suicida n° 1 Un uomo di anni 51. Tecnico di un’unità di intervento, degradato a centralinista di call center, tra le altre cose gli toccava subire le Orange journey, giornate di formazione in cui i dipendenti, «per esprimere la propria aggressività», erano costretti ad avvolgersi il capo in bandane arancioni (come i colori sociali). Il 19 febbraio si impiccò in azienda.
QUESTO E' FANTOZZIANO, IMPICCATOSI IN SALA MENSA... SOLO PERCHE' L'HANNO MESSO A LAVORARE AL CENTRALINO...

Suicidi dal n° 2 al n° 6 Il 29 marzo un tecnico dell’unità di intervento Pays de Loire ricollocato in un call center.
IDEM, UN ALTRO SI SUICIDA PERCHE' E' STATO MESSO AL CALL CENTER...

Il 17 maggio un tecnico dell’unità di intervento Alsace Lorraine, ricollocato pure lui.
ANCORA UN ALTRO RICOLLOCATO CHE SI SUICIDA, DEVE ESSERE TERRIBILE LAVORARE NEL CALL CENTER DI TELECOM FRANCE...

Il 19 maggio un tecnico dell’unità di intervento Normandia.
4 TECNICI D'INTERVENTO SUICIDATI IN 3 MESI, LI ASSUMONO TUTTI DEPRESSI QUESTI INTERVENTISTI FRANCESI...

Il 24 maggio un tecnico dell’unità di intervento Alsace Lorraine («Non riusciva ad assimilare le nuove tecniche», fece sapere il sindacato Cgt).
SEMPRE NELLO STESSO MESE, UN ALTRO TECNICO DI INTERVENTO, UN ALTRO DEPRESSO, SI SUICIDA... E SIAMO A 5 TECNICI...

Il 29 maggio un tecnico dell’unità di intervento Normandia.
NON C'E' PACE, PEGGIO DI THE RING, 6 INTERVENTISTI NORMANDIA, DEVONO AVER VISTO QUALCOSA DI LOSCO IN QUALCHE TABULATO...

Suicida n° 7 Jean-Michel, 53 anni. Sposato, padre di tre figli, in France Télécom dal 1993 come tecnico specializzato nei satelliti, nel 2003 era stato ricollocato come venditore in un call center. Ossessionato dal motto aziendale «evolversi, adattarsi», terrorizzato dalle rigide direttive (5,2 chiamate l’ora, un minuto e trenta per compilare il report, raggiungere almeno il 60% dell’obiettivo pena trasferimento, ecc.), avvilito dai capi che lo prendevano in giro per gli scarsi risultati («buon venditore porta a casa i soldi»), più volte aveva chiesto di essere trasferito altrove, anche a fare il magazziniere, ma non l’avevano mai accontentato. Il 2 luglio, dopo aver telefonato a mezzo mondo, alle 18.15 chiamò anche la collega e sindacalista Anne-Marie e le disse che si voleva ammazzare, lei cercò di tirarlo su finché alle 19.15 sentì il fischio del treno sotto il quale Jean-Michel s’era buttato, lasciandosi stritolare. Una lettera, per la direzione di France Télécom: «Quando lavoravo ero solo un automa davanti a uno schermo. Il fatto stesso di essere rinchiuso tra queste mura mi demoralizzava. Io non chiedevo molto. Solo fare un lavoro più manuale e tecnico come lo chiedevano per me la dottoressa e l’assistente sociale. […] Ecco adesso potete dormire tranquilli. Vi libero di me. Era il vostro scopo? A quanto dite per me non c’è nient’altro. Siete una banda di carogne pronte a tutto per liberarvi della gente in difficoltà o che dà fastidio. Tutti i mezzi sono buoni per raggiungere i vostri obiettivi. È l’unico punto sul quale siete tutti d’accordo. Le uniche soluzioni per noi sono o andare via o farla finita, come me».
LA PRASSI E' SEMPLICE, LI METTONO AL CALL CENTER E GLI INTERVENTISTI, QUESTO E' IL 7°, SI SUICIDANO, ALTRO CHE MOBBING...

Suicidi dal n° 8 al n° 11 L’1 settembre un tecnico si buttò da una falesia, nello stesso giorno un impiegato si impiccò nella sede Philippe Auguste di Parigi.
DUE SUICIDI NELLO STESSO GIORNO, DEVE ESSERE UNA MALEDIZIONE...

