domenica 30 giugno 2013

CASO MORO, OVVERO I 55 GIORNI DI COMUNICATI BR !!! PARTE 2°

 
 

COMUNICATO N° 6:

L'interrogatorio al prigioniero Aldo Moro è terminato. Rivedere trenta anni di regime democristiano, ripercorrere passo passo le vicende che hanno scandito lo svolgersi della controrivoluzione imperialista nel nostro paese, riesaminare i vari momenti delle trame di potere, da quelle "pacifiche" a quelle più sanguinarie, con cui la borghesia ha tessuto la sua offensiva contro il movimento proletario, individuare attraverso le risposte di Moro le specifiche responsabilità della DC, di ciascuno dei suoi boss, nelI'attuazione dei piani voluti dalla borghesia imperialista e dei cui interessi la DC è sempre stata massima interprete, non ha fatto altro che confermare delle verità e delle certezze che non da oggi sono nella coscienza di tutti i proletari.
Non ci sono segreti che riguardano la DC il suo ruolo di cane da guardia della borghesia, il suo compito di pilastro dello Stato delle Multinazionali, che siano sconosciuti al proletariato. Il perché è molto semplice. I proletari, gli operai, tutti gli sfruttati conoscono bene che cosa significa il regime democristiano, perchè l'hanno vissuto e lo vivono sulla loro pelle; contro il potere della borghesia hanno sempre opposto la più strenua resistenza, hanno lottato e combattuto contro la schiavitù del lavoro salariato, per la liberazione delle infinite energie che un pugno di padroni e di multinazionali ha continuamente saccheggiato e rapinato, contro uno Stato che è sempre servito a perpetuare il dominio della classe più feroce che la storia abbia mai prodotto: la borghesia imperialista. Quali misteri ci possono essere del regime DC da De Gasperi a Moro che i proletari non abbiano già conosciuto e pagato con il loro sangue? "Centrismo", "centro-sinistra", "strategia della tensione", "governo delle astensioni", ecc. sono i termini con cui la DC e i suoi complici si sono incaricati di mantenere sotto il giogo imperialista il nostro paese, di costringere il proletariato alle ferree condizioni di sfruttamento che la borghesia vorrebbe perpetuare in eterno, di condannare all'emarginazione e alla miseria quelle parti di proletariato che l'interesse del capitale multinazionale non ritiene "conveniente utilizzare", di scatenare il terrore e i massacri dei sicari fascisti e di Stato ogni qual volta la lotta proletaria ha messo in discussione il loro potere. Ed oggi, che tutto il sistema di dominio dell'imperialismo sta attraversando l'ultimo atto di una crisi mortale, che cosa hanno da offrire la DC, la borghesia e il suo Stato? Ancora sfruttamento, ancora disoccupazione, ancora emarginazione, ancora il genocidio politico delle avanguardie comuniste con cui vorrebbe annientare l'esigenza del proletariato di lottare per una società diversa senza più sfruttati e sfruttatori, per una società comunista. L'essenza dello Stato Imperialista, di cui la DC come sempre si è fatta massima rappresentante, è oggi sotto i nostri occhi in tutta la sua evidenza, senza il mistificante velo di una "democrazia" formale di cui si era ammantata: rastrellamenti e arresti in massa, stato d'assedio, leggi speciali, tribunali speciali, campi di concentramento.
 
Stendere una cappa di terrore controrivoluzionario sull'intera società è l'unico sistema con cui questo Stato, questo regime DC sorretto dall'infame complicità dei partiti cosiddetti di "sinistra" vorrebbe soffocare ed allontanare lo spettro di un giudizio storico che il proletariato ha già decretato.
Non ci sono quindi "clamorose rivelazioni" da fare, ma nostro compito e quello di tutti i rivoluzionari è di organizzare il proletariato, di costruire la forza che eseguirà in modo definitivo la condanna della borghesia e dei suoi servi. Certo, I'interrogatorio ad Aldo Moro ha rivelato le turpi complicità del regime, ha additato con fatti e nomi i veri e nascosti responsabili delle pagine più sanguinose della storia degli ultimi anni, ha messo a nudo gli intrighi di potere, le omertà che hanno coperto gli assassini di Stato, ha indicato l'intreccio degli interessi personali, delle corruzioni, delle clientele che lega in modo indissolubile i vari personaggi della putrida cosca democristiana e questi, (nessuno si stupirà), agli altri dei partiti loro complici.
Gli scandali, le corruttele, le complicità dei boss democristiani, se li rendono ancora più odiosi, non sono però l'aspetto principale; fanno parte certamente della logica con cui questo putrido partito ha sempre governato, ma quello che conta è la funzione controrivoluzionaria della DC, il suo "servizio" agli ordini delle multinazionali, la sua trentennale opera antiproletaria. Comunque, come abbiamo già detto, tutto sarà reso noto al popolo, e a questo punto facciamo una scelta. La stampa di regime è sempre al servizio del nemico di classe; la menzogna, la mistificazione sono per essa la regola, ed in questi giorni ne ha dato una prova superlativa, il suo compito è quello di "utilizzare" l'informazione come arma contro il proletariato, e le organizzazioni rivoluzionarie. Le informazioni in nostro possesso quindi, verranno diffuse attraverso la stampa e i mezzi di divulgazione clandestini delle Organizzazioni Combattenti, e soprattutto verranno utilizzate per proseguire con altre battaglie il processo al regime ed allo Stato. Per quel che ci riguarda il processo ad Aldo Moro finisce qui. Processare Aldo Moro non è stato che una tappa, un momento del più vasto processo allo Stato ed al regime che è in atto nel paese e che si chiama: GUERRA DI CLASSE PER IL COMUNISMO.
 