Il 16 settembre si uccise un informatico, nella sua casa a Lille.
E POCO DOPO AVANTI UN ALTRO...

Il 9 novembre un tecnico dell’unità di intervento Picardie.
STRAGE DI TECNICI DI INTERVENTO... NEANCHE L'EBOLA...CIT.
E PASSIAMO AL 2009, NEL 2008 SI SONO SUICIDATI IN 8 MESI "SOLO" 11 TECNICI...




2009
Suicida n° 12 Guy, 38 anni. Tecnico nella sede di Toulon-Devaly, il 28 gennaio si impiccò a casa sua. Una poesia, inviata ai colleghi via mail, dal titolo “Fine di me”.
QUESTO E' IL PIU' ROMANTICO, HA SCRITTO UNA POESIA DI ADDIO, MA CHI SARA' IL PROSSIMO, SI NARRA CI SIANO STATE ESTRAZIONI IN AZIENDA E SCOMMESSE CLANDESTINE IN SALA MENSA...

Suicida n° 13... Il 3 aprile un incaricato Affari dell’unità di intervento Haut-de-Seine (a Nanterre) non si presentò al lavoro. Due colleghi lo andarono a cercare a casa e lo trovarono che penzolava dal soffitto.
IL SUICIDATO NUMERO 13 NON POTEVA NON MORIRE IMPICCATO... FA SCENA!!!

Suicidi n° 14 e 15 Il 7 aprile si sparò in azienda un tecnico dell’unità interventi Normandia a Quincampoix.
ECCO UN ALTRO INTERVENTISTA NORMANDIA CHE SI SUICIDA IN AZIENDA, MA NESSUNO CHE INIZI A SOSPETTARE QUALCOSA???

L’8 aprile si uccise un tecnico dell’unità di intervento Bretagne a Guingamp.
E VIA ANDARE, SEMPRE INTERVENTISTA...
Suicida n° 16 Anne Sophie C., 42 anni. Ingegnere dal 1997 nella sede di Fulton a Parigi, negli ultimi anni era stata ricollocata quattro volte, da ultimo nella Gestione relazioni clienti. Il 20 aprile si buttò dalla finestra.
DOPO 16 SUICIDATI IN UN ANNO, SE FOSSI UN ISPETTORE, COME MINIMO MI PORREI DEI DUBBI, POSSIBILE CHE SI SUICIDINO TUTTI IN MASSA, MA NEANCHE NELLE PSICOSETTE SONO COSI' ORGANIZZATI...

Suicida n° 17 Joël, 44 anni, tecnico nella sede Kellermann di Parigi, depresso da quindici anni per non aver realizzato il sogno di diventare ballerino (raccontava a tutti di essersi esibito con un gruppo trasgressivo al “Coconut club”, ma nessuno gli credeva), viveva al sesto piano, nella banlieue, un divano letto di stoffa, pavimento di lineolum. Il 25 maggio aprì la finestra e si buttò di sotto. Una mail, piena di parole di odio per France Télécom.
ECCOLO, QUESTO E' IL PIU' BELLO, SI SUICIDA PERCHE' VOLEVA DIVENTARE BALLERINO, UNA VITA BUTTATA VIA...
DA PICCOLO GIOCAVA CON LE BAMBOLE E IL SUO SOGNO PROIBITO ERA DIVENTARE COME CARLA FRACCI... 

Suicida n° 18 Un’impiegata del call service di Saint Lo. Saputo che l’avrebbero spostata in un negozio a far la venditrice, si tagliò le vene con uno scalpello.
QUESTA IN PIENO DELIRIO, CHE L'MKULTRA CI FA UN BAFFO, SI SQUARCIA LE VENE CON ADDIRITTURA UNO SCALPELLO???