Le responsabilità di Aldo Moro sono le stesse per cui questo Stato è sotto processo. La sua colpevolezza è la stessa per cui la DC ed il suo regime saranno definitivamente battuti, liquidati e dispersi dall'iniziativa delle forze comuniste combattenti. Non ci sono dubbi. ALDO MORO E' COLPEVOLE E VIENE PERTANTO CONDANNATO A MORTE. ESTENDERE ED INTENSIFICARE IL PROCESSO AL REGIME E L'ATTACCO ALLO STATO IMPERIALISTA DELLE MULTINAZIONALI. CREARE, ORGANIZZARE OVUNQUE IL POTERE PROLETARIO ARMATO. RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE. Per il comunismo - Brigate rosse.
 
17 APRILE: Amnesty International offre la sua mediazione. L'allora segretario dell'Onu Kurt Waldheim lancia il suo primo appello.
18 Aprile: Grazie ad una singolare infiltrazione d'acqua, Polizia e Carabinieri scoprono in un appartamento in via Gradoli 96 un "covo" delle Brigate rosse. I brigatisti sono però assenti. Quasi contemporaneamente a Roma viene trovato il "comunicato n.7" in cui si annuncia l'avvenuta esecuzione di Moro e l'abbandono del corpo nel Lago della Duchessa. Il comunicato si rivelerà un falso, preparato probabilmente da Tony Chichiarelli, un falsario con legami con la "Banda della Magliana". Il messaggio si presentò subito con altre caratteristiche completamente diverse dai precedenti: era breve, scritto con stile sarcastico, nonostante la brevità conteneva diversi errori di ortografia, non c'erano gli slogan conclusivi, il foglio era più corto del solito, non c'era il numero 1 e al suo posto viene usata la lettera "l" minuscola, alcune lettere appaiono diverse a prima vista, l'intestazione "Brigate rosse" era scritta a mano. Nonostante ciò la relazione degli esperti garantì l'autenticità del comunicato.

FALSO COMUNICATO N° 7: IL PROCESSO AD ALDO MORO

Oggi 18 aprile 1978, si conclude il periodo "dittatoriale" della DC che per ben trent'anni ha tristemente dominato con la logica del sopruso. In concomitanza con questa data comunichiamo l'avvenuta esecuzione del presidente della DC Aldo Moro, mediante "suicidio". Consentiamo il recupero della salma, fornendo l'esatto luogo ove egli giace. La salma di Aldo Moro è immersa nei fondali limacciosi (ecco perché si dichiarava impantanato) del lago Duchessa, alt. mt. 1800 circa località Cartore (RI) zona confinante tra Abruzzo e Lazio. È soltanto l'inizio di una lunga serie di "suicidi": il "suicidio" non deve essere soltanto una "prerogativa" del gruppo Baader-Meinhof. Inizino a tremare per le loro malefatte i vari Cossiga, Andreotti, Taviani e tutti coloro i quali sostengono il regime. P.S. - Rammentiamo ai vari Sossi, Barbaro, Corsi, ecc. che sono sempre sottoposti a libertà "vigilata". 18/4/1978 Per il Comunismo - Brigate Rosse.
 
20 APRILE: Le Br fanno trovare il vero "Comunicato n.7", a cui è allegata una foto di Moro ritratto con una copia di "Repubblica" del 19 aprile: Zaccagnini riceve una lettera in cui Moro lo rimprovera della sua intransigenza. Il settimo comunicato venne annunciato, poco dopo le 12, con una telefonata al Messaggero. Il comunicato si trovava in via dei Maroniti, dietro la sede del Messaggero, in una busta arancione contenente anche una foto Polaroid di Moro con in mano la copia della Repubblica del 19 aprile, prova evidente che era ancora vivo. Il comunicato venne poi diffuso anche a Torino, Genova e Milano.

COMUNICATO N° 7

È passato più di un mese dalla cattura di Aldo Moro, un mese nel quale Aldo Moro è stato processato così come e sotto processo tutta la DC e i suoi complici; Aldo Moro è stato condannato così come è stata condannata la classe politica che ha governato per trent'anni il nostro Paese, con le infamie, con il servilismo. alle centrali imperialiste, con la ferocia antiproletaria. La condanna di Aldo Moro verrà eseguita così come il Movimento Rivoluzionario s'incaricherà di eseguire quella storica e definitiva contro questo immondo partito e la borghesia che rappresenta. Detto questo occorre fare chiarezza su alcuni punti.

1. In questo mese abbiamo avuto modo di vedere una volta di più la DC e il suo vero volto. È quello cinico e orrendo dell'ottusa violenza controrivoluzionaria. Ma abbiamo visto anche fino a che punto arriva la sua viltà.
Ancora una volta la DC, come ha fatto per trent'anni, ha cercato di scaricare le proprie responsabilità, di confondere con l'aiuto dei suoi complici la realtà di uno Stato Imperialista che si appresta ad annientare il movimento rivoluzionario, che si appresta al genocidio politico e fisico delle avanguardie comuniste.
In Italia, come d'altronde nel resto dell'Europa "democratica" esistono dei condannati a morte: sono i militanti combattenti comunisti. Le leggi speciali, i tribunali speciali, i campi di concentramento sono la mostruosa macchina che dovrebbe stritolare nei suoi meccanismi chi combatte per il comunismo.
Gli specialisti della tortura, dell'annientamento politíco, psicologico e fisico, ci hanno spiegato sulle pagine dei giornali nei minimi dettagli (l'hanno detto, mentendo con la consueta spudoratezza, a proposíto del "trattamento" subito da Aldo Moro, che invece è stato trattato scrupolosamente come un prigioniero politico e con i diritti che tale qualifica gli conferisce; niente di più ma anche niente di meno), quali effetti devastanti e inumani producano lo snaturare l'identità politica dell'individuo, l'isolamento prolungato, le raffinate ed incruente sevizie psicologiche, i sadici pestaggi ai quali sono sottoposti i prigionieri comunisti. E dovrebbe esserlo per secoli, tanti quanti ne distribuiscono con abbondanza i tribunali speciali.
 
E quando questo non basta c'è sempre un medico compiacente, un sadico carceriere che si possono incaricare di saldare la partita. Questo è il genocidio politico che da tempo e per i prossimi anni la DC e i suoi complici si apprestano a perpetrare. Noi sapremo lottare e combattere perché tutto ciò finisca, e non rivolgiamo nessun appello che non sia quello del Movimento Rivoluzionario di combattere per la distruzione di questo Stato, per la distruzione dei campi di concentramento, per la libertà di tutti i comunisti imprigionati.
 
L'appello "umanítario" lo lancia invece la DC. E qui siamo nella più grottesca spudoratezza. A quale "umanità" si possono mai appellare i vari Andreotti Fanfani, Leone, Cossiga, Piccoli, Rumor e compari? Ma ora è arrivato il tempo in cui la DC non può più scaricare le proprie responsabilità politiche, può scegliersi i complici che vuole, ma sotto processo prima di tutto c'è questo immondo partito, questa lurida organizzazione del potere dello Stato.
Per quanto riguarda Aldo Moro ripetiamo - la DC può far finta di non capire ma non riuscirà a cambiare le cose - che è un prigioniero politico condannato a morte perché responsabile in massimo grado di trent'anni di potere democristiano di gestione dello Stato e di tutto quello che ha significato per i proletari.
Il problema al quale la DC deve rispondere è politico e non di umanità; umanità che non possiede e che non può costituire la facciata dietro la quale nascondersi, e che, reclamata dai suoi boss, suona come un insulto.
Nei campi di concentramento dello Stato imperialista ci sono centinaia di prigionieri comunisti, condannati alla "morte lenta" di secoli di prigionia.
Noi lottiamo per la libertà del proletariato, e parte essenziale del nostro programma politico è la libertà per tutti i prigionieri comunisti.
Il rilascio del prigioniero Aldo Moro può essere preso in considerazione solo in relazione della LIBERAZIONE DI PRIGIONIERI COMUNISTI. La DC dia una risposta chiara e definitiva se intende percorrere questa strada; deve essere chiaro che non c'è ne sono altre possibili. La DC e il suo governo hanno 48 ore di tempo per farlo a partire dalle ore 15 del 20 aprile; trascorso questo tempo ed in caso di un ennesima viltà della DC noi risponderemo solo al proletariato ed al Movimento Rivoluzionario, assumendoci la responsabilità dell'esecuzione della sentenza emessa dal Tribunale del Popolo.