Suicida n° 19 Michel Deparis, 51 anni, celibe, due sorelle, impiegato quadro, da trent’anni in France Télécom nella sede in via Réattu, a Marsiglia. Sportivo, grande appassionato di maratona, aveva corso anche quella di New York. La notte tra il 13 e il 14 luglio (festa nazionale) si impiccò in casa sua. Il cadavere, trovato la mattina dopo dalla sorella Veronique. Una lettera: «All’attenzione della mia famiglia. E dei miei colleghi di lavoro. Diffondere questa lettera ai miei colleghi e ai delegati del personale. Mi suicido a causa del lavoro a France Télécom. È la sola causa. Urgenza permanente, sovraccarico di lavoro, assenza di formazione, disorganizzazione totale dell’impresa. Management attraverso il terrore! Tutto ciò mi ha totalmente disorientato e perturbato. Sono diventato un relitto, meglio finirla. […] PS: lo so che molte persone diranno che ci sono altre cause (sono solo, celibe, senza figli, etc.). Ma no, con tutto questo me la sono sempre cavata bene. È proprio il lavoro l’unica causa». I familiari non vollero ai funerali i dirigenti di France Télécom, che liquidò il suicidio come «Dramma personale». La sorella Christine: «Non ci hanno fatto neanche le condoglianze».
QUI UN MARATONETA, IMPIEGATO, SI UCCIDE IL 14 LUGLIO, FESTA NAZIONALE...

Suicida n° 20 Un tecnico dell’unità di intervento Bretagne a Quimper. Il 30 luglio, giusto un giorno prima di rientrare al lavoro dopo le ferie, s’arrampicò su un ponte e si buttò di sotto.
ECCOLI, I PIU' LOSCHI DI TUTTI, UN ALTRO INTERVENTISTA QUESTA VOLTA SI BUTTA DA UN PONTE... CAZZO MA FARE I TECNICI D'INTERVENTO E' IL LAVORO PIU' RISCHIOSO AL MONDO, MA NEANCHE IN MINIERA SUCCEDE ABBIAMO QUESTE MEDIE DI DECESSI...

Suicida n° 21 Nicolas G., 28 anni. Assunto nel 2005 come tecnico interventi rete, spostato agli interventi clienti nel gennaio 2009, costretto a turni di 48 ore settimanali, sempre più depresso, negli ultimi tempi aveva persino smesso di frequentare il cliccatissimo sito viedemerde.fr (vitadimerda.fr), dove i ragazzi infelici si autoderidono e dove lui lasciava aneddoti di questo tipo: «Oggi incontro un amico per strada. Non mi vede e allora gli telefono. Lui tira fuori il portatile, guarda chi chiama, sospira e non risponde». O ancora: «Oggi è il mio compleanno e i miei colleghi di France Télécom mi hanno offerto un deodorante».
ECCO, QUESTO QUI, FORSE E' L'UNICO CHE SI E' SUICIDATO VERAMENTE... DAL PROFILO PSICOLOGICO, DIREI DI SI...

L’11 agosto, dopo aver cercato di telefonare all’ex fidanzata, si impiccò nel suo garage a Besançon. Una lettera: «Il mio lavoro mi fa soffrire. France Télécom mi ha messo nella merda finanziariamente facendomi cambiare lavoro. Oggi mi hanno insultato, vessato, urlato. Ho chiesto aiuto ma niente la gente se ne fotte. Sono a disagio con i clienti, il lavoro fa schifo e la gente è stronza (anche cretina). I soldi… anche questa settimana faccio 48 ore. Lavoro dalle 8 alle 19.30 con mezz’ora di pausa e capi e colleghi non mi rispondono quando li chiamo. Sono arrabbiato con France Télécom. France Télécom è largamente responsabile di quel che mi succede. Bisogna fare una dichiarazione d’incidente sul lavoro».
FATEMI CAPIRE, MA UNO SI IMPICCA NEL GARAGE??? MA LICENZIARSI DA QUELLA MALEDETTA AZIENDA???

Suicida n° 22 Michel, 53 anni. Sposato, padre di tre figli, tecnico della rete ad alta velocità (Côte d’Amor Bretagne). Il 29 agosto si suicidò a casa sua.
E VAI, SIAMO A 22... ANCHE A CASA.

Suicida n° 23 Stéphanie detta Fanny, 32 anni. Single, abitava in 40 metri quadri al piano terra di un vecchio immobile a Sainte-Mandé, vicino a Parigi, con un coniglio di nome Zébulon e un gatto battezzato Frimousse. Uniche note colorate dell’appartamento, un vaso di fiori finti sul camino e una riproduzione di Miro, il suo artista preferito. Nessuna foto di se stessa: dopo che gli era morta la madre era diventata bulimica, prendendo 25 chili in cinque anni, e da allora si sentiva brutta e goffa. Laureata in Legge, entrata a France Télécom a 23 anni («L’inizio dell’inferno», secondo suo padre Guy, 63 anni), ricollocata due volte durante la ristrutturazione, da qualche mese aspettava il terzo trasferimento. L’11 settembre si cambiò d’abito tre volte, alle 18 aprì la finestra del suo ufficio, al quarto piano di un’elegante palazzina in rue Médéric, e si buttò di sotto, andando a schiantarsi sul marciapiede. Gli allievi cuochi della scuola alberghiera lì di fronte, in testa il lungo cappello bianco da cucina, sentito il tonfo si precipitarono a soccorrerla: «Aveva freddo, ha chiesto una coperta e se l’è tirata sopra il viso». Morì in ospedale dopo un paio d’ore d’agonia. Una mail, a suo padre Guy, inviata alle 17.10: «Buona sera papà, quando ti ho chiamato questa mattina mi hai detto che non sembravo in forma. Hai ragione. Le mie pulsioni suicida sono tornate. Ho deciso di farlo questa sera. Oh, è inutile avvisare il proprietario perché metterò fine ai miei giorni al lavoro. Il mio capo non lo sa ma sarò la 23esima impiegata a suicidarsi. Non accetto la nuova riorganizzazione del servizio. Cambio capo e, per avere qual che sto per avere, meglio morire. Lascio la mia borsa con portatile e chiavi in ufficio. Porto con me la carta di donatrice d’organi, non si sa mai… A parte questo, non dimenticare di andare a prendere Zébulon e Frimousse per dar loro da mangiare. Mi dispiace che tu debba ricevere questo genere di messaggi ma sono più che persa. Ti voglio bene papà. Stéphanie» (il suicidio di Fanny è tra gli unici tre archiviati da France Télécom come «incidente sul lavoro»).
ECCO, LA SECONDA CHE FORSE SI SUICIDA VERAMENTE...

Suicida n° 24 Jean-Paul Rouennais, 51 anni. Sposato con Annie, padre di due figli di 12 e 7 anni, dopo che l’avevano degradato da tecnico a centralinista s’era convinto d’essere rimbambito, tanto che di continuo ripeteva agli amici: «Quando uno rimbambisce mica se ne accorge». Il 28 settembre comprò un biglietto del cinema, poi cambiò idea, guidò fino a un viadotto sull’autostrada A41, all’altezza di Alby-sur-Chéran (Haute-Savoie), scavalcò il parapetto e si buttò di sotto. In macchina una lettera alla moglie, nella quale accusa France Télécom: «Mi hanno ucciso loro, rendendomi la vita impossibile» (secondo caso archiviato come «incidente sul lavoro» dopo una mobilitazione di tutte le federazioni sindacali e un’indagine dal Comité d’Hygiène, de Sécurité et des Conditions de Travail).
TERZO CASO DI VERO SUICIDIO VERO, ANCHE SE PALESEMENTE INDOTTO... MA POI CHISSA' ??? 

Suicida n° 25 Alain, 48 anni. Sposato, padre di tre figli, «sorriso fiero e allegro», amava le barche e le maree, dipingeva i paraggi della sua Bretagna. Da tredici anni ingegnere della direzione Ricerca e sviluppo, era considerato come uno dei migliori elementi della sede di Lannion (Côte d’Amor), però gli avevano sospeso la sua promozione nella sede di Rennes e lui s’era fatto sempre più cupo e depresso, tanto che da luglio stava in malattia e a un collega aveva confidato il terrore che l’azienda lo mettesse in mobilità forzata. La mattina del 15 ottobre la moglie, tornando a casa con le buste della spesa, lo trovò che penzolava dal soffitto della camera coniugale. Una lettera, dove si lamentava perché non l’avevano promosso a Rennes.
QUESTO L'HANNO SEGATO DI SICURO...

Suicidi dal n° 26 al n° 29 Il 14 novembre un agente clienti della direzioni Grandi conti a Lanester (Morhiban). Il 4 dicembre un impiegato di call center nell’Isère. Il 5 dicembre un impiegato di Globecast a Parigi, nel terzo arrondissement. Il 6 dicembre un quarantatreenne addetto all’estrazione dei dati a Villeneuve-d’Ascq.
SEGATI ANCHE LORO, SENZA SE E SENZA MA...