2. Il comunicato falso del 18 aprile. È incominciata con questa lugubre mossa degli specialisti della guerra psicologica, la preparazione del "grande spettacolo" che il regime si appresta a dare, per stravolgere le coscienze, mistificare i fatti, organizzare intorno a sé il consenso. I mass-media possono certo sbandierare, ne hanno i mezzi, ciò che in realtà non esiste; possono cioè montare a loro piacimento un sostegno ed una solidarietà alla DC, che nella coscienza popolare invece è solo avversione, ripugnanza per un partito putrido ed uno Stato che il proletario ha conosciuto in questi trent'anni e nei confronti dei quali, nonostante la mastodontica propaganda del regime, ha già emesso un verdetto che non è possibile modificare. C'è un altro aspetto di questa macabra messa in scena che tutti si guardano bene dal mettere in luce, ed è il calcolo politico e l'interesse personale dei vari boss DC. Come sempre è accaduto per la DC, i giochi di potere sono un elemento ineliminabile del]a sua corruzione, del suo modo di gestire lo Stato. Sono un elemento secondario ma molto concreto, e ci illuminano ancora di più di quale "umanità" è pervasa la cosca democristiana.
 
Aldo Moro che rinchiuso nel carcere del popolo ormai ne è fuori, ce li indica senza reticenze, e nel caso che lo riguarda vede come in particolare il suo compare Andreotti cercherà con ogni mezzo di trasformarlo in un "buon affare" (così lo definisce Moro), come ha sempre fatto in tutta la sua carriera e che ha avuto il suo massimo fulgore con le trame iniziate con la strage di piazza Fontana, con l'uso oculato e molto personale dei servizi segreti che vi erano implicati. Andreotti ha già le mani abbondantemente sporche di sangue, e non ci sono dubbi che la sceneggiata recitata dai vari burattini di Stato ha la sua sapiente regia. La statura morale dei democristiani è nota a tutti, rilevarla può solo renderceli più odiosi, e rafforzare il proposito dei rivoluzionari di distruggere il loro putrido potere. Di tutto dovranno rendere conto e mentre denunciamo, come falso e provocatorio il comunicato del 18 aprile attribuito alla nostra Organizzazione, ne indichiamo gli autori: Andreotti e i suoi complici. LIBERTA PER TUTTI I COMUNISTI IMPRIGIONATI! CREARE ORGANIZZARE OVUNQUE IL POTERE PROLETARIO ARMATO! RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE! 20/4/1978 Per il Comunismo Brigate Rosse.
 
21 APRILE: La direzione DC ribadisce la "linea della fermezza", ma la famiglia Moro le chiede di accettare le condizioni delle Br. La direzione PSI, all'unanimità, si dice favorevole alla trattativa.
22 APRILE: Messaggio di Papa Paolo VI agli "uomini delle Brigate rosse" perché liberino Moro "senza condizioni".
24 APRILE: Il "Comunicato n°8" delle Br venne stato trovato verso mezzogiorno del 24 aprile. Zaccagnini riceve un'altra lettera di Moro, che chiede funerali senza uomini di Stato e politici.

COMUNICATO N° 8

La risposta della Democrazia Cristiana - Alle nostre richieste del comunicato n. 7 la DC ha risposto con un comunicato di due frasi. Di questo comunicato si può dire tutto tranne che è "chiaro" e "definitivo". Nella prima frase la DC afferma la sua "indefettibile fedeltà allo Stato, alle sue istituzioni, alle sue leggi". Che di questo Stato della borghesia imperialista la DC è il pilastro fondamentale non è una novità; le leggi dello Stato imperialista la DC non solo le rispetta ma, scegliendosi di volta in volta i complici, le leggi le fa, le impone, e le applica sulla pelle del proletariato. Basta ricordare l'ultimo pacchetto di leggi speciali varate con un decreto del governo Andreotti con cui si sancisce il diritto delle varie polizie del regime di perquisire, arrestare, torturare, chiunque e dovunque, senza alcun limite alla propria ferocia.
Per fare queste leggi la DC e il suo Governo hanno impiegato poco più di un quarto d'ora e i loro complici le hanno felicemente approvate.
Quindi, la prima frase del comunicato della DC non dice con chiarezza assolutamente nulla rispetto alla nostra richiesta dello scambio di prigionieri politici. Da parte nostra riaffermiamo che Aldo Moro è un prigioniero politico e che il suo rilascio è possibile solo se si concede la libertà ai prigionieri comunisti tenuti in ostaggio nelle carceri del regime. La DC e il suo Governo hanno la possibilità di ottenere la sospensione della sentenza del Tribunale del Popolo, e di ottenere il rilascio di Aldo Moro: diano la libertà ai comunisti che la barbarie dello Stato imperialista ha condannato a morte, la "morte lenta" dei campi di concentramento.
 