Suicidi dal n° 30 al n° 34 Alla fine del 2009 la direzione di France Télécom parlò di 34 suicidi tra i dipendenti: di cinque non si ha traccia.
5 LI HANNO FATTI SPARIRE, HAN FATTO PRIMA COSI'...
UNA BELLA MEDIA 34 SUICIDI NELLA STESSA AZIENDA IN UN ANNO E MEZZO, SONO MENO GLI OMICIDI PER MAFIA...


2010
Suicidi dal n° 35 al n° 42
Il 2 gennaio si impiccò un impiegato di Arceuil, 33 anni. Lo stesso giorno si sparò un impiegato di Quimper di recente spostato al Servizio soluzioni clienti.
ANNO NUOVO VITA NUOVA, ECCO CHE SI SUICIDANO ADDIRITTURA IN DUE LO STESSO GIORNO... SE FOSSE UN FILM MI DIREBBERO CHE E' ASSURDO...

Il 26 gennaio si suicidò un tecnico cinquantenne ricollocato al centro d’ascolto di Hirson.
I FAMOSI RICOLLOCATI, PENSA SE LI LICENZIAVANO, FACEVANO STRAGI...

L’8 febbraio un tecnico dell’unità intervento Normandia fu trovato in un bosco che penzolava da un albero.
VABBE', QUI SARETE D'ACCORDO ANCHE VOI INGENUISTI CHE TRATTASI DI OMICIDIO RITUALE. C'E' IL BOSCO, L'IMPICCATO... SEMBRA TODO MODO DI PETRI... CURIOSO PERO', SONO TANTI I MORTI TRA I TECNICI NORMANDIA, MA CHE CAZZO HANNO FATTO E SOPRATTUTTO, CHI CAZZO LI SOSTITUIRA', SAPENDO DELLA MALEDIZIONE DEL REPARTO MALEFICO???

L’11 febbraio un quadro trentenne si suicidò nella sua casa di Dijon. Il giorno dopo s’ammazzò un project designer cinquantatreenne dell’unità di intervento di Parigi, in malattia per depressione.
MA CHE CAZZO GLI FANNO FARE A QUESTI TECNICI CHE SI SUICIDANO TUTTI???

Il 19 febbraio un cinquantaquattrenne, degradato al call service di Lens, si fece soffocare dai gas di scarico della sua auto.
IL CALL CENTER MALEDETTO, ROBA DA ESORCISTI...

Il 20 febbraio si tagliò le vene un’impiegata dell’unità di intervento Nord Pas-de-Calais (era in malattia perché ci aveva già provato).
QUI HANNO L'HANNO SUICIDATA ALLA STESSA MANIERA DI QUELLA DELLO SCALPELLO...

Suicida n° 43 Un’impiegata di 50 anni. Ricollocata dalla direzione del Servizio clienti al Contatto clienti, chiese più volte il trasferimento, che le fu sempre rifiutato. Il 24 febbraio, dopo l’ennesimo vano colloquio con la responsabile delle risorse um
ane, tornò a casa sua e mandò giù una boccetta di barbiturici.
QUESTO POTREBBE ESSERE VERO, MA CHISSA'...

Suicida n° 44 Daniel D., 54 anni. In France Télécom come tecnico da venticinque anni, ricollocato, dal primo novembre 2009, come agente di commercio, il 25 febbraio si suicidò.
MA CAMBIARE DITTA, NO???

Suicida n° 45 Joël C., 51 anni. Sposato, tre figli, manager del call center tecnico di Lille. La notte tra il 10 e l’11 marzo si suicidò a casa sua.
QUESTO L'HANNO SEGATO...

Suicida n° 46 François R., 50 anni. Impiegato di Lione, prima tecnico e poi addetto alla fatturazione, spesso in malattia per problemi di salute, «solitario», il 21 marzo si buttò dalla finestra.
UN ESERCITO DI SOLITARI DEPRESSI, UNA MAREA DI BORDER, TUTTI ASSUNTI ALLA TELECOM FRANCE...

Suicida n° 47 Martine C., 47 anni. Assistente della Gestione risorse umane nell’agenzia Pro di rue Philippe Auguste a Parigi, in malattia da mesi, il 12 aprile si uccise a casa sua.
QUESTA SI E' UCCISA A 47 ANNI ED ERA IL NUMERO 47 DEI SUICIDATI... CHE TEMPISTICA!!!