Nessun equivoco è più possibile, ed ogni tentativo della DC e del suo Governo di eludere il problema con ambigui comunicati e sporche e dilatorie manovre, sarà interpretato come il segno della loro viltà e della loro scelta (questa volta chiara e definitiva) di non voler dare alla questione dei prigionieri politici l'unica soluzione possibile. Da più parti ci viene chiesto di precisare in concreto quali sono i prigionieri comunisti a cui la DC e il suo Governo devono dare la libertà. Innanzi tutto nelle carceri, nei lager di regime sono rinchiusi a centinaia dei proletari comunisti l'avanguardia del movimento proletario che lotta e combatte per una società comunista. Tra questi ci sono dei condannati alla "morte lenta": sono quei compagni che nel seno della lotta proletaria hanno imbracciato il fucile, hanno scelto di porsi alla testa del movimento rivoluzionario e di costruire l'organizzazione strategica per la vittoria della rivoluzione comunista e l'instaurazione del potere proletario.
Mentre ribadiamo che sapremo lottare per la liberazione di TUTTI i comunisti imprigionati, dovendo, realisticamente, fare delle scelte prioritarie è di una parte di questi ultimi che chiediamo la libertà. Chiediamo quindi che vengano liberati: SANTE NOTARNICOLA, MARIO ROSSI, GIUSEPPE BATTAGLIA, AUGUSTO VIEL, DOMENICO DELLI VENERI, PASQUALE ABATANGELO, GIORGIO PANIZZARI, MAURIZIO FERRARI, ALBERTO FRANCESCHINI, RENATO CURCIO, ROBERTO OGNIBENE, PAOLA BESUSCHIO e, oltre che per la sua militanza di combattente comunista, in considerazione del suo stato fisico dopo le ferite riportate in battaglia, CRISTOFORO PIANCONE.
 
Chi cerca di vedere per il prigioniero Aldo Moro una soluzione analoga a quella a suo tempo adottata dalla nostra Organizzazione a conclusione del processo a Mario Sossi, ha sbagliato radicalmente i suoi conti. A questo punto le nostre posizioni sono completamente definite e solo una risposta immediata e positiva della DC e del suo Governo data senza equivoci, e concretamente attuata potrà consentire il rilascio di Aldo Moro. SE COSI NON SARA', TRARREMMO IMMEDIATAMENTE LE DEBITE CONSEGUENZE ED ESEGUIREMO LA SENTENZA A CUI ALDO MORO E' STATO CONDANNATO.
La DC e il suo Governo nel tentativo di scaricare le proprie responsabilità incaricano (ma anche in questo caso non vogliono essere chiari) la Caritas Internationalis a prendere "contatti". Noi allo stato attuale delle cose non abbiamo bisogno di alcun "mediatore", di nessun intermediario. Se la DC e il suo governo designano la Caritas Internationalis come loro rappresentante e la autorizzano a trattare la questione dei prigionieri politici, lo facciano esplicitamente e pubblicamente. Noi non abbiamo niente da nascondere, né problemi politici da discutere in segreto o "privatamente". Gli appelli umanitari - Alcune personalità del mondo borghese e alcune autorità religiose, ci hanno inviato con molto clamore appelli cosiddetti umanitari per il rilascio di Aldo Moro. Ne prendiamo atto ma non possiamo fare a meno di nutrire qualche sospetto; che cioè dietro il presunto spirito umanitario ci sia invece un concreto sostegno politico e propagandistico alla Democrazia Cristiana, e sia in realtà un "far quadrato" intorno alla cosca democristiana come sta avvenendo per tutte le componenti Nazionali ed Internazionali della borghesia imperialista e delle sue organizzazioni, a quelle americane e quelle europee. Ora queste insigni personalità hanno tredici nomi di altrettanti uomini condannati a morte, e per la liberazione dei quali hanno la possibilità di appellarsi alla DC e al suo governo in nome della stessa "umanità'", "dignità cristiana" o altri "supremi ideali" ai quali dicono di riferirsi, dimostrando così la loro proclamata imparzialità ed estraneità ad ogni calcolo politico.
 