Suicida n° 48 Una donna di anni 31. Impiegata alla direzione Ricerca & sviluppo a Issy-Les-Moulineaux il 23 aprile aprì una finestra di casa sua e si buttò di sotto.
MAH...QUESTI FRANCESI... CIT.

Suicida n° 49 Dominique D., 52 anni. Tecnico a Lille, mai colpito dalla ristrutturazione di France Télécom, separato e padre di quattro figli, il 9 maggio si impiccò nella sua casa di Loos. «Il suo responsabile, preoccupato di non vederlo al lavoro, lo ha trovato a casa morto» (il portavoce di France Télécom).
I TECNICI DI LILLE O DI LILITH???

Suicida n° 50 Denis D., 59 anni. Vicedirettore di un’Agenzia vendita e servizio clienti, in malattia per depressione, nella notte tra il 10 e l’11 maggio, a Marq-en-Baroeul, nei pressi di Lille, s’arrampicò su un ponte pedonale e si buttò di sotto. Una mail, al suo superiore, per dire che s’era ammazzato per «motivi personali».
LILLE, CITTA' FANTASMA, SI SONO TUTTI AMMAZZATI!!!

Aspiranti suicidi Tentativi di suicidi a France Télécom negli ultimi due anni: 36. Il caso più brutale e spettacolare, quello di Yonnel Dervin, sposato e padre di un ragazzo di 23 anni, che il 9 settembre 2009, a 49 anni, di cui trenta passati dentro France Télécom, fu declassato da ingegnere per i sistemi aziendali ad addetto guasti per i clienti privati, sentendosi dire dalla direzione: «Caro Yonnel, alla tua età non ci sono più prospettive di carriera, sei arrivato al massimo delle tue capacità». Il giorno dopo alle 8.30, durante la riunione che avrebbe reso ufficiale la riorganizzazione della sede France Télécom di Troyes, quando arrivò il suo turno Yonnel, alto, stropicciato, il volto grigio, si alzò in piedi, si mise a parlare dei disagi e del malessere dei dipendenti e mentre parlava, senza tremori, tirò fuori un coltello e se lo infilò nella pancia. Salvato, si fece poi intervistare accanto alla moglie, in tuta e pantofole, nel salotto di casa con le pareti rosse: «Avrei preferito morire. Nella mia testa vedo ancora tutto nero».
QUESTO, INVECE ERA MATTO, PERCHE'??? PERCHE' SI...!!!

Moda dei suicidi «Bisogna finirla con questa moda dei suicidi» (l’ex presidente e amministratore delegato di France Telecom Didier Lombard, che poi si dovette scusare per la frase).


Fonti: Observatoire du stress et des mobilités forcées; Syndicat du Sud Ptt; Rapporto del ministero del Lavoro di Parigi; Le Nouvel Observateur; Le Figaro; Le Monde, LeParisien, Le Point, ParisMatch; FranceSoir; LaProvence; Rtl.fr; Ivan du Roy, Orange Stressé -Il management attraverso lo stress in France Télécom; la Repubblica; Il Sole 24 Ore.

4 commenti:

  1. Oh MDD, ma Magherini? Avevano bloccato tutta la strada, hai visto il filmato? In ogni accesso c'era una macchina con accanto almeno una persona. Auto bianche e nere (bene e male). Perché?

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  2. Dài, qualcuno dica qualcosa sull'omicidio della prostituta crocifissa ad Ugnano:
    - Il mostro è Riccardo Viti (La VIGNA è fatta di Viti)
    - La Vittima si Chiama Zamfir, come il flautista che suona il Flauto di Pan. Il flauto di Pan non è che la Ninfa Siringa (tossica)
    - E se proprio volete comprare le rose le potete ordinare direttamente dal luogo del delitto:
    http://www.wineflowers.com/fiori-orsacchiotti-peluche-1-ITA-Firenze_VIA_DEL_CIMITERO_DI_UGNANO_50142_FIRENZE_FI-106.html

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  3. Anonimo, ho fatto a metà maggio il post che chiedevi su Viti, penso che ad oggi l'avrai già visto... Comunque lo trovi sopra...
    :-)

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