Sta ad essi ora dimostrare che il loro appello si pone veramente al di sopra delle parti e non è invece una turpe e subdola mistificazione, e che i nostri sospetti nei loro confronti sono soltanto dei pregiudizi. LIBERTA PER TUTTI I COMUNISTI IMPRIGIONATI! CREARE, ORGANIZZARE OVUNQUE IL POTERE PROLETARIO ARMATO! RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE! Per il comunismo Brigate Rosse
 
25 APRILE: Appello di Kurt Waldheim alle Brigate rosse.
29 APRILE: Lettere di Moro sono recapitate al presidente della Repubblica Giovanni Leone, del Senato Amintore Fanfani, della Camera Ingrao, a Craxi, Piccoli, Pennacchini, Dell'Andro, Andreotti e Tullio Ancora.
30 APRILE: Mario Moretti telefona a casa Moro e dice che solo un intervento di Zaccagnini, immediato e chiarificatore può salvare la vita del presidente DC.
2 MAGGIO: Craxi indica a Zaccagnini i nomi di due terroristi ai quali si potrebbe concedere la grazia per motivi di salute.
5 MAGGIO: Andreotti ripete il no alle trattative. Un'ora dopo arriva il Comunicato n°9 e l'ultima lettera di Moro alla moglie: «...mi hanno detto che tra poco mi uccideranno. Cara Norina, ti bacio per l'ultima volta».

COMUNICATO N° 9: ALLE ORGANIZZAZIONI COMUNISTE COMBATTENTI, AL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO, A TUTTI I PROLETARI.

Compagni, la battaglia iniziata il 16 marzo con la cattura di Aldo Moro è arrivata alla sua conclusione. Dopo l'interrogatorio ed il Processo Popolare al quale è stato sottoposto, il Presidente della Democrazia Cristiana è stato condannato a morte. A quanti tra i suoi compari della DC, del governo e dei complici che lo sostengono, chiedevano il rilascio, abbiamo fornito una possibilità, l'unica praticabile, ma nello stesso tempo concreta e reale: per la libertà di Aldo Moro, uno dei massimi responsabili di questi trent'anni di lurido regime democristiano la libertà per tredici Combattenti Comunisti imprigionati nei lager dello Stato imperialista. LA LIBERTA QUINDI IN CAMBIO DELLA LIBERTA.
In questi 51 giorni la risposta della DC, del suo governo e dei complici che lo sostengono, è arrivata con tutta chiarezza, e più che con le parole e con le dichiarazioni ufficiali, l'hanno data con i fatti, con la violenza controrivoluzionaria che la cricca al servizio dell'imperialismo ha scagliato contro il movimento proletario. La risposta della DC, del suo governo e dei complici che lo sostengono, sta nei rastrellamenti operati nei quartieri proletari ricalcando senza troppa fantasia lo stile delle non ancora dimenticate SS naziste nelle leggi speciali che Rendono istituzionale e "legale" la tortura e gli assassinii dei sicari del regime negli arresti di centinaia di militanti comunisti (con la lurida collaborazione dei berlingueriani) con i quali si vorrebbe annientare la resistenza proletaria.
 
Lo Stato delle multinazionali ha rivelato il suo vero volto, senza la maschera grottesca della democrazia formale, è quello della controrivoluzione imperialista armata, del terrorismo dei mercenari in divisa, del genocidio politico delle forze comuniste. Ma tutto questo non ci inganna. La ferocia, la violenza sanguinaria che il regime scaglia contro il proletariato e le sue avanguardie, sono soltanto le convulsioni di una belva ferita a morte e quello che sembra la sua forza dimostra invece la sua sostanziale debolezza.
In questi 51 giorni la DC e il suo governo non sono riusciti a mascherare, neppure con tutto l'armamentario della controguerriglia psicologica, quello che la cattura, il processo e la condanna del Presidente della DC Aldo Moro, è stato nella realtà: una vittoria del Movimento Rivoluzionario, ed una cocente sconfitta delle forze imperialiste. Ma abbiamo detto che questa è stata solo una battaglia, una fra le tante che il Movimento Proletario di Resistenza Offensivo sta combattendo in tutto il paese, una fra le centinaia di azioni di combattimento che le avanguardie comuniste stanno conducendo contro i centri e gli uomini della controrivoluzione imperialista, imprimendo allo sviluppo della Guerra di Classe per il Comunismo un formidabile impulso. Nessun battaglione di "teste di cuoio", nessun super-specialista tedesco, inglese o americano, nessuna spia o delatore dell'apparato di Lama e Berlinguer, sono riusciti minimamente ad arrestare la crescente offensiva delle forze Comuniste Combattenti.
 
A questa realtà la maggiore sconfitta delle forze imperialiste. Estendere l'attività di combattimento, concentrare l'attacco armato contro i centri vitali dello Stato imperialista, organizzare nel proletariato il Partito Comunista Combattente è la strada giusta per preparare la vittoria finale del proletariato, per annientare definitivamente il mostro imperialista e costruire una società comunista. Questo oggi bisogna fare per inceppare e vanificare i piani delle multinazionali imperialiste, questo bisogna fare per non permettere la sconfitta del Movimento Proletario e per fermare gli assassini capeggiati da Andreotti.
Per quanto riguarda la nostra proposta di uno scambio di prigionieri politici perché venisse sospesa la condanna e Aldo Moro venisse rilasciato, dobbiamo soltanto registrare il chiaro rifiuto della DC, del governo e dei complici che lo sostengono e la loro dichiarata indisponibilità ad essere in questa vicenda qualche cosa di diverso da quello che fino ad ora hanno dimostrato di essere: degli ottusi, feroci assassini al servizio della borghesia imperialista. Dobbiamo soltanto aggiungere una risposta alla "apparente" disponibilità del PSI.
Va detto chiaro che il gran parlare del suo segretario Craxi è solo apparenza perché non affronta il problema reale: lo scambio dei prigionieri. I suoi fumosi riferimenti alle carceri speciali, alle condizioni disumane dei prigionieri politici sequestrati nei campi di concentramento, denunciano ciò che prima ha sempre spudoratamente negato; e cioè che questi infami luoghi di annientamento esistono, e che sono stati istituiti anche con il contributo e la collaborazione del suo partito. Anzi i "miglioramenti" che il segretario del PSI come un illusionista cerca di far intravedere, provengono dal cappello di quel manipolo di squallidi "esperti" che ha riunito intorno a se, e che sono (e la cosa se per i proletari detenuti non fosse tragica sarebbe a dir poco ridicola) gli stessi che i carceri speciali li hanno pensati, progettati e realizzati. Combattere per la distruzione delle carceri e per la liberazione dei prigionieri comunisti, è la nostra parola d'ordine e ci affianchiamo alla lotta che i compagni e il proletariato detenuto sta conducendo all'interno dei lager dove sono sequestrati e lo faremo non solo idealmente ma con tutta la nostra volontà militante e la nostra capacità combattente. Le cosiddette "proposte umanitarie" di Craxi; qualunque esse siano, dal momento che escludono la liberazione dei tredici compagni sequestrati, si qualificano come manovre per gettare fumo negli occhi, e che rientrano nei giochi di potere, negli interessi di partito od elettorali che non ci riguardano. L'unica cosa chiara e che sullo scambio dei prigionieri la posizione del PSI è la stessa, di ottuso rifiuto, della DC e del suo governo, e questo ci basta. A parole non abbiamo più niente da dire alla DC, al suo governo e ai complici che lo sostengono.
 
L'unico linguaggio che i servi dell'imperialismo hanno dimostrato di saper intendere è quello delle armi, ed è con questo che il proletariato sta imparando a parlare. Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro è stato condannato. PORTARE L'ATTACCO ALLO STATO IMPERIALISTA DELLE MULTINAZIONALI! ATTACCARE LIQUIDARE DISPERDERE LA DC ASSE PORTANTE DELLA CONTRORIVOLUZIONE IMPERIALISTA! RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE! Per il Comunismo Brigate Rosse "P.S. - Le risultanze dell'interrogatorio ad Aldo Moro e le informazioni in nostro possesso, ed un bilancio complessivo politico-militare della battaglia che qui si conclude, verrà fornito al Movimento Rivoluzionario e alle O.C.C. attraverso gli strumenti di propaganda clandestini".
 
fotografia del ritrovamento di Aldo Moro dentro la Renault R4

8 MAGGIO: Il presidente del Senato Fanfani viene incaricato di fare un discorso aperto alla trattativa durante la direzione DC del 9 maggio.
9 MAGGIO: In via Caetani (a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI), la polizia trova il corpo di Moro nel portabagagli di una Renault R4 rossa.

Dopo la conclusione del rapimento...

19 maggio 1978: a Roma, in via Foà, scoperta una tipografia, di Enrico Triaca, usata dalle Br durante il sequestro. Alcune apparecchiature erano appartenute ai servizi segreti.
1 ottobre 1978: irruzione dei carabinieri di Dalla Chiesa nel covo di via Monte Nevoso, a Milano. Arrestati 9 terroristi, tra cui Azzolini e Bonisoli. Trovato il memoriale Moro.
27 ottobre 1978: resa pubblica la telefonata di un br alla moglie di Moro, attribuita prima a Toni Negri e poi a Moretti.
Febbraio 1979: "L'Espresso" pubblica rivelazioni provenienti da Ernesto Viglione, giornalista di Radio Montecarlo. Secondo un sedicente brigatista, le Br e il caso Moro sarebbero state molto diversi dalla versione ufficiale. Poi il caso sembra sgonfiarsi in un tentativo di truffa, ma in appello Viglione è assolto.
17 marzo 1979: Raffaele Fiore è arrestato a Torino.
20 marzo 1979: ucciso a Roma Mino Pecorelli. Su Op aveva fatto diversi "scoop" e rivelazioni sul caso Moro e ne aveva promessi altri.
Marzo 1979: "Metropoli", rivista dell'Autonomia, pubblica un fumetto che ricostruisce il rapimento e il processo. Un anno dopo, ad aprile, "Metropoli" tornerà sulla vicenda con l'ambiguo "Oroscopone" della maga Ester, che allude ad un russo nel ruolo del "grande vecchio".
30 maggio 1979: arrestati a Roma Valerio Morucci e Adriana Faranda, usciti dalle Br dopo il caso Moro. Erano a casa della figlia di Giorgio Conforto, il cui nome comparirà nel "dossier Mitrokhin". Nel 1984 raccontano la loro versione dei fatti in un memoriale.
24 settembre 1979: ferito alla testa e arrestato a Roma Gallinari, a lungo ritenuto l'esecutore materiale dell'uccisione di Moro.
2 febbraio 1980: resa nota l'esistenza dei piani Victor, in caso di rilascio di Moro vivo e Mike, in caso di sua morte. Scalpore anche se ne aveva già parlato un libro nel 1979.
Marzo 1980: Patrizio Peci comincia a parlare. A febbraio 1982, lo fa anche Savasta.
19 maggio 1980: arrestato Bruno Seghetti.
27 maggio 1980: arrestata Anna Laura Braghetti.
4 aprile 1981: arrestato a Milano Mario Moretti.
10 giugno 1981: la commissione 32703mMoro si occupa della seduta spiritica del 2 aprile 1978 a Bologna, presente anche Romano Prodi, durante la quale è emerso il nome "Gradoli".
1 febbraio 1982: il ministro dell'Interno Rognoni annuncia la scoperta della prigione del popolo, un appartamento della Braghetti, in via Montalcini.
3 settembre 1982: ucciso a Palermo il gen. Dalla Chiesa.
24 marzo 1984: rapina alla Brink's. Gli autori, tra cui Toni Chichiarelli, lasciano materiale collegato con il caso Moro.
28 settembre 1984: ucciso a Roma Toni Chichiarelli.
Genaio 1985: individuati in Rita Algranati e Alessio Casimirri due dei tre latitanti coinvolti, di cui Morucci non ha fatto i nomi. Il terzo sarà ritenuto Alvaro Loiacono.
19 giugno 1985: ad Ostia, è arrestata Barbara Balzerani.
8 giugno 1988: in Svizzera è arrestato Alvaro Loiacono, diventato cittadino elvetico grazie alla madre.
9 ottobre 1990: Nei lavori di ristrutturazione in via Monte Nevoso, da un'intercapedine escono documenti non trovati nel 1978 e una versione più ampia del memoriale. Polemica tra Craxi e Andreotti sulle "manine" e le "manone".
9 giugno 1991: Cossiga parla di un'operazione dei Comsubin, finora sconosciuta.
13 ottobre 1993: arrestato Germano Maccari, accusato di essere il quarto carceriere di Moro. Lo stesso giorno esce la notizia che un pentito ha detto che Antonio Nirta, killer della 'ndrangheta, sarebbe stato presente in via Fani.
25 ottobre 1993: resa nota un'intervista rilasciata in estate in cui Mario Moretti si assume la responsabilità di aver ucciso Moro.
8 giugno 1994: arrestato Raimondo Etro, che avrebbe svolto un ruolo di armiere.
29 maggio 1999: trapela la notizia che il pianista russo Igor Markevitch sarebbe "l'anfitrione" fiorentino delle Br.
Febbraio 2000: la Commissione stragi acquisisce dalla Digos di Roma due faldoni che sembrano legare un nuovo elenco di Gladio, con nomi diversi da quelli conosciuti, al ritrovamento delle carte di via Monte Nevoso del 1990.
2 giugno 2000: arrestato in Corsica Alvaro Loiacono. La Francia però negherà l'estradizione.
25 agosto 2001: Maccari muore d'infarto nel carcere di Rebibbia.
5 settembre 2001: Lanfranco Pace dice che è stato Maccari ad uccidere Moro mentre Moretti era in preda a una crisi di panico e Gallinari piangeva. Ma la presunta rivelazione, fatta poco dopo la morte di Maccari, ha tutta l'aria di voler alleggerire la posizione di Moretti, addossando ad un morto la responsabilità dell'uccisione di Moro.
14 gennaio 2004: Arrestata Rita Algranati, la vedetta che segnalò l'arrivo di Moro e della scorta in Via Fani.

http://www.robertobartali.it/cap08.htm



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